Generazione X

I media riportano la notizia che a NEW YORK – si potrà dichiarare, da parte di madre e padre, sul certificato di nascita riconoscere il nascituro nè nel genere maschile nè in quello femminile designandolo con la ‘X’.

Di conseguenza gli adulti che lo desiderano potranno modificare il proprio certificato di nascita. Si parla di giornata storica, di vittoria a New York, per la legge che entrerà in vigore dal gennaio 2019. Certamente è un risultato storico se consideriamo che ogni essere umano per definirsi ha bisogno di un’antropologia di riferimento. E allora ci chiediamo di quale antropologia si ha necessità. Questa studia l’essere umano sotto diversi punti di vista: sociale, culturale, psicologico, sociologico, partendo dal presupposto di chi è l’uomo in quanto essere umano. In riferimento al suo etimo, con la dicitura antropologia abbiamo a che fare con ANTHROPOS (uomo) e LOGOS (discorso). Intendiamo quindi affermare parlare dell’uomo, fare un discorso sull’uomo? In tal senso pur seguendo questa linea dobbiamo avere un presupposto di partenza: chi è l’uomo. Nell’antropologia cristiana vi è una visione dell’uomo come relazione; orizzontale Io-Tu, io- altro, io e me stesso e verticale. Molte discipline di psicologia e sociologia si sono soffermate solo sulla visione orizzontale trascurando quella verticale, dell’uomo in relazione al trascendente, a Dio. L’antropologia cristiana prende le mosse da questa visione che trova espressione nel principio biblico dell’uomo “creato ad immagine e somiglianza di Dio” (Gen. 1,26-27). (Riccardi P., https://www.notiziecristiane.com/tra-antropologia-cristiana-e-psicoterapia-la-cura-delluomo). In termini medico scientifici possiamo paragonare l’immagine al fatto costituzionale dell’essere: l’intelletto, la volontà, la predisposizione interiore, la motivazione al bene. L’immagine come un qualcosa di costituzionale, mentre la somiglianza un qualcosa da conquistare personalmente con l’impegno al tendere verso il bene, verso l’amore, verso l’apertura all’altro. La somiglianza è paragonata agli aspetti socio psicologici della vita che consiste, in particolare, al modo di strutturare e far funzionale l’essere, mentre l’immagine è già l’essere (Jean-Claude Larchet, 2000). Da questa antropologia emerge una visione progressiva, evolutiva, di crescita e sviluppo inquadrabile nella dicitura: «siate fecondi e moltiplicatevi…» «maschio e femmina li creò» (Genesi 1,22-27). (Riccardi P., in https://www.notiziecristiane.com/la-complementarieta-genitoriale). Tutta una cultura sociale e psicologica, fino al XIX secolo, si è strutturata sulla presenza dei genitori, padre e madre, maschile e femminile, che svolgevano un ruolo nello sviluppo nella personalità del figlio. Aspetto significativo per la scienza psicologica e psicodinamica è il processo di identificazione con elementi del maschile e femminili definibili. Come psicologo, psicoterapeuta e cristiano mi chiedo quale sviluppo e quale conseguenza se altri non definiscono, se genitori non chiariscono la posizione e il ruolo del proprio figlio. L’antropologia biblica afferma maschio e femmina Dio li creò, ma cosa succede quando si afferma né maschio né femmina? Gender X è il termine che fa riferimento. Si ricorda che ad utilizzare, per la prima volta il termine gender è stato lo psicologo neozelandese John Money, negli anni ’50, quando ha parlato di “gender role”, cioè ruolo di genere, successivamente il concetto di “genere” si è esteso, impropriamente alla distinzione tra “identità di genere, ruolo di genere e orientamento sessuale”. In sintesi l’identità di genere definisce come ciascun individuo sente di essere. Il ruolo di genere invece è ciò che socialmente e culturalmente viene definito come maschile o femminile. L’orientamento sessuale viene definito dall’attrazione sessuale che ciascuno sente per l’uno all’altro sesso. Colpisce come nel DSM-5 si parli di disforia di genere o disturbo dell’identità di genere (spesso abbreviato in DIG) quale malessere percepito da chi non si riconosce nel proprio sesso fenotipico o nel genere assegnatogli alla nascita, indipendente dall’orientamento sessuale, di cui non va confuso.

Diversamente oggi si assiste ad una “ideologia gender” che poco ha a che fare con l’educazione alla sessualità, alla dimensione affettiva, alla cultura delle differenze di ruolo per prevenire e contrastare fenomeni come il bullismo omofobico e/o la discriminazione di genere. Resta l’interrogativo chi sono? E il salmista pone questa domanda a Dio: Chi è mai l’uomo perché ti ricordi di lui?”. – Sl 8:4. E’ un interrogativo che richiede da ognuno una risposta per riscoprire la propria strada e il proprio senso del vivere (P. Riccardi, ogni vita è una vocazione, per un ritrovato benessere, ed. Cittadella Assisi, 2014)

Pasquale Riccardi | Notiziecristiane.com

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