EUROPEAN CHIPS ART …OCCHI APERTI!

Al recente vertice del G20 tenutosi in Roma, il presidente del Consiglio Draghi ha illustrato gli obiettivi della c.d. “agenda digitale” indicando la tabella di marcia dei quattro punti principali da raggiungere entro il 2026:  sicurezza cibernetica, concorrenza, servizi digitali e intelligenza artificiale. Il nostro paese dispone già di una Agenzia per la cybersicurezza nazionale che mira a sviluppare le capacità di prevenzione, monitoraggio, rilevamento e mitigazione, i quali rappresentano i temi prioritari per quell’Unione Europea da subito  impegnata a definire gli strumenti legislativi idonei.

Il nostro governo promuove da tempo il mercato digitale anche per proteggere in maniera efficace prodotti e beni realizzati in Italia, avendo un occhio particolare per  la sperimentazione dell’I.A. (Intelligenza Artificiale) al fine di infondere nei cittadini una maggiore fiducia verso le nuove soluzioni tecnologiche; la Strategia Nazionale sull’intelligenza artificiale adottata dal Comitato Interministeriale per la Transizione Digitale cerca di rendere competitiva l’Italia per migliorare la cooperazione fra Stati membri dell’Ue, sicchè Draghi si è fatto promotore di un progetto chiamato “European Chips Act” che coordini gli investimenti e la produzione in tutta l’Unione di microchip e circuiti integrati.

L’obiettivo di super Mario (Draghi) mira a omogeneizzare il mercato digitale europeo, anche per tutelarlo dai rischi della criminalità informatica, incentivando le fatturazioni e i pagamenti elettronici in tutta l’area europea, peraltro già operativa attraverso il SEPA (Single Euro Payments Area); in tal modo si vuole garantire una più efficace protezione della privacy, unificando i servizi di telecomunicazione, aumentando l’interoperabilità tra i vari dispositivi tecnologici (banche dati, servizi e reti standardizzate), migliorando l’accesso a un internet superveloce per tutti e potenziando la banda larga (5G) in maniera da estendere a livello globale l’alfabetizzazione e le competenze digitali di ogni cittadino.

Ebbene, abbiamo qualche riferimento biblico su questa “uniformità di pensiero globale” di Draghi e company? Certo che l’abbiamo, poiché già in Genesi 11:6 leggiamo dei tempi di Babele allorquando “tutta la terra aveva un labbro solo”, a indicare che l’umanità sta replicando lo stesso pensiero e desiderio di quell’epoca del passato che mirava a “farsi un nome” (versetto 4).

E’ indubbio che questo progetto di Draghi teso a migliorare la tecnologia robotica e dei microchip condurrà inesorabilmente all’adempimento profetico di Apocalisse 13,16,18 (marchio), ma ciò che sfugge a molti è che ci stiamo avvicinando a grandi passi verso quella “schiavitù” vestita di apparente libertà dietro la quale si cela il seduttore di turno. Infine, riguardo l’Intelligenza Artificiale è palese che i robot-umanoidi o androidi altamente sofisticati rendono realistica la creazione della futura statua/immagine/umanoide cui verrà insufflato uno “spirito” di vita illusorio (Apocalisse 13:15): sarà un robot umanizzato che, pur se programmato dall’uomo, parlerà in modo spontaneo per mano sovrannaturale?

Anche ai tempi del profeta Daniele, il mondo si piegò a venerare il colosso dorato eretto in onore di Nabucodonosor nella piana di Dura (Daniele 3:1-5), ma quello futuro sarà più tecnologico e altrettanto ingannevole. Occhia aperti, caro lettore.

Salvatore Di Fede

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