E dopo il terremoto i nubifragi!

terremoti-nuova-zelanda-lindroAd appena 48 ore dal forte terremoto di 7.4 in Giappone del 22 scorso, con relativo tsunami di onde alte “solo” un metro e mezzo, la terra è tornata a tremare nello stesso distretto per via di un sisma di magnitudo 5.6.

Sette giorni prima (14 novembre) era stata la Nuova Zelanda a sussultare letteralmente, a motivo di un violento sisma di 7.8 con ipocentro a 23 chilometri di profondità e ipocentro ad Amberley, con pronta evacuazione dell’intera città di Wellington. La replica nella stessa zona è giunta dopo un giorno, con un’altra scossa di magnitudo 6.5. C’è poco da fare, la terra barcolla proprio come un ubriaco (Isaia 24:19-20), e nonostante i giapponesi abbiano costruito con sistemi antisismici e siano abituati a tali fenomeni, vedere comunque i marciapiedi che si alzano, si gonfiano e si spaccano, mentre la gente si sdraia a terra, credo provochi terrore.

Certamente, il lettore potrebbe dire che oggi è molto più facile valutare la sismicità grazie alla moderna tecnologia, ma le statistiche sono chiare e lampanti per tutti: il suolo trema con intensità frequente e questo 30 o 40 anni fa non succedeva con tale ritmo. Sono ancora fresche nella memoria di molti le scene di devastazione dei tre terremoti in centro Italia (Amatrice ad agosto, Norcia a ottobre), tuttavia questo susseguirsi di terremoti da un’estremità all’altra della terra non spinge, purtroppo, l’uomo della strada a chiedersi il perché e cosa stia succedendo; d’altronde, sino a quando gli esperti sismologhi  intervistati dalla tivù giustificheranno tutto perché viviamo su un territorio ad alto rischio sismico (perché non si chiama mai un evangelico a dire la sua?), sino a quando i geologi diranno che la cd. “cintura di fuoco” percorre il globo nella sua circonferenza e che le falde tettoniche si urtano periodicamente eccetera, e fino a quando la Chiesa degli Ultimi Tempi si asterrà dall’allertare il popolo (Matteo 24:44), dubito che l’opinione pubblica comincerà a capire: essa sperimenterà la Grande Tribolazione (ira di Dio), entrando in quella fase di dolore e cataclismi senza rendersi conto di ciò che dovrà vivere! Eppure, al sussulto della terra del recente periodo sta facendo eco in queste ore il “fragore dei  flutti” (Luca 21:25), dato che ben tre regioni – Piemonte, Liguria e Lombardia – si trovano coinvolte nell’esondazione di fiumi e torrenti che stanno sommergendo tutto; la situazione più critica è nel Cuneese, dove il Tanaro è tracimato provocando frane e allagamenti ovunque, mentre in Liguria è stata una terribile bomba d’acqua a devastare strade, negozi e campagne.

I meteorologi continuano a dire che dobbiamo convivere con i fenomeni estremi (.), ma come ci si può abituare ai 150 millimetri di pioggia, ad esempio, che il 19 scorso son cadute nella cittadina balneare di Licata, nell’agrigentino, provocando panico e causando danni incalcolabili? L’acqua è arrivata all’altezza dei finestrini delle automobili, generando panico e smarrimento, disperazione che è identica in qualsiasi parte del mondo ogni qualvolta una calamità colpisce la terra: che si tratti di inondazioni nel Sudamerica, che si tratti di nubifragi al sud d’Italia e che si tratti dell’uragano “Otto” che ha colpito  Costarica e Nicaragua (Luca 21:25), l’ansia e l’angoscia è uguale in ogni emisfero del nostro pianeta! Dio vuole salvare, ma quanti comprendono che gli eventi di cui siamo testimoni oculari in questo secolo preparano il ritorno del Signore Gesù?

Salvatore Di Fede | Notiziecristiane.com

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