GESÙ… COME LA CREMA DI NOCCIOLE

È così, il Signore permea ogni cosa, ogni uomo.

Egli è “spalmato” uniformemente nella sua creazione, come una fetta di pane su cui è spalmata la deliziosa crema di nocciole, in ogni momento spande il suo profumo.

Egli è in ogni creatura e in ogni creazione, così come è in ogni uomo, ma ( ahimè) non ogni uomo è in Dio.

Nessuno è privo della Grazia di Dio, nessuno, tranne coloro che vogliono esserlo.

Gli uomini spesso si allontanano dall’amore del Signore, si discostano dalla via fino a dimenticarla, salvo poi, sentirne inconsciamente il bisogno per mancanza di coerenza con la propria natura.

Molte volte gridiamo all’Eterno il nostro malessere, il nostro disagio.

Invochiamo il Signore, sperando in un miracolo che aggiusti la nostra vita.

Certo questo è possibile ed è nella volontà del Signore, pur tuttavia non ci è dato di comprendere la volontà recondita di Dio per la nostra vita o per quella degli altri, a meno di non essere profeta.

Un urlo, una preghiera, un’imprecazione salgono verso il cielo, nella speranza che possano arrivare ai piedi del Suo trono, ma spesso, molto spesso nulla accade.

Perché Dio è sordo alle mie preghiere? Perché non giunge mai risposta? Che Dio sia indifferente alla sofferenza dei suoi figlioli? Che Dio prenda piacere ad impartirci una bella punizione per il nostro operato… Non credo proprio!

Il Signore è così amorevole che ha inviato la sua risposta ancora prima di ascoltare la nostra preghiera.

Il Signore come detto permea ogni cosa, ha plasmato ogni cosa, ed è spalmato su tutta la creazione, così come sugli uomini, ma l’uomo si ritrae, in assenza di fede, dall’esserne parte.

Non si rende conto che ciò è impossibile, non si rende conto che la sola cosa che in questo modo ottiene è di allontanarsi dal fulcro di ogni benedizione.

Poiché non è che Dio non esista in quell’uomo, ma quell’uomo si oppone dall’essere un canale della benefica manifestazione divina.

Abbiamo scritta davanti a noi la formula perfetta, l’equazione in cui il risultato è eccellente, il nome che è la soluzione ad ogni quesito, Gesù.

Egli stesso lo dice parlando al Padre dalla sua croce ” è compiuto “

Gv 19:30 Quando Gesù ebbe preso l’aceto, disse: «È compiuto!» E, chinato il capo, rese lo spirito.

Ora la riflessione è questa: se tutto è compiuto, che cosa resta a Gesù o al Padre da compiere?”

Non sarà che ciò che ancora si può fare sia competenza di ciascuno di noi?

Come possono gli uomini invocare il nome di Cristo in preghiera per i loro bisogni, se rifiutano il nome di Cristo per la propria Salvezza?

Cosa potrà ancora fare Gesù per noi dopo avere dato la sua vita, quale gesto, quale impresa, quale miracolo maggiore del gesto supremo?

Già, mentre Gesù dice è compiuto! Mi viene da pensare che forse sono andato oltre, forse non ho ” pesato ” bene la sua parola?

Forse non mi sono accorto di essere guarito, di avere ancora la possibilità di accostarmi al Padre, di essere un otre nuovo. Immancabilmente distolgo lo sguardo dalla croce per vedere nuovamente i miei problemi le mie afflizioni.

Sento dolore, inadeguatezza, malessere, il tutto è compiuto non vale più, perché se nello spirito la guarigione è totale, nel corpo la malattia o l’imperfezione è insita data la sua natura caduca, ma l’anima percepisce l’una e l’altra cosa.

In un attimo torno ad essere come Nicodemo…

Giovanni 3:4 Nicodemo gli disse: «Come può un uomo nascere quando è già vecchio? Può egli entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e nascere?»

Mi sembra di sentire la risposta arrivare al mio cuore: ” Ti ho dato la risposta ancora prima del problema. Ti ho segnato un cammino dal quale ti sei costantemente allontanato, pur tuttavia sono ancora qui per indicartelo.

La scrittura, se vuoi ti farà da guida, ma ora sei tu che devi operare. Impasta un pane nuovo senza lievito del mondo, osserva ogni ” regola ” ogni precetto.

Abbandona ogni reticenza e ogni regola religiosamente ambigua che ti permetta di vivere a metà tra fede e comodo.

Non essere come una fetta di pane su cui è spalmata poca crema, “tirandola” come per coprire tutto il pane, lasciando in verità molti vuoti e un gusto che alla fine non sa di nulla.

copyright©francescoblaganò 5/2020

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