di OSWALD J. SMITH – Al principio del mio ministerio, ebbi una esperienza che mi fece rendere conto, in una maniera come non mi era mai accaduto prima, della serietà della mia chiamata. Accadde all’improvviso e posso ancora ricordare la chiamata telefonica che mi fece alzare dalla mia indifferenza e correre al capezzale di uno dei miei parrocchiani.
– Potreste venire a vedere una donna inferma?
– E’’ urgente?
– Si, molto ; può darsi che non viva fino a domattina.
– Va bene, verrò subito. E riappesi il ricevitore.
Attraverso le strade della città, raggiunsi in breve il luogo e fui introdotto nella camera dell’ammalata. Una donna con una espressione di profondo sconforto dipinta sul volto mi guardò mentre entravo. Cercò di parlarmi, ma la sua voce era così debole e rotta che dovetti chinarmi su di lei per poter afferrare il senso delle sue parole. Avvertii subito di trovarmi alia presenza dell’Angelo della Morte, perché era chiaramente visibile che la vita di quella donna stava declinando rapidamente.
Il suo volto esprimeva tutta la disperazione. Mi resi conto che non vi era tempo da perdere, non vi era tempo per parlare delle cose di questo mondo: era in giuoco il destino eterno di quella donna.
– Signora Charles, siete pronta ad andare; avete qualche speranza ? Le chiesi.
– No, nessuna speranza, rispose scuotendo la testa, mentre un profondo sospiro le usciva dulie labbra.
Le spiegai più chiaramente che mi fu possibile il meraviglioso piano della salvezza: inginocchiatomi al suo fianco, pregai con lei. In ultimo intonai sommessamente l’inno:
Cosi qual sono, pien di peccato
Vengo a quel sangue da Te versato;
A Te m’accosto e Tu, Signore.
Lava il mio cuore; pietà di me!
Così qual sono, disavveduto
E senza forze, quasi perduto
Vengo pentito a Te, Signore,
Lava il mio cuore; pietà di me!
Avevo appena incominciato a cantare che udii la sua voce debole, rotta e tremante unirsi alla mia. A tratti potevo distinguere le parole che pronunciava ; ma il più delle volte erano inintelligibili, fino a che non arrivammo alla penultima riga del secondo verso. Allora ella cantò con tutto il suo cuore e la sua voce :
«Vengo pentita a Te, Signore!»
Ed in verità ella andò, andò in piena certezza di fede. Quando la lasciai ero certo che tutto era a posto e che presto quella sorella sarebbe andata a casa, con il Signore.
E pensare che ella era un membro della chiesa, un membro… ma inconvertito. La conversione era il suo bisogno più urgente, perché la Parola di Dio chiaramente ed, enfaticamente afferma che «Se non mutate non entrerete nel regno dei Cieli» (Matteo 18:3).
Mentre percorrevo la strada del ritorno, il mio cuore, ripieno di tristezza, meditava sulla tremenda responsabilità che grava sui ministri di culto che permettono alle persone di divenire membri delle loro chiese senza preoccuparsi che esse siano « nate di nuovo ».
Non vidi più la Signora Charles in vita. La vidi per l’ultima volta in una bara con il volto freddo di morte. Mentre predicavo al suo funerale, feci in me stesso la determinazione di mettere da una parte ogni ultra cosa e consacrarmi. senza riserve all’unico grande lavoro di cercare di preparare le anime per il Cielo.
Caro amico, sei pronto? Che cosa sarebbe di te se tu morissi all’improvviso ? Sei forse impreparato? Può darsi che anche tu sia membro di una chiesa; membro… ma inconvertito.
Lascia che io ti faccia premura di rendere certa la tua chiamata ed elezione, permettimi di esortarli calorosamente di accettare Gesù Cristo quale tuo Personale Salvatore. Lo vuoi fare? Sì, fallo e fallo ora!
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