EX MUSULMANO: DALLA JIHAD ALL’AMORE DI CRISTO

La storia di Kamal Saleem (Libano)

Kamal Saleem è nato in Libano da una devota famiglia musulmana. Già dall’età di 4 anni, si ricorda quando era seduto a tavola mentre sua madre gli insegnava il Corano e il suo mandato per Allah e per la Jihad.

“Sin dalla mia infanzia mia madre mi diceva: «Un giorno sarai un martire, figlio mio. Morirai per la causa di Allah ed esalterai così l’Islam. Se uccidi un ebreo, la tua mano brillerà davanti al trono di Allah e la moltitudine del paradiso celebrerà quello che tu hai fatto.»”

Kamal aveva 7 anni quando i suoi genitori l’hanno mandato ad un campo di addestramento musulmano per imparare ad usare le armi, arruolarsi e uccidere il nemico. I bambini erano anche istruiti in un’altra forma, più sottile, di fare guerra…

“Eravamo addestrati in quella che è chiamata «Cultura Jihad», che consiste nel cambiare le culture. La Cultura Jihad, a differenza di quella con la spada o con il fucile, è la Jihad che penetrerà nel tuo mondo.”

A 20 anni, Kamal è stato scelto per condurre la Jihad culturale in America.

“Nell’Islam, la libertà, la democrazia, la monarchia, tutti questi sono idoli e devono essere abbattuti. Quindi, la libertà che hai nel Stati Uniti d’America è antislamica; di conseguenza, l’America deve essere cambiata. Allora, di preciso mi sono trasferito nella “Bible Belt”*. La «cintura della Bibbia» era la più forte in assoluto. È dove ci stanno i cristiani tenaci, ed io volevo affrontare i migliori in assoluto, perché mi reputavo la spada dell’Islam. Pensavo: «Sono unto. Sono unico. Sono scelto. Sto andando in un paese e in una cultura che devono essere cambiate. Ho in me il potere di Allah.”

Agli inizi degli anni Ottanta, Kamal si è stabilito in una cittadina del Midwest. Ha cominciato a prendere di mira gli uomini dei quartieri più poveri per reclutarli alla fede musulmana. Ma un pomeriggio la sua vita si è trovata nelle mani di coloro che odiava di più.

“Stavo andando da un posto ad un altro per fare reclutamento e quel giorno ho avuto un incidente in macchina. Lo scontro è stato così violento che sono schizzato fuori dalla macchina, sono atterrato sul collo e si è spezzato in due. Quest’uomo è corso verso di me e mi ha detto: «Non preoccuparti! Ci prenderemo cura di te e tutto andrà bene!» Arriva l’ambulanza, mi prende ed eccomi in ospedale. Il chirurgo ortopedico del pronto soccorso guarda la mia cartella e dice: «Figliolo, ci prenderemo cura di te e tutto andrà bene.» Il giorno dopo mi sono svegliato in ospedale, il primario di fisiatria viene verso di me, legge la cartella clinica e dice la stessa cosa, parola per parola: «Ci prenderemo cura di te.»”

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Sulle prime Kamal era spaventato dalle loro parole, perché quegli uomini erano cristiani.

“Vedi, nel terrorismo, se ti dicono così, è meglio che scappi.”

Le operazioni per riparare il collo rotto di Kamel sono andate a buon fine, ma per la riabilitazione ci sarebbero volute settimane. Dopo essere stato dimesso dall’ospedale, avrebbe avuto bisogno di qualcuno che si prendesse cura di lui per rimettersi completamente. Kamal non aveva nessuno, allora l’ortopedico ha aperto casa sua ad uno sconosciuto.

“A casa sua mi hanno messo in una stanza di lusso con le cose più belle. Sono diventato come parte della loro famiglia. Non mi vedevano per nulla diverso. Avevano un cesto con su scritto «Per Kamal» in cui mettevano i soldi per pagare la fattura dell’ospedale.”

Kamal era profondamente toccato dalla manifestazione dell’amore cristiano. Appena si è rimesso, ha cominciato a dare una mano a casa cucinando e pulendo.

“Avevano un amico ebreo che veniva da Israele che loro sostenevano e adesso…abbracciavo gli israeliti e cucinavo per gli ebrei. Non capivo: «Che mi stava succedendo?»”

Quando Kamal era di nuovo in grado di pensare a sé stesso ed è ritornato nel suo appartamento, il dottore gli ha fatto un’altra sorpresa.

