Egitto. Incarcerato «solo perché ha lasciato l’islam», cristiano convertito inizia sciopero della fame. «Si lascerà morire»

Bishoy-Armiya-islam-egittoBishoy Boulous, è stato arrestato più volte e torturato per aver chiesto pubblicamente di cambiare lo stato religioso sui suoi documenti di identità: da musulmano a cristian.

Arrestato più volte, torturato e condannato a cinque anni di carcere, il cristiano egiziano convertito dall’islam Bishoy Armiya Boulous (foto a fianco) ha cominciato lo sciopero della fame in prigione. «Ha promesso di lasciarsi morire», ha dichiarato il suo avvocato Karam Ghobrial, «a causa della sua incarcerazione illegale». Bishoy è noto alle cronache dal 2007 per essere il primo cristiano ad avere chiesto pubblicamente che venisse modificata sui suoi documenti la dicitura riguardante la religione da “musulmano” a “cristiano”.

ARRESTO E PROCESSO. Bishoy, che prima di ricevere il battesimo nel 1998 si chiamava Mohammed Hegazy, è stato arrestato nel dicembre del 2013 per aver filmato senza permesso nella città di Minya un cristiano attaccato dai Fratelli Musulmani, insieme a edifici militari e della polizia. Dopo essere stato detenuto per sei mesi, è stato condannato il 18 giugno a cinque anni di carcere e 70 dollari di multa.
Il processo di appello, di cui non si conosce ancora l’esito, era previsto per il 16 novembre presso la corte di Minya, che dista 240 chilometri dalla prigione del Cairo dove l’uomo è detenuto. Prima dell’udienza, l’avvocato aveva protestato pubblicamente affermando che non volevano concedere al suo assistito la possibilità di presenziare al processo e che questo avrebbe portato «automaticamente» alla condanna.

egitto-cristiani-fuga-jpg-crop_display«DETENZIONE ILLEGALE». Ora Bishoy ha annunciato di aver cominciato lo sciopero della fame per protestare contro la sua «detenzione illegale». Infatti, come riferito in precedenza dall’avvocato, la legge egiziana prevede un massimo di carcerazione preventiva pari a sei mesi, già scontati dal cristiano. Ma a Bishoy non è stato concesso di pagare la cauzione e uscire, per questo si trova ancora in carcere. Non solo: le guardie gli negano il diritto a leggere la Bibbia e a ricevere la Comunione una volta a settimana.

«ARRESTATO PERCHÉ CONVERTITO». Per l’avvocato Ghobrial, inoltre, «i giudici non hanno alcuna prova contro di lui e l’unico motivo per cui è stato arrestato è la sua conversione al cristianesimo». I problemi di Bishoy, che nel 2009 è stato denunciato per blasfemia, anche se questo secondo processo non è ancora partito, sono cominciati nel 2007, quando l’uomo ha cercato di ottenere il riconoscimento del cambiamento dello stato religioso sui documenti d’identità. Il caso ha fatto scalpore in Egitto e lui, insieme ai familiari e all’avvocato, ha ricevuto minacce, percosse dagli estremisti ed è stato costretto a nascondersi dopo che molti religiosi ne hanno chiesto la morte attraverso una fatwa. Mentre la moglie e i due figli sono già emigrati in Germania, lui ha deciso di restare sapendo che altrimenti non l’avrebbero mai più fatto rientrare.

«FEDE NON È UN GIOCO». Le reazioni rabbiose degli estremisti purtroppo non sono una novità per Bishoy. Nel 2002 la polizia l’ha arrestato e inviato in un campo di prigionia per 10 settimane per riconvertirlo all’islam, rivela World Watch Monitor. Nel 2010 il cristiano convertito aveva anche dichiarato di essere stato arrestato e torturato dalle forze di sicurezza egiziane, le quale volevano obbligarlo a «riconvertirsi all’islam». Lui però si era rifiutato di abiurare: «Non posso tornare indietro, la fede non è un gioco», aveva affermato in un’intervista. «La mia vita ora è cambiata. Sono una persona più felice, una persona migliore e nuova».

Tratto da: http://www.tempi.it/

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