Egli è stato buono con me, e soprattutto molto paziente

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39144_1511644282181_975999_nGloria a Dio! Mi chiamo Daniele e ho 37 anni. Ringrazio il Signore per questa bella opportunità che mi concede di raccontare del Suo grande amore che ha verso la mia vita.

Sono nato in una famiglia cristiana evangelica, e questo è già un grande privilegio. Infatti fin da bambino ho ricevuto insegnamenti cristiani e ho frequentato la scuola domenicale imparando intorno alla Parola di Dio. Con gran desiderio dei miei genitori, alla mia nascita, sono stato presentato alla chiesa per chiedere all’Eterno che il suo occhio vigilasse su me, e ora più che mai, posso dire che Lui nella sua grande fedeltà l’ha sempre fatto e non mi ha mai abbandonato anche quando vivevo lontano da Lui. Si, perché ben presto, nella mia adolescenza, all’età di tredici – quattordici anni, quando a scuola frequentavo cattive amicizie, decisi, nonostante le lotte e le forti opposizioni dei miei genitori, di abbandonare la casa del Signore per fare ciò che volevo della mia vita. Dicevo infatti di volere le mie libertà perché ero stanco di quella che per me era soltanto una religione.

Ma ahimè, non sapevo che di li a poco, altro che libertà, sarei entrato in tante schiavitù: quelle del peccato. La mia filosofia, il mio motto era quello di «fare tutto ciò che mi va»; praticamente asserivo che ero libero di fare tutto quello che mi passava per la testa. Ma sia benedetto il nostro Gesù che risponde chiaramente a tutti coloro che hanno questo pensiero, «che chi commette il peccato è schiavo del peccato». (Giovanni 8:34)

Lo ringrazio, il Signore, perché Egli è stato buono con me, e soprattutto molto paziente. Sono stato lontano da Lui per circa venti anni e nella mia ribellione a Dio e alla famiglia, ho cercato nel mondo quella felicità, quel qualcosa che appagasse quel senso di vuoto, quell’immensa voragine che aumentava sempre di più dentro di me. Nel corso di quei lunghi anni ho raccolto tutto ciò che il male poteva offrire, attratto dalla concupiscenza e ingannato dal gran nemico delle anime nostre che mi mostrava verdi pianure belle a vedersi ma piene di erbe amare. Più passavo il tempo lontano da Dio e più la mia condizione peggiorava. Mia madre era molto afflitta ma non cessava mai di pregare. Ricordo che talvolta, sfinita dal dolore e dalle preoccupazioni per aspettarmi la notte, chiedeva a mio padre di essere più severo con me. E quando rientravo all’alba, insieme ai rimproveri, ascoltavo anche mio padre che rassicurava mia madre dicendole che prima o poi anch’io avrei incontrato Gesù ricordandole che la parola di Dio dice: “credi nel Signor Gesù e sarai salvato tu e la casa tua”. (Atti 16:31)

Intanto il tempo passava, ero sempre più insoddisfatto, sempre più triste, anche se mi sforzavo di non dimostrarlo e se pur circondato da tanti amici che mi seguivano nelle purtroppo cattive novità che puntualmente proponevo, mi sentivo sempre più solo.

Un giorno mentre sprofondavo nel fango e nel peccato e quando oramai non sapevo cosa altro fare, mentre terrorizzato mi domandavo come avrei fatto visto che tutto avevo già provato senza trovare alcuna soddisfazione, il Signore nella sua infinita bontà, nel parlare con una persona che era nel mio medesimo stato mi faceva ricordare di appartenere ad una famiglia cristiana e che esisteva un popolo al quale Dio donava pace e serenità. Per mostrare a questa stessa  persona chi erano gli evangelici, pur confessando che io non lo ero affatto, accesi la radio sintonizzandola su Radio Evangelo proprio mentre trasmettevano un culto il cui sermone annunciava che solo Gesù poteva donare quella pace che tutti desiderano. Rimasi sorpreso dalla tempestività della cosa.

Di lì a pochi giorni incominciai ad ascoltare Radio Evangelo. Pian piano per mezzo delle predicazioni riconoscevo che  il problema, causa della mia infelicità, era dentro di me e non negli altri come ero abituato a vedere. A volte addirittura mi capitava che quando ero nervoso e adirato a causa di qualche litigio avuto a casa o con qualche cliente per lavoro, non volevo accendere la radio pensando: “adesso avrò un altro rimprovero”. Ma grazie a Dio per quei rimproveri. Grazie a Dio per la sua santa parola che per mezzo dello Spirito Santo compungeva il mio cuore e facesse si che mi aggrappassi ad essa come unica certezza di vita. Quella radio, quella parola era diventata per me un rifugio. Sperimentavo volta per volta che quei dolci rimproveri e quegli inviti a sperare in Gesù, mi producevano pace, la vera pace non come il mondo la dà. Finchè un giorno dopo circa cinque mesi che ascoltavo e precisamente il 10 dicembre 1999 alle tre del pomeriggio, nella mia automobile, di fronte al messaggio della croce, contemplando tutto l’amore di Dio, vedendo Gesù che pagava al mio posto per i miei peccati, che moriva per me per darmi la vita, non ho potuto fare altro che esclamare :«Signore abbi pietà di me», e mi chiedevo come avrei fatto a continuare a vivere in quella mia triste realtà, nel mio egoismo, senza tener conto del suo grande sacrificio. Allora in quello stesso istante ho realizzato tutto il mio stato di peccato e pentito in un mare di lacrime ho potuto gridare a Lui perdono ed Egli non ha mancato di accordarmelo. È stato il giorno più bello della mia esistenza: passare dalla morte alla vita! Lo Spirito Santo è venuto ad abitare dentro di me. Ricordo perfettamente quel momento quando per la prima volta ho sentito la dolce presenza di Dio, mentre Egli mi lavava con il suo prezioso sangue. Era una splendida giornata invernale piena di sole, avevo gli occhi aperti, ma posso assicurarvi che solo in quel momento mi si sono aperti davvero. Come delle scaglie che son cadute, come un velo che è stato rimosso, così è stato quando in quel beato giorno sono passato dalle tenebre alla luce. Il vedere finalmente tutto chiaro su ciò che mi era stato insegnato, aver smesso di cercare senza mai trovare, avere uno scopo nella vita e cioè quello di dare tutto l’onore e la gloria a Gesù che mi ha salvato dalla perdizione eterna annunciando agli altri la sua grazia,  mi rende felice e pienamente appagato.

Ancora devo aggiungere che ho il cuore pieno di riconoscenza e gratitudine per tutto quello che fa per me ogni giorno e come ho detto prima che ha sempre fatto. Per l’onore che mi da di servirlo, per la grande famiglia che mi ha donato e soprattutto perché mi ha fatto un suo figliuolo: un figliuolo dell’Iddio vivente e vero.

Nella gloriosa speranza di vederLo un giorno come Egli è per godere insieme a tutti quelli che credono in Lui aspettando la sua beata apparizione, lo prego affinché mi tenga sempre pieno del suo Spirito Santo e mi faccia perseverare fino alla fine santificandomi giorno per giorno.

Fonte: http://www.adinapoli.it/

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