E poi succede che a Napoli una mostra si trasforma in una bestemmia….

del Comitato della Pastorale Campana

Napoli, 27 settembre 2021

 

Con questa lettera immaginaria, diretta all’apostolo san Paolo, il Comitato dei pastori delle Chiese Evangeliche ubicate nelle province di Napoli e Caserta esprime a nome delle comunità rappresentate, il disappunto per la campagna di blasfemia scaturita sulla scia del “Festival delle arti per la libertà d’espressione contro la censura religiosa”, in programma dal 17 al 30 settembre al Pan (Palazzo della Arti di Napoli).

Avremmo potuto immaginare un’iniziativa di questo tipo nelle fredde capitali europee o nelle grandi metropoli americane, ma non nella solare Napoli che ha sempre concesso libertà a tutte le espressioni di fedi e anche di ideologie anticlericali. Che bisogno c’era di sponsorizzare e patrocinare una iniziativa che si sapeva, avrebbe fatto esaltare i pochi a danno del sentimento religioso di tanti. Offendere una chiesa è un conto, ma bestemmiare nelle strade Dio , che per i credenti  è il Padre Celeste, è una caduta di stile morale e istituzionale. Nel rispetto della storia culturale di Napoli e le radici cristiane che l’hanno accompagnata, il sindaco De Magistris e l’assessora Palmieri non avrebbero dovuto privilegiare questa mostra a dispetto di tante altre iniziative che pur meritano il supporto istituzionale.  E’ compito dell’Amministrazione cittadina dare luce e lustro ad iniziative che documentano il patrimonio artistico, turistico e culturale della città e non di prestare il fianco ad iniziative che tendono in maniera provocatoria ad attirare l’attenzione mediatica e scalpore per fini diversi. I manifesti bestemmiatori affissi su spazi pubblici comunali sono una sorta di provocazione per lanciare l’evento e creare interesse.

Tuttavia, va riconosciuto al Sindaco di Napoli dott. Luigi De Magistris il merito di essere stato puntuale interlocutore del mondo delle chiese evangeliche e protestanti napoletane (ha anche partecipato ad eventi e celebrazioni pubbliche) il che è un segnale di apertura al pluralismo religioso e alla libertà dell’espressione della fede anche nei confronti delle minoranze religiose. Ma in questo caso, proprio alla fine del suo mandato, ha neutralizzato la simpatia istituzionale delle chiese verso l’amministrazione comunale e di ciò ne siamo rammaricati.

Se l’Amministrazione, ha preso le distanze dall’affissione dei manifesti blasfemi, applichi le dovute sanzioni amministrative per le affissioni abusive e segnali gli illeciti scaturenti dalla blasfemia all’autorità giudiziaria.

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