Ddl Zan: passa alla Camera, ora il Governo mira al gender dalle elementari

Il Ddl Zan è stata approvato alla Camera: il governo punta a istituire la giornata lgbt fin dalle elementari. Durissime le opposizioni. Ora si passa al Senato.

Nel momento in cui tutti erano intenti ad ascoltare le nuove disposizioni previste nell’ultimo dpcm contro il Coronavirus, alla Camera dei Deputati si approvava il Ddl Zan contro l’omofobia.

Un progetto di legge altamente pericoloso. Perché sotto il manto ipocrita dell’omofobia si cela la volontà di instaurare una cultura in cui la propaganda lgbt entra fin dentro le scuole delle infanzia. Mentre ciò si unisce a una forte repressione della libertà di espressione e di manifestazione del proprio credo religioso. Come nelle peggiori dittature atee che hanno tragicamente segnato il novecento.

L’approvazione alla Camera nel silenzio generale

Già da martedì infatti sono stati approvati una serie di emendamenti in cui sono previste corsi gender fin dalle scuole elementari. Prima dell’arrivo al voto finale, che ha visto la legge passare con 265 favorevoli, 193 contrari e un’astensione. Mentre dai banchi dell’opposizione scattava la dura protesta. In rappresentanza di quella società civile che ha duramente definito la norma come liberticida e totalitaria.

Di “intolleranza in nome della tolleranza” e di una norma che “produce violenza e, essa sì, discriminazione” ha parlato l’ex presidente del Senato, Marcello Pera. Pera ha lanciato un appello che ha raccolto la sottoscrizione di 150 personalità politiche e sociale di estrazione liberale e progressista.

La dura protesta dell’ex senatore Marcello Pera

Su iFamNews Pera ha commentato la vicenda parlando di “norme che puniscono chi incita o commette odio o violenza verso qualcuno a prescindere dal proprio genere sessuale esistono già nel nostro ordinamento”. Una legge “inutile perché pleonastica”. Nel testo di legge infatti nozioni come omofobia e transfobia sono del tutto vaghe. Ciò rende incerta l’applicazione della legge.

Il rischio, gravissimo dal punto di vista sociale e democratico, è quello di una incertezza della pena. Molti si chiedono: si potrà ancora essere contrari all’ideologia gender, affermare che un atto omosessuale è un atto disordinato, che una famiglia è composta da una mamma e un papà, che un bambino ha diritto ad avere entrambe queste figure?.

“Lo scopo della legge è introdurre la categoria di genere”

“Lo scopo vero della legge, nascosto ma visibile, è quello di introdurre la categoria di genere”, dice Pera al giornalista che lo interroga sul soggetto. “Ciò significa introdurre il matrimonio omosessuale con tutti i diritti connessi, compreso quello dell’utero in affitto”. Dobbiamo quindi aspettarci qualcosa di ben più grave e pesante in futuro?

“Grazie a queste introduzioni surrettizie, la legge discrimina e penalizza le opinioni e le manifestazioni in nome di valori tradizionali riguardo a matrimonio, famiglia, figli”, continua Pera, sottolineando il rischio per la libertà religiosa che la legge comporta. “La conclusione è amara ma semplice”, dice Pera. “La legge Zan è uno strumento di lotta contro il cristianesimo. Sono stupito dalle reticenze e timidezze delle gerarchie ecclesiastiche”.

La dura nota della Cei: non serve la legge contro l’omofobia

In realtà, in una nota la Cei aveva scritto negli scorsi mesi che “non serve una nuova legge contro l’omofobia”. Mettendo bene in guardia dal rischio di sanzionare “l’espressione di una legittima opinione”. Sottoponendo a “procedimento penale chi ritiene che la famiglia esiga per essere tale un papà e una mamma – e non la duplicazione della stessa figura”. Un fatto che “significherebbe introdurre un reato di opinione”.

Uno dei punti più controversi è poi certamente quello in cui si parla, in occasione di quella che verrà istituita il 17 maggio come “Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia“, di “iniziative nelle scuole di ogni ordine e grado, quindi anche nelle classi delle elementari”. Su questo punto, eticamente inaccettabile, il centrodestra si è duramente battuto.

Ddl Zan, Pera: “un lavaggio del cervello come per l’ateismo sovietico”

Nella tragedia non manca la farsa“, è il commento di Pera su questo punto. “A bambini cui non viene insegnato chi era Gesù e impedito di augurare Buon Natale, perché discriminatorio, viene fatto obbligo di non essere omofobi, ciò che essi non capiscono”. Insomma, per l’ex presidente del Senato Pera quello che è in corso è “un lavaggio del cervello come ai tempi bui dell’insegnamento sovietico dell’ateismo”.

Il quotidiano dei vescovi Avvenire oggi parla di “una legge presuntuosa e rischiosa”. “L’intendimento di combattere i pregiudizi che penalizzano persone omosessuali e transessuali sottoposte a ingiuste discriminazioni ha ceduto il passo in corso d’opera, come si temeva, all’affermazione di un disegno teso a rimodulare fondamenti consolidati della nostra società e persino ridefinire la natura umana“, scrive il quotidiano.

Ddl Zan, Avvenire: “si è svelato l’intento di ridisegnare la natura umana”

Avvenire ha infatti spiegato che “si è assistito durante il dibattito in Commissione e soprattutto in Aula come allo svelamento di quest’intento sostanziale, non dichiarato né forse in tutti i proponenti consapevole”.

Il giornale elenca otto motivi per cui la legge è “ideologica e dannosa“. A partire dalla problematicità della giornata istituita nelle scuole significa introdurre nelle classi principi “tutt’altro che universalmente condivisi” oltre che di “dubbia comprensibilità da parte dei bambini”.

“Chi aveva dubbi sull’ideologia gender ora può vedere con chiarezza”

“Chi ha letto Il Nuovo mondo di Huxley sa che il ricondizionamento della società in base alle idee di chi la guida comincia plasmando la mente dei bambini“, scrive il giornalista. “Della cosiddetta ideologia ‘gender’ sinora avevamo una qualche idea: adesso la vediamo con più chiarezza, del tutto simile a quel «colonialismo ideologico» al quale il Papa – spesso chiamato in causa recentemente proprio su questo provvedimento, ma altrettanto spesso citato a righe alterne – ha riservato giudizi assai severi”.

Tralasciando gli altri sei punti, il giornalista si chiede: “Un Paese alle corde per la pandemia ha bisogno che il Parlamento si prenda a cuore notte e giorno le sue ferite, rimandando ciò che non è davvero impellente. Senza contare che una legge che rimette in discussione cos’è l’uomo e cos’è la donna esige un dibattito ampio, lungo e aperto davanti al Paese, ad esempio con la formula della pubblica consultazione che ha portato tutta la società francese a discutere per anni sulla riforma della legge di bioetica chiamata a decidere questioni di vita e di morte. C’è tempo e motivo per rimediare. Ci sarà la volontà di farlo?”.

“L’ultimo in ordine di tempo: un emendamento che chiedeva il parere preventivo dei genitori per la partecipazione dei minori a celebrazioni e/o corsi formazione Lgbtq+ nelle scuole”, conclude la giornalista. “Anche questo emendamento è stato respinto da Pd-M5S-LEU ecc.: la partecipazione sarà obbligatoria. Ogni principio di libertà educativa è saltato”.

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