DI TERRA O DI CIELO?

È questo un quesito spirituale importante! La prescienza di Dio certo sa, ma noi no!

Siamo l’uno o l’altro? in noi è possibile il cambiamento o la nostra natura ci inchioda inevitabilmente ad un modo di essere.

Egli conosce i Suoi disegni, a noi è dato i viverli.

Caino poteva essere come Abele? Giuda trattenere il suo cuore dal tradire?

La Bibbia lo dice: Il cuore dell’uomo è insanabilmente malvagio, ed è vero! Grazie a Dio qualcosa di soprannaturale ci ha raggiunti portandoci Salvezza.

Il conforto della fede mi dice che abbiamo tutte le strade aperte. Cristo è venuto per questo, è morto per questo.

Entrare nella grazia del Signore è l’unico modo per prendere in considerazione la possibilità di un cambiamento. D’ immaginare un futuro eterno, di guardare alla Salvezza.

Per fare ciò un passo importante è d’obbligo e fino a quando non avrò accettato Gesù nel mio cuore ogni via è sbarrata.

Accettare Cristo è importante per lasciare scorrere la volontà di Dio in noi, per approdare un giorno alla nostra vera natura.

Gesù è nel Padre e proprio accettandolo, lasciando a lui la supremazia nella nostra vita, permettiamo allo Spirito di Dio di condurci secondo Lui.

Non ci riusciamo e il motivo è semplice e chiaro: tratteniamo la nostra natura e il nostro ego dando prova di ostilità verso l’opera dello Spirito Santo.

Egli non può e non trova dove appoggiare la propria potenza. Così quando le prove si faranno cruente a vincere sarà inevitabilmente l’uomo materiale.

Lo Spirito Santo non può trarre da noi la forza necessaria, noi non glie lo permettiamo.

Raddrizzare la via al Signore.

Saremo carnali fino a quando? … Fino a quando la nostra conversione non ci porterà ad un ravvedimento totale!

Altrimenti saremo carnali, carnali e basta! Vittime colpevoli della nostra stessa materia.
Dico ciò nella consapevolezza che a Dio tutto è possibile ma che l’ultima cosa che desidera è: essere amato a forza!

Il Signore non farà una guerra per conquistarci, piuttosto desidera da noi un deporre le armi, desidera un compagno, un amico, un uomo consenziente, per portare a compimento la Sua immensa opera d’amore.

Egli non aggiungerà (e nemmeno potrebbe farlo) un granello di male all’opera Sua. Ma il male istiga noi proprio perché furenti rispondiamo d’istinto, aggiungendo peso alla somma della sua malvagità. Come dire: prestare le membra a Satana.

Per quanto ci sforziamo la nostra carne “bolle” sedarla non è facile, la religione per questo non è sufficiente, non è sufficiente il modo, la maniera. Ostentare carità, amore, compassione, benevolenza non ci avvicinerà di un millimetro al Signore.

Non sarà la migliore “versione” dell’uomo ad avere comunione con la vita celeste, non un filo di carne entrerà nel Regno.

Cosa voleva dire veramente l’Apostolo Paolo con l’affermazione: quando voglio fare il bene il male esce da me.

Sentiva in modo evidente la forza della sua carne, tanto più cercava di allontanarsene, tanto più sentiva l’attrazione malefica. Il vincolo della sua umanità, il bisogno ineludibile di soddisfare comunque una parte di se.

E per soddisfare non intendo cibarsi, gioire, provare piacere o amore, godere o compiacersi. Ma cibarsi di tutte le aberrazioni che sono nascoste nel sostentarsi, nell’amarsi o nel gratificarsi materialmente.

Per appagarci arriviamo all’alterigia, all’egoismo, all’avarizia, all’adulterio, alla fornicazione, a reprimere il prossimo fino all’omicidio.

Da credenti con confusione ci arrovelliamo nelle vicende di questa vita terrena, cercando oggi (grazie a Dio) di capire chi siamo, più che non chi vorremmo essere.

Domande senza risposta cercano di confutare la Verità: “Ma se la mia natura è terra, quanto dovrò combattere? e sopratutto potrò mai vincere la battaglia? Viceversa:”se la mia casa è il cielo chi mai potrà farmi precipitare?” Sono domande importanti per la “mente” umana ma non per Dio. Sono gli arcani stessi della dottrina, della fede, delle religioni. Le opere o la grazia? La natura umana o l’impronta genetica? Caino o Abele? La serva o la promessa? Il peccato… e poi ancora.

Cosa risponderò a me stesso per rasserenarmi, per andare avanti? “Ciò che desidero non è di questo mondo appartiene ad un cielo superiore, tuttavia nel mondo materiale Dio si è espresso nella Sua perfezione.

Osservando con mente lucida posso rendermi conto che Egli È, la scienza non potrà mai spiegare il mistero della vita.

L’esistenza dell’uomo, di tutti gli uomini non basterebbe a raccontarne la più minima parte.

È giusto che l’uomo viva la sua vita fisica nel modo migliore possibile, (e ciò non si discosta mai da Dio) con ordine, cercando di non ostacolare mai l’opera del Signore.

Così, chiederò perdono, non per chi sono (Dio mi ha creato), ma per ciò che sono diventato. Ringrazierò, perché è grazie alla Sua benevolenza che vivo.

Pregherò, con sincerità di cuore che un giorno dopo l’altro possa trovare la volontà di astenermi dalla malvagità, affinché lo Spirito Santo possa insegnarmi a vedere la Sua infinita grandezza. Si! Caino avrebbe potuto essere come Abele. Cercare un incontro con il Signore richiede molti sforzi, impegno e incondizionati sacrifici. Abele offrì sangue e nel sangue c’è la vita dice la Parola, non restituì a Dio i frutti di ciò che egli stesso gli aveva dato.

Se i frutti della terra si perpetuano, donare la vita è un gesto unico irripetibile, questo è l’insegnamento di Gesù.

Francesco Blaganó copyright©5/2019

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