GERICO CADRA’

di Agostino Masdea  –  “Sei tu dei nostri, o dei nostri nemici?” E quello rispose: “No, io sono il capo dell’esercito del SIGNORE”; Giosuè 5:13-14

Mosè morì prima che Israele conquistasse la terra di Canaan, e fu Giosuè il suo successore alla guida del popolo. Egli ereditò da Mosè sia il ruolo di leader che l’autorità spirituale. Stando al suo fianco, aveva imparato che la chiave della vittoria non consisteva in una particolare strategia militare, ma nell’affidare al Signore la battaglia e ubbidire alle Sue direttive.

Egli aveva visto in quarant’anni tutti i suoi coetanei morire nel deserto e nessuno di loro, tranne Caleb, era arrivato nella terra promessa da Dio. Tutto ciò a causa della disubbidienza e dell’incredulità. Giosuè aveva imparato che per ottenere la vittoria nelle battaglie bisognava dipendere da Dio, e il segreto per vincere erano la fede e l’ubbidienza.

Appena entrati nella terra promessa il primo banco di prova fu veramente difficile: la città più fortificata, inespugnabile, dalle mitiche mura insormontabili. Giosuè da lontano osservava la città. Quali pensieri siano passati per la sua testa non ci viene detto, ma invece sappiamo che proprio in quel momento il Signore si presentò a lui.

Il modo in cui si presenta è eloquente; un guerriero con una spada sguainata in mano. Giosuè non sa chi sia: “Sei tu dei nostri, o dei nostri nemici?” “No, io sono il capo dell’esercito del SIGNORE”. E Giosuè capì, cadde con la faccia a terra e si prostrò. Era arrivato il comandante, il capo supremo dell’esercito, e ora Giosuè sa che la battaglia è già vinta. Il resto è storia: le mura di Gerico caddero, si sgretolarono al suono dello shofar.

Non ha importanza che tipo di strategia Dio sceglierà per la tua battaglia; ciò che devi fare per vincere è ubbidire e combattere. Nel nome di Gesù!

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