Fecondazione artificiale: quando le donne morte non fanno notizia

Dietro alla fecondazione artificiale c’è un business miliardario tale, che mai si sentiranno le femministe (o chi per loro) piangere per la giovane anonima di Nuova Delhi, madre di due bambini, morta a 23 anni per la sindrome da iperstimolazione ovarica (OHSS) necessaria per vendere i propri ovuli alle cliniche della fertilità.
I risultati dell’autopsia sono stati pubblicati sulla rivista Autopsy Case Reports.
«Recentemente, i casi di donazione [cioè vendita, ndr] di ovuli sono in aumento a causa dell’elevata domanda di fecondazione in vitro», scrivono gli autori. «Le potenziali donatrici  [cioè venditrici, ndr] di ovociti dovrebbero essere adeguatamente informate sui rischi legati alla procedura».
Ti è piaciuto l'articolo? Sostienici con un "Mi Piace" qui sotto nella nostra pagina Facebook