E ora il virus di Wuhan

L’inattesa recrudescenza del coronavirus, o virus di Wuhan, sta suscitando grande apprensione non solo in Cina, ma nel resto del mondo, come avvenne all’epoca dell’Aviaria (anno 2003), della Bse o virus della mucca pazza (anno 1996) e della Sars (2002).

L’allerta lanciato dall’O.M.S. (Organizzazione Mondiale della Sanità) è scattato dopo gli oltre 20 decessi e i circa 400 contagi sinora accertati, sebbene il timore maggiore sembra essere la rapida mutazione del virus che risulta trasmissibile da uomo a uomo. I contagi si stanno registrando anche in Corea e in America, ma è in Cina la paura più grande tant’è che son state sospese persino le riunioni di culto delle chiese cattoliche del paese. E tutto accade a pochi giorni dai solenni festeggiamenti (25 gennaio) per l’entrata in vigore dell’Anno Lunare, il calendario cinese 2020 che inizia con il primo segno zodiacale del Topo. Strana coincidenza, in una nazione che ha come simbolo il Dragone, la ricerca effettuata dal Journal of Medical Virology ha identificato nel “serpente” l’animale all’origine di questo virus della polmonite, a sua volta trasmesso dai pipistrelli, laddove dragone e serpente ci ricordano alcuni attributi del diavolo o satana, mentre il pipistrello evoca quei personaggi tanto amati dai fan dell’horror come Dracula e Batman, i signori delle “tenebre” che operano di notte (.). Forse le autorità cinesi sospenderanno le imminenti celebrazioni del capodanno a motivo del grande afflusso di gente che si prepara a invadere il paese, nazione ove il commercio di animali vivi e il consumo di carne di cane di sicuro costituisce un fattore di rischio elevato.

Eppure questa virosi o pestilenza (Matteo 24:7) giunge dopo i devastanti incendi in Australia che, a quanto pare, son stati smorzati da una fortissima tempesta di grandine con chicchi grossi quanto una pallina da tennis. Mentre i venti soffiavano a oltre 100 km/h, da un lato la tempesta ha attenuato il fuoco ma dall’altro essa ha danneggiato vetri, finestrini e carrozzerie delle automobili, abbattendo molti alberi e generando pesanti inondazioni in un territorio già provato da colossali roghi che hanno ucciso migliaia di koala e canguri. Nei giorni in cui il grande continente australiano bruciava, chi si è accorto dell’eruzione improvvisa del vulcano Taal nelle Filippine? La potente esplosione del vulcano (sono ben 24 quelli attivi nelle isole) ha raso al suolo tutta la zona a valle, seppellendo sotto una spessa coltre di cenere lavica case e animali, dato che tutti gli abitanti dei villaggi vicini erano stati evacuati dopo l’allerta del Centro di Sismologia. Interi villaggi cancellati dalla colonna di lava e cenere alta sino a 15 km che poi si è riversata a valle come ai tempi di Pompei ed Ercolano, lava che ha prosciugato in breve tempo il lago Taal che si era formato dentro il cratere centrale dopo l’ultima eruzione.

Frattanto, dall’altra parte del pianeta, a Portorico, tre scosse di magnitudo superiore ai sei gradi hanno fatto tremare il paese senza provocare morti (Marco 13:8) mentre in Spagna arriva la tempesta “Gloria”, con mareggiate e onde alte sino a 13 metri che hanno invaso le zone costiere iberiche, soprattutto le Baleari e la costa orientale catalana. Venti gelidi, neve e pioggia hanno causato nove vittime e danneggiato ristoranti e negozi commerciali della costa spagnola, complice una enorme coltre di schiuma marina che ha coperto le strade di melma biancastra. Sembra che l’esteso fronte di schiuma sia stato originato dall’enorme massa di plancton che popola la costa Brava. Gloria si è subito spostato in Francia, dove ha colpito i Pirenei con piogge torrenziali e fatto scattare l’allarme fiumi, sì da far evacuare diversi villaggi per il rischio di straripamento dell’Agly, fiume che attraversa una zona abitata di 30mila persone. Beh, considerato che non è ancora trascorso un mese dai pomposi e solenni festeggiamenti per l’arrivo del 2020, anno salutato con fuochi d’artificio, litri e litri di spumante, balli, danze e auguri in tutto il mondo, gli auspici di un anno “nuovo” e vita “nuova” non si sono fatti attendere, visto gli eventi calamitosi qui descritti: e ci aspettano ancora altri undici mesi.

Caro lettore, non essere ingenuo, ma considera la bontà del Signore che ci preserva, a ogni modo, da queste cose. Se, però, non facciamo tesoro di quanto succede attorno a noi, c’è il rischio di imitare quel servo che pensava il suo padrone tardasse (Matteo 24:48). E sai bene come è finita!

Salvatore Di Fede

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