Fuoco e pioggia: ma è finita?

Mentre in Iraq, precisamente a Baghdad, il termometro segna in questi giorni 50 gradi, l’Italia si trova decisamente spaccata in due: infatti, dopo un luglio alquanto torrido per via del ciclone africano Circe e questa prima metà d’agosto altrettanto infuocata per l’altro ciclone chiamato “Lucifero”, mentre al centro-sud e isole le temperature quasi tropicali continuano ad attanagliare la nostra penisola, il nord Italia – Trentino e Veneto in particolare – da domenica scorsa è stato investito da una perturbazione atmosferica che ha generato trombe d’aria, nubifragi e grandinate violente. Dapprima la Valle D’Aosta, con Valtournenche e Ollomont in stato di calamità naturale a causa delle numerose frane e smottamenti dovuti allo straripamento del fiume Marmore, poi la Lombardia, con allagamenti a Milano e periferia, poi il Trentino, dove una tromba d’aria e una inaudita “bomba d’acqua” hanno provocato smottamenti e allagamenti fra le zone del lago di Braies e Dobbiaco. Torrenti e fiumi si son presto trasformati in colate di fango e detriti, con strade di montagna interrotte per la caduta persino di giganteschi macigni. Stamattina, inaspettatamente, è stato il turno del litorale veneto e dell’entroterra (Udine, Pordenone) colpiti da un forte nubifragio e da una violenta tromba d’aria che hanno devastato la costiera di Jesolo: roulotte schiacciate dagli alberi sradicati, canotti volati via, lidi balneari distrutti, campeggi allagati, capannoni scoperchiati, serre devastate, alberi spezzati come fuscelli sono apparsi in tutta la loro drammaticità agli occhi dei vigili del fuoco e degli altri soccorritori. Ovunque, nelle località colpite dai fenomeni temporaleschi, lo stesso identico scenario di sempre che getta nella costernazione la popolazione, scioccata di fronte a fenomeni climatici mai verificatisi prima d’ora.

I meteorologi dicono che una cosa del genere non avveniva da almeno duecento anni per lo stesso periodo! Eppure, le medesime località nordiche dove l’acqua ha spazzato via ogni cosa, sino a qualche giorno fa pativano le stesse alte temperature del resto della nazione (.). In mezzo a tutto questo caos atmosferico, arrivano notizie di un altro forte sisma sulla terra, esattamente nelle Filippine (6.5), con epicentro Manila, malgrado questi primi undici giorni di agosto siano stati contrassegnati da terremoti giornalieri su tutto il pianeta: dal 1° agosto ad oggi la terra ha tremato – riporto solo le scosse superiori ai cinque gradi – in Argentina (5.6), in Alaska (5.1), in Grecia (5.3), in India (5.2), in Papua Nuova Guinea (5.3), in Nuova Zelanda (5.1), alle Isole Salomone (5.7), nelle Filippine (5.8), in Cile (5.5), in Turchia (5.3) e in Cina (province di Sichuan e Xinjiang), dove in 48 ore si sono registrati due forti terremoti (6.5 e 6.3) che hanno causato 30 morti e centinai di feriti. Chi può può obiettare che stiamo assistendo, gradualmente, all’adempimento profetico di Matteo 24:7 (terremoti in ogni luogo), dato che tali eventi sono sotto i nostri occhi? A prescindere dalle conferenze sul clima indette dall’Unione Europea, nessuno può porre rimedio ai cambiamenti climatici in atto, tant’è che mentre scrivo giungono news di nevicate a 2400 metri di altitudine sulle Alpi, senza che qualcuno riesca a spiegarlo. Ho spesso ribadito nei miei articoli sui cambiamenti climatici che c’è il rischio serio, per la Chiesa del terzo millennio, che ci si possa “abituare” alle notizie di cronaca come la maggior parte dell’opinione pubblica, sicchè esorto ancora una volta il lettore a non osservare il cielo di agosto per…. veder passare qualche stella cometa nella notte di San Lorenzo… ma, piuttosto, ad aspettare “dai cieli” il Signore Gesù, il quale verrà a uniformare il nostro corpo a quello suo (Filippesi 3:20), invitandolo a non trincerarsi dietro il solito “oh, so bene che tutte queste cose sono segni dei tempi”! In realtà, se il credente deve fare la “differenza” in questo mondo, di certo non lo si può essere adeguandoci alla mentalità del tempo ma, piuttosto, ammonendo il prossimo per richiamarlo alla fede in Dio.

Se il caldo torrido e asfissiante di questi mesi è difficile da sopportare anche per noi cristiani, immaginiamo come sarà la situazione futura quando il calore del sole sarà così forte da “bruciare la pelle” (Apocalisse 16:8-9).

Salvatore Di Fede | Notiziecristiane.com

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