“…E VI FARÒ PESCATORI DI UOMINI”

Mi chiamo Manuel Pisanu, ho 28 anni e vivo a Catania. Sono nato da una relazione tra due adolescenti, che ebbe breve durata e si interruppe quando ancora ero nel grembo materno. Non ho ricordi di mio padre perché, appena io venni alla luce, incapace di assumersi le sue responsabilità, scomparve definitivamente per 22 anni.

Crebbi con mia madre e la sua famiglia, che era in parte cattolica non praticante, in parte testimone di Geova. I miei nonni materni mi diedero il loro cognome e dei valori sani, non facendomi mancare nulla. Tuttavia, l’assenza di un padre lasciò in me un vuoto, che riempii con tante cose sbagliate.

In giovane età, oltre le scuole, frequentavo con amici un oratorio salesiano e partecipavo con devozione alle processioni della santa patrona, Sant’Agata. Nel 2007 mia madre si sposò e andò a vivere per conto suo, mentre io rimasi con i nonni.

Durante il periodo liceale, iniziai a comportarmi da ribelle. Trascuravo la scuola, perciò fui bocciato e mi ritirai per lavorare. Instaurai amicizie con persone poco raccomandabili e appartenenti ad un ambiente malavitoso, che mi coinvolsero con l’inganno nei loro sporchi affari. Ciò mi portò ad avere dei problemi con la legge e a subire un processo, dal quale uscii discolpato. Presi contatto con una persona che avrebbe dovuto farmi conoscere mio padre ma, il giorno in cui doveva accompagnarmi da lui in moto, io ebbi un contrattempo e persi l’appuntamento. Poco dopo, appresi in TV che quella persona era stata assassinata in un agguato mafioso! Dio volle salvarmi la vita.

Intrapresi una vita dissoluta, fatta di discoteche, di fumo, di alcool e di uso occasionale di cocaina. Ricorsi persino alla cartomanzia, che aggravò i miei problemi portandomi a non dormire bene la notte.

Una sera, in seguito ad una dose tagliata male, finii in ospedale. Vidi i medici precipitarsi su di me e appresi che stavo lottando tra la vita e la morte ma, grazie a Dio, ancora una volta mi salvai.

Tornato a casa, cercai di condurre una vita più sana, mi iscrissi nuovamente a scuola conseguendo il diploma, ma mi ritrovai a soffrire di attacchi di panico. Prendevo farmaci ansiolitici e antidepressivi finendo spesso in ospedale, e la mia debolezza fisica mi impedì di portare avanti il sogno che avevo sin da bambino: arruolarmi nell’esercito. Ero entrato in depressione, passavo i miei giorni a letto al buio, volevo farla finita.

Una sera, schiacciato da un peso insostenibile, piegai le mie ginocchia, lanciando un grido disperato a quel Dio che mi rendevo conto di non conoscere ancora. Dopo alcuni giorni, mi recai a casa della mia bisnonna che era in fin di vita. Lì incontrai un cugino che non vedevo da anni, il quale mi parlò di Gesù, di come lo aveva guarito dalla depressione e dei miracoli che poteva compiere anche nella mia vita.

Cominciai a leggere la Bibbia e a pregare con sincerità, e mi resi conto che fino a quel momento avevo seguito una religione, non una fede. Iniziai pian piano a fidarmi di Dio, sentivo la Sua voce ed il Suo conforto. Accettai di andare in una chiesa evangelica, e appena entrato sembrava che il predicatore fosse stato messo al corrente della mia storia. Lì il Signore toccò il mio cuore, le mie paure scomparvero, la Sua presenza mi guarì. Completai gli studi diplomandomi come ragioniere e iniziai a lavorare come operatore fiscale.

Nel 2012 decisi di farmi battezzare. Avevo chiesto al Signore un segno di conferma e, la sera prima del battesimo, mi parlò in uno splendido sogno. Buttai tutti i farmaci e, subito dopo, io che soffrivo di attacchi di panico mi trovai a parlare a tutti di quell’Amore che mi aveva cambiato la vita.

Iniziai a sentire il peso di perdonare mio padre, e così mi ritrovai a pregare per lui e per la possibilità di incontrarlo. Pochi giorni dopo, su un social network, ricevetti un messaggio da parte di una bambina, che diceva di essere mia sorella (frutto di un successivo matrimonio) e di volermi presentare nostro padre che voleva conoscermi. Già al primo incontro, gli parlai di Gesù, e piano piano assistetti al suo avvicinamento a Dio e alla sua scelta di farsi battezzare. Oggi, nonostante mio padre continui ad essere poco presente, Dio mi ha donato la forza di volergli bene.

Col tempo, nacque in me il desiderio di appartarmi con Dio, di approfondire la Sua conoscenza e di un maggiore impegno nell’opera Sua. Nel 2013 ebbi l’opportunità di fare un percorso di discepolato presso un centro missionario. Durante quei mesi, il Signore modellò il mio carattere e instaurai una profonda comunione con Lui. Una notte fui svegliato dalla Sua voce, che mi parlò fortemente con un verso: “Vi farò pescatori di uomini” (Mt 4:19). Dalla mia conversione, avevo sempre avvertito una grande passione per i perduti, perché io ero stato uno di loro, e dopo quella notte Dio confermò la Sua parola mettendo sul mio cammino altri giovani che condividevano lo stesso desiderio e con i quali ho servito il Signore fino ad oggi.

Ho svolto diversi lavori e ho servito a tempo pieno per 4 anni in un’opera missionaria, fondando vari comparti evangelistici per l’aiuto di ragazze madri, senzatetto, ammalati e bisognosi di vario tipo. Negli ultimi anni ho intrapreso dei viaggi missionari in varie regioni e nazioni (Africa, Francia, Germania, Albania, Svizzera), dove il Signore si è usato di tanti Suoi servitori per confermarmi ulteriormente la chiamata che mi ha rivolto. Recentemente ho avviato il progetto “Vite Trasformate”.

Non nascondo che ci sono stati periodi di abbattimento e di crolli, ma Dio mi è stato vicino e con il Suo Amore mi ha sempre teso una mano.

Io ho preso il timone della mia vita, l’ho messo nelle mani di Chi mi ama e ho visto le vele di nuovo spiegate, e la tempesta calmata.

Vite Trasformate

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