“«Queste sono le chiavi della tua casa ed ecco una chiave in più della tua nuova macchina. Vogliamo solo benedirti. Puoi venire quando vuoi.» Allora, sono andato a casa mia, sono tornato al mio posticino freddo in cui non ero stato per mesi. La polvere era spessa così. Dovevo soltanto sistemare questa faccenda col mio Dio per capire se era reale oppure no. Sono entrato e ho chiuso la porta. Vado dritto alla finestra rivolata a oriente, mi metto in ginocchio, alzo le braccia al cielo e grido: «Allah! Allah, mio signore e mio re, perché mi hai fatto una cosa del genere? Va bene per l’incidente in macchina. Va bene tutto questo, ma perché mi hai messo in mezzo ai cristiani? Sono confuso. Questi cristiani e questi ebrei sono brave persone. Non vedo nulla di male in loro. Non vogliono ucciderci. Non sono come ho imparato. Allah, queste persone hanno un rapporto col loro Dio. Queste persone gridano al loro Dio e Lui gli risponde. Voglio sentire la tua voce. Voglio sentire che mi ami. Se sei reale, parlami. Voglio sentire la tua voce.» Sai cosa mi ha detto Allah quel giorno? Proprio nulla.”

Kamal ha sentito che siccome aveva messo in dubbio la sua fede, la cosa più onesta da fare era mettere fine alla sua vita.

“Allora, sono andato a prendere la pistola, a mettermi nel posto giusto e farla finita. Ho sentito una voce. La voce conosceva il mio nome. Ha detto: «Kamal! Kamal! Kamal! Perché non invochi il Padre di Abramo, di Isacco e di Giacobbe?» Appena ho sentito la voce mi sono messo subito in ginocchio e ho alzato le braccia al cielo. Ho gridato con ogni fibra del mio corpo: «Dio, Padre di Abramo, se sei reale, potresti parlarmi? Voglio conoscerti.» Ebbene, il Padre di Abramo è venuto nella mia stanza. Ha riempito la stanza con la Sua gloria. Il suo nome è YHVH, l’unico Signore. Ha le mani forate; ha i piedi forati. Il Suo nome è Gesù. Gli ho detto: «Chi sei, mio Signore? Chi sei?» Mi ha risposto: «Sono colui che sono.» Ho detto: «Sono un semplice uomo con una mente semplice. Cosa vorrebbe significare questo?» Mi ha risposto: «Sono l’Alfa e l’Omega. Sono il principio e la fine. Sono tutto quello che ci sta in mezzo. Ti ho conosciuto prima che fondassi la terra. Ti ho amato prima che fossi formato nel grembo di tua madre. Alzati! Alzati, Kamal! Vieni. Tu sei il mio guerriero; non sei il loro guerriero.» Gli ho detto: «Mio Signore, vivrò e morirò per te.» Mi ha risposto: «Non morire per me. Io sono morte per te affinché tu viva.»”

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Quel giorno, invece di togliersi la vita, Kamal l’ha data a Gesù. Adesso ha una nuova missione e viaggia nel paese sfidando i musulmani a mettere in discussione la loro devozione ad Allah.

“Il desiderio del mio cuore è raggiungere i miei fratelli e le mie sorelle, 1 miliardo e mezzo di musulmani che vivono là fuori. Loro non hanno ancora gustato la libertà in Dio.”

Sono passati vent’anni da quando Kamal ha lasciato la fede islamica. Anche le minacce di violenza e di morte non lo hanno fermato dal condividere la sua storia.

“È reale. Se non hai mai fatto un’esperienza con Dio nella tua vita fino ad ora, se non hai mai gustato Dio, se pensi che non hai nulla da perdere…mentre sei seduto a casa tua, che tu sia un musulmano o un non musulmano o un non cristiano o qualunque cosa tu sia, invoca il Padre di Abramo, di Isacco e di Giacobbe: «Se sei reale, parlami. Voglio sentire la Tua voce.»

*Letteralmente cintura della Bibbia. È un’area culturale degli Stati Uniti così denominata per la presenza di una grande percentuale di persone che professano religioni del protestantesimo cristiano, per lo più appartenenti al movimento evangelico. Essa corrisponde, all’incirca, agli Stati Uniti d’America meridionali e agli Stati Confederati d’America.
Fonte

Tradotto da Musulmani a Cristo

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