Dio… perché… perché…

Domanda: Quando le cose non vanno bene nella vita perché l’uomo incolpa Dio?

Risposta: Quando ero bambino, insieme ad altri, facevamo il gioco del perché. Quanti di voi lo conoscono? Tutti dovevamo fare una domanda a qualcuno, domandargli il perché di qualche cosa. Del perché le donne piangono più degli uomini, perché il leone viene chiamato il re della foresta, e così via. Chi non sapeva rispondere alla domanda pagava un pegno. Ancora oggi, il mondo, in modo serio, si pone dei perché. Il perché delle sofferenze, delle malattie, della fame nel mondo, delle violenze, della perversione e pedofilia. Perché la sterilità nelle coppie che vorrebbero avere figli; del perché dei bambini abbandonati, lasciati nei cassonetti o maltrattati. Il mondo si chiede il perché di tutto questo, perché, in effetti, sono tantissime le cose che non vanno su questa terra, ed ecco che, analizzando tutto il male, moltissimi si sono posti altre domande, del perché Dio non vada ad agire nelle situazioni impossibili. Dov’era Dio quando caddero le torri gemelle, fu l’espressione di un prete in diretta. Dio che può tutto, perché allora non opera per eliminare tutto il male? L’umanità vede Dio lontano e disinteressato al mondo che lui stesso ha creato. Tanti che sostengono di amare Dio si pongono le stesse domande e lo incolpano di mancato intervento. La rabbia, il dolore, la delusione, fa puntare il dito per sentenziare contro il creatore.


Dio non è sordo, né cieco e nemmeno egoista, egli ama le sue creature, non è tiranno e lascia la libertà delle azioni, perché Egli non si impone al nostro cuore, però bussa, parla, consiglia, indica e agisce, non nel modo che vorremmo, ma agisce anche quando sta fermo, perché spesso è moralmente impossibilitato ad agire. Bisogna comprendere che ci sono cose inaccettabili per le qualità morali di Dio. Egli non può mentire. Non può rinnegare Sé stesso. Non può salvare un peccatore se non attraverso il ravvedimento e la fede. Dio non si compiace in guerre e massacri, ma interviene soltanto quando è opportuno farlo. Quando il Signore vede un cuore sinceramente affranto, che si umilia al Suo cospetto e si pente dei suoi peccati, egli non rimane indifferente, come non rimane indifferente davanti a tutte le problematiche umane.

Se avessi qualche dubbio sulla sua perfezione e giustizia di Dio, credo che la mia fede avrebbe un crollo, ma io l’ho visto all’opera, non solo nella mia vita ma anche nella vita degli altri, e posso solo dire che Egli è perfetto in ogni cosa, anche quando rimprovera e corregge, anche quando sta in silenzio e aspetta. Dio è l’Eccelso, ed eccelle in tutto, basta contemplare il creato, opera della sua mano, l’uomo e le sue capacità. Allora cosa è successo dalla creazione a noi? Semplice, che l’uomo ha voluto fare da solo, e Dio lo ha lasciato fare, in questo modo ha dato all’essere umano il modo di conoscersi, conoscere le proprie fragilità. Adamo aveva tutto! Dopo il peccato ha dovuto capire cosa significasse vivere la vita lontano da Dio. Quindi, Dio non fa errori, l’uomo invece continua a farne tanti, e la prima cosa è quella di non ascoltare.

La prova che Dio è perfetto l’ha mostrata nell’incarnarsi nell’uomo: Gesù. Avendo Egli le nostre stesse tentazioni e le nostre stesse limitazioni fisiche, non peccò per tutti i trentatré anni passati sulla terra dove ha camminato in mezzo agli uomini. Nel corso della storia, nel cammino dell’umanità, credo tutti abbiano avuto la possibilità di incontrarLo, la possibilità di cambiare la loro esistenza. Egli chiama tutti, ma pochi son coloro che si soffermano. Nonostante la sua voce abbia tuonato in ogni luogo, il mondo continua a tirare dritto davanti a Lui, a volte schernendo i suoi messaggeri. Oggi, Dio, per mettere tutto in ordine, tutto a nuovo, dovrebbe eliminare tutti gli uomini dalla faccia della terra come fece al tempo di Noè, eppure cosa è cambiato da allora? La storia dell’uomo che si ripete a oltranza. Da quel giorno, resta intatta solo la promessa di Dio: non avrebbe mai più mandato un diluvio universale. Quando si parla di peccato, si vede, si analizza e si giudica, quello del vicino. Siamo così bravi ad accusare il nostro prossimo, ma non siamo abbastanza bravi a esaminare noi stessi. “Chi non ha peccato scagli la prima pietra”, disse Gesù a quelli che volevano lapidare la donna adultera. Tutti lasciarono le pietre, oggi si continua a tirare sassate sugli errori degli altri ma mai su se stessi. La potenza di Gesù in quel momento fece veder loro cosa albergava nel loro cuore; Egli li mise davanti alla loro stessa coscienza. Oggi, nonostante ci si dichiara cristiani (non è detto che si è) si continua a tirare sassate sugli errori degli altri, o essere complici dei peccati altrui. Non c’è equilibrio spirituale, non c’è conoscenza, non c’è saggezza, e manca il timore di Dio. Dio però ha stabilito un giorno, non sappiamo quale, ma quel giorno per certo arriverà: “Come è vero che vivo”, dice il Signore, “ogni ginocchio si piegherà davanti a me, e ogni lingua darà gloria a Dio” (Romani 14:11).

Scrive l’Apostolo Paolo in Romani 3:12: “Tutti si sono sviati, tutti quanti si sono corrotti. Non c’è nessuno che pratichi la bontà, {no,} neppure uno”.

Ferrentino Francesco La Manna | Notiziecristiane.com

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