Egitto: aumentano i rapimenti

egitto_magdaUn’ondata di rapimenti ha diffuso la paura in alcune zone dell’Egitto, aumentati del 145% tra il 2011 e il 2012. Il governo Morsi sembra aver chiuso un occhio soprattutto riguardo i rapimenti di cristiane. Vi raccontiamo la incredibile storia di Magda, storia che purtroppo ne rappresenta molte altre.

Un’ondata di rapimenti ha diffuso la paura in alcune zone dell’Egitto dopo la caduta di Mubarak nel 2011. Stime precise sono difficili da reperire a causa dei continui disordini (per ultima la caduta di Morsi) e del fatto che solo una parte di questi rapimenti vengono denunciati. Solo nella provincia di El Minya, almeno 150 persone sono state rapite negli ultimi 2 anni (fonte Associated Press). Il Ministro degli Interni comunque ha affermato che i rapimenti sono aumentati del 145% tra il 2011 e il 2012. Va precisato che i cristiani non sono le uniche vittime, anzi queste bande di criminali puntano soprattutto a colpire famiglie benestanti. Tuttavia i leader delle chiese e alcuni attivisti per i diritti umani ammettono che il governo egiziano appena caduto (retto dai Fratelli Musulmani) aveva di fatto creato una terra franca (o poco sorvegliata) per i criminali che prendessero di mira i cristiani. Le famiglie cristiane non si sentono al sicuro.

egitto_magdaMagda Adel Gameel, 19 anni, all’ultimo anno di superiori (vedi foto) ad Assyut, ha appena finito la lezione di arabo quando dice alle sue amiche che sarebbe andata in farmacia per poi incontrarle davanti alla vicina Chiesa Anba Magar: sono le 19:00 e c’è ancora molta luce. Uscendo dalla farmacia vede un’anziana signora che chiede il suo aiuto per avvicinarla all’auto, poiché sostiene di aver male a una gamba. Magda decide di darle una mano, ma giunte all’auto, la donna le spruzza in volto una sostanza e in pochi istanti rimane incosciente. Si risveglia in una stanza vuota senza oggetti personali, senza cellulare. Di lì a poco entra una donna velata che le porta del cibo e di fronte alle proteste di Magda, le intima con tono aggressivo di stare in silenzio. Per andare al bagno viene bendata, quindi Magda non ha idea di dove si trovi. Passa una settimana intera in questa prigione, poi la stessa donna velata entra e spiega a Magda che ora avrebbe chiamato suo padre allo scopo di chiedere un riscatto per il suo rilascio. E’ la stessa donna a comporre il numero di telefono e a passare il cellulare a Magda. Risponde un uomo, ma la voce non le è familiare: “Questo non è mio padre!”, afferma angosciata Magda. La donna la picchia violentemente e le ordina di dire le esatte frasi che le sono state impartite poco prima. Magda esegue piangendo, mentre l’uomo dall’altro capo dice: “C’è un errore, mia figlia è qui con me”.

La donna velata a quel punto prende il cellulare ed esce dalla stanza infuriata. Oltre la porta si odono urla di rabbia. I rapitori avevano sbagliato Magda. L’uomo al telefono si chiama Ibrahim ed è un signore benestante della zona che in effetti ha una figlia che si chiama Magda. La nostra povera Magda è figlia di una famiglia cristiana della zona molto meno benestante di quella di Ibrahim.

La donna velata entra nella stanza e con lo stesso spray intontisce Magda. Quando si risveglia la povera 19enne si ritrova ai bordi di una strada deserta. Piangendo inizia a pregare Dio che qualcuno possa trovarla in quella zona isolata. Poco dopo arriva un taxi e lei gli si para davanti. “Dove siamo?”, chiede in lacrime Magda. Il tassista la riporta al Cairo, dove chiamerà i genitori che la verranno a prendere. Fatta regolare denuncia, nessuno è ancora stato indagato.

Magda ora è a casa, sana e salva. Non ha potuto fare l’esame finale delle superiori.
Potremmo parlarvi di Jessica, i cui genitori hanno dovuto pagare il riscatto per riaverla, e di molti altri casi. Le famiglie cristiane di alcune zone dell’Egitto hanno paura per le loro figlie: tale paura è concreta.

Fonte:  porteaperteitalia.org

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