GLI ALTARI NEGLI ALTI LUOGHI

Fece ciò che è buono agli occhi del Signore… non del tutto però…

Seguire i precetti della fede, essere attento a ciò che la Parola insegna, mettere in pratica, ricercare, a volte rinunciare… ma alla fine trattenere in fondo al cuore senza mai abbandonare, quel peccato intimo e personale che più ci avvince.

Non del tutto però, non abbatté gli altari negli alti luoghi.

Tutto ciò che leggiamo nella Bibbia riguarda la nostra vita, non solo quella spirituale ma anche quella del quotidiano.

Ogni racconto, ogni parabola si adatta in bene o in male (in male perché a volte non ci è gradita) alla nostra vita di tutti i giorni, essa è un metro a cui paragonare gli eventi giornalieri. Essa se vogliamo, diventa capace di interagire e di modificare il nostro quotidiano.

Meditando su quanto leggiamo ci accorgiamo ad un certo punto che forse quel passo è molto simile ad una situazione che stiamo vivendo, ci pare che abbia delle risposte per noi.
Vorremmo poter dire che è una storia a sé, vorremmo poter dire che non dice il vero, ma analizzata e rianalizzata ci costringe ad abbassare le difese e ammettere che c’è in essa una ragione ineluttabile. Una verità!

Cambiano i costumi, l’epoca storica, i luoghi e i personaggi, ma quello che è nel cuore e nella mente non ha subito nessuna modifica.

Ora alcune cose vengono messe in discussione, che fare? Alcuni chiudono il “libro” e si scordano ti tutto, oppure non hanno notato per nulla quanto calzano le inerenze.
Altri riaprono la Bibbia e logorandosi non poco cercano di adattarla alle loro circostanze aggiungendo molti se è molti ma.

Altri ancora abbassano le armi di fronte alle certezze che vi hanno trovato e con fatica incominciano il cammino che gli s’impone, tanto è evidente la verità.

Tutto subito è un bel percorso, gioia ed entusiasmo fanno preda della nostra nuova vita.
Uno zelo irrefrenabile ci sostiene, poi, piano piano, tolta la prima pelle, la seconda, e anche la terza, il sale della verità incomincia a bruciare sulla carne viva, ora s’incontrano i primi veri scogli.

Qualcosa di ostico ci si para davanti, una roccia scura ci sbarra la via, il nostro io. Modalità di pensiero, attitudini, tradizioni, alcuni vizi più radicati di altri, si oppongono al nostro nuovo cammino.

Lentamente i cadaveri del nostro ego emergono, inquinano acque che fino a poco fa sembravano limpide, tranquille, ed è lì che dovrebbe avere inizio la vera bonifica.

Abbiamo qualcosa appiccicato alla pelle, forse lebbra, forse tigna come la chiamerebbe la Bibbia. È quella parte di noi che ci identifica nella carne, quella parte che ci dice chi siamo nel mondo.

Quegli altari sono attitudini estremamente peccanti, idolatrie che adoriamo e amiamo…si manifestano in cose alle quali siamo così affezionati che ci viene difficile abbandonare. Ci fanno stare bene, ci danno ogni volta un profondo respiro di benessere ” terra, terra ” si! Proprio terra, terra!

Facciamo tutto in modo religiosamente accurato e perfetto ma il nostro altare sta sempre lì sul colle, sovrasta e domina ogni nostra azione. Un sacrificio profano che non può liberare dai pesi, anzi!

Qualcosa di molto forte ci trattiene, un’impronta con la quale siamo nati…essa interpreta perfettamente il nostro ego facendoci sentire unici e giustificati nel nostro atteggiamento. Noi siamo così!

Niente di più sbagliato…

II Re 12:1 Il settimo anno di Ieu, Ioas cominciò a regnare, e regnò quarant’anni a Gerusalemme. Sua madre si chiamava Sibia da Beer-Sceba.

2 Ioas fece ciò che è giusto agli occhi del SIGNORE per tutto il tempo in cui fu consigliato dal sacerdote Ieoiada. 3 Tuttavia, gli alti luoghi non scomparvero; il popolo continuava a offrire sacrifici e incenso sugli alti luoghi.

COLORO CHE SI SENTONO AL SICURO NELLA DOTTRINA.

In questo passo del secondo libro dei re e poi in quello della Genesi che segue, leggiamo due cose significative: incontriamo un uomo religioso e un uomo di Fede. Ioas il re sotto la guida del sacerdote Ieoiada, (seguendo la dottrina), fa bene agli occhi del Signore ma in fondo al suo cuore non allonta ne’ da se, ne’ dal popolo l’idolatria.

Viceversa Abramo mantenendo il giuramento fatto al Signore dimostrò ciò che aveva nell’intimo.

SCONFIGGERE MOLTI RE

Distruggere molti re vuole dire senza dubbio abbattere domini, il re è colui che comanda, colui che decide della vita delle persone.

Il re di Sodoma tenta un astuto doppio gioco” dammi le persone” dice e “tieni per te le ricchezze” il re della corruzione vuole coloro che sono appena stati liberati cercando con le ricchezze del mondo di corrompere anche il cuore di Abramo.

Il padre della Fede con saggezza risponde:” ho fatto una promessa al mio Signore!” Un po’ come quando noi accettiamo il SIGNORE. “Non prenderò nulla di ciò che ti appartiene” (nulla dal mondo) Abramo si guadagnò così una grande benedizione da parte di colui che come Cristo celebrava con pane e vino.

Abramo rifiutò tutto ciò che veniva dal Re di Sodoma, egli si separò persino da Lot suo nipote che amava e con il quale aveva condiviso molto, scegliendo una terra arida a dispetto di una pianura fertile e ricca di pascolo (le allettanti promesse terrene) non accettò la ricchezza del mondo per non avere debiti con esso, in questo modo non eresse altari negli alti luoghi, ma uno solo posto in luogo Santo, consacrato al suo Dio … il suo cuore.

Genesi 14:17 Com’egli se ne tornava, dopo aver sconfitto Chedorlaomer e i re che erano con lui, il re di Sodoma gli andò incontro nella valle di Sciave, cioè la valle del re.
18 Melchisedec, re di Salem, fece portare del pane e del vino. Egli era sacerdote del Dio altissimo. 19 Egli benedisse Abramo, dicendo: «Benedetto sia Abramo dal Dio altissimo, padrone dei cieli e della terra! 20 Benedetto sia il Dio altissimo, che t’ha dato in mano i tuoi nemici!» E Abramo gli diede la decima di ogni cosa.

21 Il re di Sodoma disse ad Abramo: «Dammi le persone; i beni prendili per te». 22 Ma Abramo rispose al re di Sodoma: «Ho alzato la mia mano al SIGNORE, il Dio altissimo, padrone dei cieli e della terra, 23 giurando che non avrei preso neppure un filo, né un laccio di sandalo, di tutto ciò che ti appartiene; perché tu non abbia a dire: “Io ho arricchito Abramo”. 24 Nulla per me! Tranne quello che hanno mangiato i giovani e la parte che spetta agli uomini che sono venuti con me: Aner, Escol e Mamre; essi prendano la loro parte».

copyright©francescoblaganò 2/2018
I testi biblici sotto tratti da Nuova Diodati

Francesco Blagaganò | Notiziecristiane.com

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