Enza: “Ho sposato un pastore evangelico”

Mi chiamo Enza, ho 54 anni e sono moglie di un pastore evangelico.

Devo ripercorrere all’indietro gli anni della mia vita per entrare nel passato; mi fermerei all’anno 1970, quando avevo quindici anni ed ebbi modo di frequentare un campeggio evangelico estivo.

Al termine del turno, dopo aver seguito tutti gli studi ed i sermoni tratti dalla Parola di Dio, compresi quanto il Signore mi amava e ciò che aveva fatto per me.

Come risposta a questo grande e meraviglioso amore, decisi di offrirGli la mia vita disponendomi al Suo servizio, esprimendo anche questo pensiero: “se un giorno mi sposerò, vorrei un marito che abbia fatto la mia stessa decisione, per lavorare insieme nel campo del Signore”.

Avevo solo quindici anni, non comprendevo quando e come si potesse realizzare tutto questo; inoltre, non potevo conoscere  l’impegno e la responsabilità che comportava questa scelta.

Ma, il Signore, che è sempre attento al nostro parlare e risponde a quelle richieste che rientrano nella Sua volontà, ha permesso che ciò si avverasse.

Due anni dopo, ritornò nella mia chiesa, dopo il servizio militare e qualche anno di studio della Parola di Dio,  un giovane, più grande di me di cinque anni, che cominciò a curare il gruppo giovanile e serviva il Signore nell’ambito della comunità.

Dopo alcuni mesi di conoscenza e tre anni di fidanzamento ci siamo sposati ed abbiamo così iniziato a costruire il nostro nucleo familiare offrendo alla comunità la nostra collaborazione.

Passarono cinque anni per cominciare a svolgere un ruolo nuovo: quello di moglie di un pastore evangelico.  Mio marito fu eletto come conduttore di chiesa e, da quel momento (sono passati trenta anni!) abbiamo vissuto tantissime esperienze belle, ma anche qualcuna dolorosa . Tutte insieme, però, hanno contribuito alal nostra crescita spirituale ed umana, facendoci realizzare che Dio è stato sempre con noi.

Abbiamo considerato la comunità come una famiglia ed ancora oggi, gioiamo immensamente quando una persona arriva ad “arrendersi” al Signore.

E’ come se ci nascesse un figlio; ma quanta sofferenza proviamo quando non vediamo in loro uno sviluppo spirituale!

E’ molto bello lavorare per il Signore insieme ai credenti: nel canto, nell’evangelizzazione, nel visitare gli ammalati, nel porgere una parola di consolazione ed incoraggiamento, nel pregare condividendo i loro pesi, aspettando insieme le benedizioni e le risposte del Signore.

Certo, non sempre il cammino è stato facile e pieno di luce; non sono una persona perfetta, ma il desiderio di amare e servire Dio nella comunità non è mai scemato.

Scopro, anzi, che si rafforza ogni giorno di più; perciò chiedo a Lui l’aiuto e la guida necessaria per portare avanti questo compito, finché Egli vorrà.

Se qualcuno mi chiedesse di tornare indietro, con la possibilità di fare decisioni e scelte diverse per cambiare la mia vita, risponderei che sono pronta a ripercorrere la stessa strada, consapevole, come sono, che il cammino che Dio aveva preparato per me mi ha reso felicissima di essere stata al centro della Sua volontà.

Una considerazione finale: vivere accanto ad un pastore evangelico è senz’altro un’esperienza che vale la pena realizzare;  credo che Dio sia in cerca di altri cuori pronti a servirlo alla stessa maniera.

Enza Citarella | Radioevangelobari.it

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