Domanda inopportuna, risposta sconveniente?

Di Angelo Curròparte dello staff della base italiana di Porte Aperte/Open Doors

Per questo articolo prendiamo le mosse dal racconto riportato in Atti 8:26-40. Non è mia intenzione sviluppare una meditazione sul brano. Tuttavia, c’è uno spunto davvero interessante e che ritengo faccia al caso nostro dato che questo blog parla di “un Dio più grande, indomabile e sovrano, che ispira, incoraggia e provoca una fede pericolosa”.

Giungiamo così al cuore della questione, senza ulteriori preamboli: domanda inopportuna, risposta sconveniente.

La domanda inopportuna è quella posta da Filippo al ministro etiope. Sappiamo dal testo che lo Spirito Santo aveva detto a Filippo di avvicinarsi al carro, ma non pare che gli abbia anche suggerito cosa dire. Eppure, Filippo pone una domanda: “capisci quello che stai leggendo?1

==>> Per la sensibilità contemporanea, la domanda è quanto meno inopportuna2: non si chiede ad una persona se sia in grado di capire quello che sta leggendo3, a maggior ragione se la persona in questione è un personaggio importante.

Ma, ad una domanda inopportuna segue una risposta sconveniente4: “E come potrei, se nessuno mi guida?

Queste due domande danno vita ad importanti questioni. Questioni che verranno riprese anche dall’apostolo Paolo in un passaggio dell’epistola ai Romani5.

Soffermiamoci sulla risposta sconveniente. Come posso comprendere quello che leggo, se nessuno me lo spiega? Negli ultimi anni ho spesso ripensato a questa frase, che adesso percepisco come una richiesta d’aiuto. Una sconveniente richiesta d’aiuto. Ci sono milioni di persone che non hanno accesso alla conoscenza biblica, e mi limito a parlare solo di cristiani. Cristiani che non possiedono la Bibbia nella loro lingua del cuore6perché Essa manca in forma completa in circa 3.700 lingue parlate.

Perché questa domanda è sconveniente, per noi?

Perché significa dedicare tempo e risorse per un lavoro lungo e laborioso (circa 7-8 anni per tradurre la Bibbia in una nuova lingua, 3-4 anni per il Nuovo Testamento, se tutto va bene7). Lavoro che spesso non ha neppure un “grande pubblico” a cui essere presentato.8

Perché significa, e c’è poco da fare, andare lì nel campo. Stare con le persone, parlare con loro.  Ricordate, non fu il ministro etiope ad andare da Filippo, ma fu quest’ultimo a salire sul carro e a percorrere un tratto di strada insieme a quella compagnia.

Perché significa trovare modi, anche creativi, per istruire i cristiani nella fede. Da italiani ci è facile dimenticare che esistono nazioni in cui c’è un alto tasso di analfabetismo. Per cui, pur avendo la versione cartacea della Bibbia (o parte di essa), questa sarebbe poco utilizzabile.

In un nostro report del 20199 ricordavamo che: “il governo iraniano ha bandito le Bibbie e tutto il materiale cristiano stampato in lingua persiana […]ci sono notevoli difficoltà a ottenere una formazione e una conoscenza teologica cristiana.”

Questa potrebbe essere una notizia sconvolgente per tutti quelli che reputano super-cristiani i perseguitati. Non tutti loro conoscono Neemia, Ester, Osea e così via. Ma non per questo sono meno cristiani.

Forse dovremmo iniziare a ripensare alle destinazioni da assegnare ad alcuni nostri insegnanti della Parola di Dio e condividere con altri anche questa grazia che Dio ci ha concesso; quella cioè di avere buoni strumenti e ottimi insegnanti.

Purtroppo, la richiesta sconveniente è ancora molto lontana dall’essere soddisfatta.

Per avviarci alla conclusione riprendiamo la domanda inopportuna. Con quale spirito poniamo questa domanda alle nostre sorelle e ai nostri fratelli? Sono quasi del tutto convinto del fatto che Filippo non avesse assunto un atteggiamento giudicante nei confronti del suo interlocutore. E noi?

Vede, credo sia innanzitutto una questione di giustizia. È giusto che ogni persona che lo desideri possa leggere la Parola di Dio nella sua lingua del cuore10…”. Fratello Andrea11 sarebbe pienamente d’accordo.

Abbiamo veramente a cuore il fatto che le nostre sorelle e i nostri fratelli possano crescere “nella grazia e nella conoscenza del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo”?

“Mentre la gente normalmente viaggia a piedi, su un asino e con l’autobus, io continuo a viaggiare nelle bare. È il solo modo per portare le Bibbie ai credenti. Mi piace l’ironia delle casse da morto utilizzate da Dio per portare nuova vita in Somalia! I credenti in clandestinità (sono numerosi ora) sono trasformati a immagine del nostro Salvatore mediante questo Libro” – Azzam, cristiano somalo

Citazione tratta dal libro Morte ai cristiani di Tom Doyle

https://www.fedepericolosa.org/domanda-inopportuna-risposta-sconveniente/

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