Io sono convinto di una cosa e ci credo fortemente (perché è scritto), che ci saranno persone che si credono giuste perché frequentano le chiese e credono di assolvere alle opere di Dio che un giorno saranno condannate da Dio; e persone che si credono condannate perché vivono una vita traballante che invece saranno salvate!
Questo non significa giustificare o tollerare il peccato, ma Gesù è venuto per salvarci dal peccato e non per condannarci. Vedi ad esempio le tante storie raccontate da Lui stesso nei vangeli: quanti si credevano giusti e sono stati condannati, come sacerdoti, farisei, scribi, quindi gente che frequentava ogni giorno le chiese, e a quanti invece ha riservato perdono, grazia, misericordia, amore, come prostitute, esattori delle tasse, adultere, persino ai Suoi stessi carnefici che lo hanno inchiodato in croce Egli ha riservato il Suo perdono.
Ripeto: questo non significa tollerare il peccato, assolutamente! Ma credo d’altra parte che bisogna smettere di vedere Dio come il “Dio di ira” del Vecchio Testamento (perché anche lì Dio era ed è Amore), e caratterizzare gli occhi su Gesù, che è l’immagine perfetta di Dio Padre.
Troppe persone che credono di essere giuste perché frequentano ogni giorno le chiese, o perché credono di mettere perfettamente la Bibbia in pratica, mancano d’amore, di tatto, di misericordia, di grazia verso chi, purtroppo, si trova in condizioni non perfette, facendole sentire ancor di più in colpa e allontanandole ancor di più da Dio a causa dei loro giudizi e delle loro condanne!
Ricordiamoci che Gesù ha sempre dato precedenza per il Paradiso ai peccatori e non a chi si credeva giusto, perché – come dice la Bibbia – “nessuno è giusto nel mondo, tutti hanno peccato e hanno bisogno del Salvatore!”. “Gli ultimi saranno i primi e i primi gli ultimi”, – Gesù é la nostra forza.
Alessio Sibilla
Ti è piaciuto l'articolo? Sostienici con un "Mi Piace" qui sotto nella nostra pagina Facebook