Gesù si trovava nei pressi di Cesarea quando pose questa domanda ai suoi discepoli:
“E voi, chi dite ch’io sia?” (Matteo 16:14).
Subito rispose Pietro: “Tu sei il Cristo, il Figliuol dell’Iddio vivente!” (Matteo 16:16).
Ebbene, in questi giorni mi sono chiesto che cosa avrei risposto io, se fossi stato in mezzo a loro, quando il Signore pose questo quesito e, nel mio meditare, ho riflettuto per prima cosa su come vedo Gesù Cristo, chi è per me e che ruolo ha nella mia vita.
Mi sono reso conto che a queste domande ci sono numerose risposte, e nessuna contraddice l’altra, poiché Cristo, nella sua natura umana e, per noi cristiani, anche divina, ha tante sfaccettature.
Un Cristo sofferente e morente
Prima di tutto per me Cristo è il testimone dei testimoni, l’esempio più grande da seguire per coloro che credono in qualcosa. Egli fu infatti capace di sacrificarsi per ciò che di più grande aveva: la fede e l’amore per noi.
In Isaia 53:7 possiamo leggere la previsione fatta dal grande profeta sulla passione di Gesù:
“Maltrattato, umiliò se stesso, e non aperse la bocca. Come l’Agnello menato allo scannatoio, come la pecora muta dinanzi a chi la tosa, Egli non aperse la bocca” (Isaia 53: 7).
Nonostante Cristo sia simbolo di Vita e non di Morte, è fondamentale ricordarlo anche nei momenti della sua silenziosa sofferenza, quando lentamente trascinò la croce sul Calvario e quando, agonizzante, esalò l’ultimo respiro, perché solo così possiamo comprendere a pieno l’amore che Egli provò, e prova tuttora, per noi.
Il suo sangue versato, però, non è stato vano, poiché Lui si è caricato di tutte le nostre colpe ed è morto affinché noi fossimo salvati. Mi piace pensare che Gesù, mentre portava la croce sulle spalle, avesse in mente il mio viso e, nel ricordarmi, continuasse a subire tutti i suoi tormenti.
Nella lettera ai Romani Paolo dice:
“Il quale Iddio ha prestabilito come propiziatorio mediante la fede nel sangue d’esso, per dimostrare la sua giustizia, avendo Egli usato tolleranza verso i peccati commessi in passato” (Romani 3:25).
Nefi profetizzò:
“Ed egli verrà nel mondo per poter salvare tutti gli uomini, se daranno ascolto alla sua voce; poiché ecco, egli soffre le pene di tutti gli uomini, sì, le pene di ogni creatura vivente, siano uomini, donne e bambini, che appartengono alla famiglia di Adamo” (2 Nefi 9:21).
Non a caso Fëdor Dostoevskij disse: “L’amore riscatta tutto, salva tutto”.
La crocifissione di Gesù mi fa riflettere sulle mie priorità; il suo martirio mi indirizza verso l’obiettivo di Pace e Amore che Cristo ha desiderato fino alla morte. Agostino, un santo della Chiesa Cattolica, disse:
“Chi non vede la meta del suo cammino si attacchi alla croce ed essa lo porterà”.
È per questo che il simbolo della Cristianità intera è la Croce (spoglia), poiché ricorda sia la Sua resurrezione che le Sue sofferenze patite per la nostra redenzione.
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