Dio è molto attento ai rapporti tra noi uomini, infatti il secondo grande comandamento dice: AMA IL PROSSIMO TUO COME TE STESSO(Marco 12,31).
Nella preghiera che Gesù insegnò ai discepoli conosciuta come il Padre Nostro, è detto, “…e rimetti i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori”, come a sottolineare l’importanza di quello che facciamo nei confronti del nostro prossimo e di come questo operare in bene o in male possa interferire nella nostra relazione con Dio. Nella parabola del creditore spietato di Matteo 18,23-34, questo concetto è molto chiaro, quel tale a cui il suo signore aveva condonato un grosso debito non usò altrettanta compassione per un suo conservo che gli doveva una ben più piccola somma di denaro, anzi chiamò le guardie e lo fece arrestare, ma quando il suo signore lo venne a sapere lo riprese duramente per non avere avuto pietà e compassione per quell’altro.
Onde il servitore, gettatosi a terra, gli si prostrò dinanzi, dicendo: Abbi pazienza con me, e ti pagherò tutto. E il signore di quel servitore, mosso a compassione, lo lasciò andare, e gli rimise il debito. Ma quel servitore, uscito, trovò uno de’ suoi conservi che gli dovea cento denari; e afferratolo, lo strangolava, dicendo: Paga quel che devi! Onde il conservo, gettatosi a terra, lo pregava dicendo: Abbi pazienza con me, e ti pagherò. Ma colui non volle; anzi andò e lo cacciò in prigione, finché avesse pagato il debito. Or i suoi conservi, veduto il fatto, ne furono grandemente contristati, e andarono a riferire al loro signore tutto l’accaduto. Allora il suo signore lo chiamò a sé e gli disse: Malvagio servitore, io t’ho rimesso tutto quel debito, perché tu me ne supplicasti; non dovevi anche tu aver pietà del tuo
conservo, com’ebbi anch’io pietà di te? (Mat 18:26-33) Ciò che uno semina altresì raccoglierà, Gesù dice ancora che se vogliamo essere riconosciuti quali figli di Dio dobbiamo applicare la giustizia del Regno nella nostra vita:
Ma io vi dico: Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figliuoli del Padre vostro che è nei cieli; poiché Egli fa levare il suo sole
sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Se infatti amate quelli che vi amano, che premio ne avete? Non fanno anche i pubblicani lo
stesso? E se fate accoglienze soltanto ai vostri fratelli, che fate di singolare? Non fanno anche i pagani D altrettanto? Voi dunque siate perfetti, com’è perfetto il Padre vostro celeste. (Mat 5:44-48)
L’insegnamento di Cristo non si basa solamente sull’amare Dio, ma anche sull’amore che dobbiamo avere gli uni verso gli altri, infatti sta scritto:
“Diletti, amiamoci gli uni gli altri; perché l’amore è da Dio, e chiunque ama è nato da Dio e conosce Iddio. Chi non ama non ha conosciuto Iddio; perché Dio è amore. In questo s’è manifestato per noi l’amor di Dio: che Dio ha mandato il suo unigenito Figliuolo nel mondo, affinché, per mezzo di lui, vivessimo. In questo è l’amore: non che noi abbiamo amato Iddio, ma che Egli ha amato noi, e ha mandato il suo Figliuolo per essere la propiziazione per i nostri peccati. Diletti, se Dio ci ha così amati, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri.” (1Giov.4:7-11)
A proposito delle nostre richieste in preghiera, Gesù ci dice che avendo fede tutto è possibile, ma anche che se hai qualcosa contro qualcuno, almeno che tu non l’abbia già fatto e lui non vuole saperne, vai prima a chiarire o riconciliarti col tuo fratello e poi torna in preghiera dinnanzi a Dio e otterrai misericordia. Anche in questo caso la gioia di un intervento di Dio nella nostra vita dipende da come ti rapporti col tuo prossimo.
“Beati i mansueti, perché essi erederanno la terra. Beati quelli che sono affamati ed assetati della giustizia, perché essi saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché a loro misericordia sarà fatta. Beati i puri di cuore, perché essi vedranno Iddio. Beati quelli che s’adoperano alla pace, perché essi saran chiamati figliuoli di Dio.
(Mat 5:5-9)” Mansuetudine, Misericordia, adoperarsi per la Pace, tutti attributi che devono manifestarsi nel nostro vivere con gli altri, altrimenti non veniamo riconosciuti figli di Dio. L’Apostolo Pietro insegna pure che se non viviamo in pace con le nostre mogli o mariti, se c’è inimicizia, questa impedirà le nostre preghiere:
Parimente, voi, mariti, convivete con esse colla discrezione dovuta al vaso più debole ch’è il femminile. Portate loro onore, poiché sono anch’esse eredi con voi della grazia della vita, ONDE LE VOSTRE PREGHIERE NON SIANO IMPEDITE. (1Pe 3:7)
Dio è molto attento a come ci comportiamo tra di noi, se agiamo con bontà con lealtà, con benignità, o contrariamente, se usiamo odio, malvagità, se pervertiamo il diritto dei più deboli, se non facciamo il bene quando è in nostro potere di farlo, Dio vede ogni cosa e opera di conseguenza.
“Iddio resiste ai superbi e dà grazia agli umili.” (Giac 4:7)
Vincenzo Candurra
Fonte: http://accademiajeshuaeuropa.it/
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