Ecco come l’Europarlamento getta fango sui movimenti pro life. Con la complicità di Soros e Gates

Il Parlamento Europeo ha ormai gettato la maschera. Il militante pro life e pro family non è più un cittadino come gli altri, con diritto ad esprimere e argomentare le sue idee ma un nemico della democrazia, nemico dei diritti umani, una minaccia per la libertà delle donne di poter disporre del proprio corpo. Quello che, fino a poco tempo fa, era un modo di pensare tipico dei circoli liberal e del movimentismo femminista e arcobaleno, oggi è diventato un criterio istituzionale per discernere i “buoni” dai “cattivi”.

Quanto è avvenuto giovedì scorso durante l’udienza congiunta di due commissioni dell’Europarlamento, è paradigmatico del clima di caccia alle streghe che si sta scatenando. Uno pseudo-dibattito privo di contraddittorio, nel corso del quale è stato presentato un dossier con l’unico scopo di gettare fango sulle organizzazioni pro life, definite «anti-scelta», operative nell’Unione Europea e di qualunque provenienza: europea, statunitense o russa.

Momento centrale della conferenza, moderata da due europarlamentari socialisti (l’austriaca Evelyn Régner e il francese Raphaël Glucksmann), è stato l’intervento di Neil Datta, uno dei più influenti lobbisti della International Planned Parenthood Federation presso il Parlamento Europeo. Datta ha sciorinato una lunga serie di dati inerenti alle organizzazioni non governative e le onlus, che, a suon di milioni di euro, dollari o rubli, farebbero «ingerenza» sulla politica e sulla società civile, per imporre, a tutti i livelli, misure pro life, reputate dannose nei confronti della «salute riproduttiva». Tali organizzazioni «anti-scelta» sono accusate di «destabilizzare l’opinione pubblica», di diffondere «discorsi d’odio» e di dare adito a «nuove forme di violenza intensificata». Tra i soggetti messi alla gogna: Fondazione Lejeune; Novae Terrae; CitizenGo; Dignitatis Humanae Institute; One of Us; Manif Pour Tous; Mum, Dad & Kids. Nell’audizione vengono fatti esplicitamente i nomi di noti attivisti pro life americani, europei e russi, come Brian Brown, Luca Volonté o Aleksej Komov.

L’invettiva contro gli antiabortisti è portata avanti nel tipico stile di OpenDemocracy e di tutte le organizzazioni promosse da George Soros: tolleranza e apertura con tutti, salvo che con gli «intolleranti», identificati, in questo caso, con chi difende la vita dal concepimento alla morte naturale. Come è costume dei “sorosiani”, non si entra nel merito dei diritti umani che si vogliono difendere, né di un vero pluralismo delle idee. Al contrario, si da per assodato che qualunque idea non compatibile con il femminismo radicale e con i “nuovi diritti” sia, per sua natura, antidemocratica, quindi da deplorare e da estirpare dalla coscienza collettiva.

Nelle due ore di tavola rotonda, molto simili ad un processo in assenza dell’imputato, è intervenuto un unico rappresentante del mondo pro life: la spagnola Margarita De La Pisa Carrión, europarlamentare del gruppo dei Conservatori e Riformisti. Carrión ha denunciato la «propaganda per una visione unica e totalitaria», sottolineando che nessuna donna si è mai rammaricata di essere madre mentre, in compenso, moltissime donne si sono pentite di aver abortito.

Da notare che, in tali interventi, è completamente mancato qualunque riferimento a eventuali violazioni del diritto internazionale o reati da parte dei soggetti messi “a processo”. Soltanto vaghe allusioni alla presunta «opacità» sull’origine dei finanziamenti e ai «conti non dichiarati», ovviamente calcando molto sulle frequentazioni di «estrema destra» di molti di questi «oligarchi» e «miliardari» pro life.

Tra i vari “imputati” posti sotto il torchio dell’inquisizione sorosiana, c’è Grégor Puppinck, chiamato in causa, in qualità di direttore del Centro Europeo per la Legge e la Giustizia (ECLJ). Sul sito di ECLJ, Puppinck ha denunciato la cospirazione anti-prolife, portata avanti da OpenDemocracy, attraverso l’iniziativa Tracking the Backlashfinanziata da Soros con un fondo di 407mila dollari. La richiesta di Puppinck di partecipare all’audizione come controparte, secondo quanto dichiarato dall’attivista pro life francese, è stata completamente ignorata.

Puppinck afferma che lo scopo dell’audizione presieduta dai due europarlamentari socialisti sarebbe quello di «avviare la stesura di un rapporto parlamentare in vista dell’adozione di una risoluzione nel 2022 e di annunciare la prossima pubblicazione di un rapporto sul finanziamento delle organizzazioni conservatrici europee». Tutto ciò, a poche settimane dal voto su una nuova risoluzione che promuoverà l’aborto in maniera più radicale che in passato. I pro choice punterebbero dunque a tagliare più fondi possibili alle organizzazioni anti-abortiste, tuttavia Puppinck è convinto che questa strategia possa «ritorcersi contro di loro».

L’accusa del direttore di ECLJ nei confronti di Datta è pesantissima: nei suoi rapporti in cui accusa le organizzazioni pro lifeil lobbista di Planned Parenthood «non esita a diffondere informazioni personali e familiari sui suoi avversari e sui loro figli, o a utilizzare documenti dichiarati rubati». Su ciò «è in corso un’indagine giudiziaria».

Puppinck smaschera infine la contraddizione e l’ipocrisia in cui cadono le lobby abortiste, quando accusano le organizzazioni pro life di smuovere milioni di euro per fare propaganda e pressioni sulla popolazione. Negli ultimi dieci anni, ha ricordato il direttore di ECJL, la sezione europea di Planned Parenthood ha ricevuto più di 25 milioni di dollari dalla Gates Foundation, la quale, soltanto nel 2018, ha elargito quasi 3 milioni di dollari alla European Parliamentary Forum on Population and Development (EPF), guidato dal già citato Neil Datta. «Questo attacco alla vita umana e alle persone e alle organizzazioni che la difendono è massiccio e violento. I finanzieri di sinistra, come Gates e Soros, hanno investito milioni di dollari solo per combatterci – conclude Puppinck –. Dovremo abituarci a un livello di violenza sempre più elevato».

https://www.provitaefamiglia.it/blog/ecco-come-leuroparlamento-getta-fango-sui-movimenti-pro-life-con-la-complicita-di-soros-e-gates

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