EVANGELISTA COREANO ASSASSINATO IN TURCHIA

Evangelista coreano pugnalato in una via di Diyarbakir.

L’International Christian Concern (ICC, organizzazione non governativa che si occupa dei diritti dei cristiani e delle minoranze religiose) è venuta a conoscenza in data 19 novembre 2019 che l’evangelista coreano Jinwook Kim è stato pugnalato tra le vie della città di Diyarbakir, nel sud-est turco. È morto più tardi in ospedale per le ferite riportate; aveva 41 anni. La direzione omicidi dell’Agenzia di Pubblica Sicurezza ha arrestato un sedicenne sospettato ed una inchiesta è stata aperta.

Kim è arrivato a Diyarbakir con la sua famiglia all’inizio di quest’anno e stava pasturando una piccola comunità di cristiani. L’assalitore ha pugnalato Kim tre volte: due al cuore e una alla schiena. Gli ufficiali tuttavia affermano che l’incidente sia accaduto nel tentativo di sottrarre il cellulare a Kim. I credenti locali esortano le autorità a fare indagini sul caso considerandolo un assassinio, anziché un tentativo di estorsione. Kim era sposato e aveva un figlio, mentre il secondo è atteso nei prossimi giorni. I funerali si svolgeranno domani. Ha vissuto in Turchia per cinque anni.

Kim è il primo cristiano che viene assassinato in Turchia dai tempi degli omicidi della casa editrice Zirve del 2017, in cui tre cristiani sono morti martiri a Malatya. I cristiani che vivono in Turchia hanno denunciato di aver assistito nell’arco di tre anni ad una crescita delle vessazioni, delle minacce e di altri episodi non violenti. La Turchia è considerata Paese di particolare preoccupazione per la libertà religiosa di livello 2 dalla Commissione degli Stati Uniti.

Si tratta del primo martirio dagli accadimenti di Malatya. Il governo turco ha avviato una deportazione massiva dei leader protestanti che hanno servito per tanti anni in Turchia”, ha detto un responsabile di chiesa. “Ma la deportazione non basta per gli evangelisti. Questo genere di aggressione vorrebbe impaurirli. Penso sia l’ultimo livello del piano per arrivare a fare come la Cina.”

Non era una rapina; sono venuti per ucciderlo”, ha aggiunto un evangelista turco che ha ricevuto una minaccia di morte il giorno dopo l’accaduto. “Veniamo sempre minacciati. Un fratello qualche giorno fa ha profetizzato che il governo espellerà questi stranieri e probabilmente ucciderà alcuni fratelli turchi. Faranno il caos. Sanno che sto provando a diffondere il Vangelo, per questo potrebbero prendermi di mira. Questo potrebbe essere un segno.”

Claire Evans, manager regionale dell’ICC per il Medio Oriente, ha affermato: “Il lutto nella comunità cristiana turca è molto sentito, insieme al forte shock e alla paura. Il martirio non è una cosa normale in Turchia, e questo incidente mostra tristemente come il paese sia tanto cambiato. Già da quest’anno abbiamo visto una crescita significativa di fatti spiacevoli che provano come l’ambiente nei confronti dei cristiani sia diventato più ostile. Porgiamo le nostre sentite condoglianze alla famiglia e preghiamo che Dio gli dia pace in questo momento difficile. Esortiamo inoltre le autorità di fungere da esempio di tolleranza religiosa e indagare sull’accaduto con onestà e attraverso le procedure previste dalla legge.

Fonte: International Christian Concernakucintamuslim.wordpress.com

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