GRANDE FESTA IN CIELO E …

Una giornata gioiosa, un tripudio di emozioni e di presenza spirituale, il culto dei Battesimi avvenuto domenica 27 giugno. Circa 500 le persone intervenute, ordinatamente collocate secondo gli attuali protocolli: misure di distanziamento, igienizzanti, mascherine protettive applicate sul viso di tutti: dallo staff dell’organizzazione, dal gruppo musicale, dagli addetti alla sicurezza, agli addetti al parcheggio e da tutti gli intervenuti all’evento avvenuto nel Centro Sportivo di Cornegliano Laudense. Ad assistere ai battesimi oltre alla folla dei credenti anche un numero considerevole di bagnanti (ospiti dell’Acquapark confinante) richiamati dai cantici Gospel e dalle testimonianze annunciate dal microfono dal Pastore Gennaro Chiocca della diaspora di Lodi.

In una piscina improvvisata, 18 credenti, dopo un percorso di fede in totale consapevolezza, tramite immersione nelle acque battesimali espressero liberamente la loro appartenenza al Signore, assumendosi l’impegno solenne nel servire, obbedire e onorare il Signore e Salvatore, per tutta la loro vita.  La dichiarazione pubblica svoltasi dinanzi a tutta la chiesa, suggellò il patto fra Dio e i credenti i quali riconobbero e accettarono Gesù Cristo come il proprio Salvatore.

Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, i insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».              Matteo 28:19-20

Come cita il versetto, il battesimo in acqua fu  un comando di Gesù.

Lo stesso Gesù fornendo insegnamenti precisi e insostituibili lo ricevette.

Allora Gesù dalla Galilea si recò al Giordano da Giovanni per essere da lui battezzato. Ma questi vi si opponeva dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?» Ma Gesù gli rispose: «Sia così ora, poiché conviene che noi adempiamo in questo modo ogni giustizia». Allora Giovanni lo lasciò fare. Gesù, appena fu battezzato, salì fuori dall’acqua; ed ecco i cieli si aprirono ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui. Ed ecco una voce dai cieli che disse: «Questo è il mio diletto Figlio, nel quale mi sono compiaciuto».  Matteo 3,13-17

Gesù è l’ unica speranza e risorsa per la propria vita

Relazione per eccellenza, realizzata tramite la predicazione del Vangelo, il ravvedimento dei propri peccati, la confessione di fede e il battesimo che non rappresenta un traguardo finale, ma la testimonianza di avvenuto rinnovamento interiore originato da Dio attraverso la fede in Cristo.  Nell’uffizio del battesimo, che è un’immersione di tutto il corpo nell’acqua, sono riassunti simbolicamente la sostanza e il fondamento della fede cristiana: la morte dell’uomo vecchio e il suo seppellimento (simboleggiati dall’immersione) e la nascita dell’uomo nuovo per la fede in Cristo (raffigurata dall’emersione). Chi è battezzato testimonia quindi la sua morte, con Cristo, al peccato e alla sua resurrezione, sempre con Cristo, a nuova vita.

“Ignorate voi, che noi tutti che siamo stati battezzati in Gesù Cristo, siamo stati battezzati nella sua morte? Noi dunque siamo stati sepolti con lui per mezzo del battesimo nella morte, affinché, come Cristo è risuscitato dai morti per la gloria del Padre, così anche noi similmente camminiamo in novità di vita. Poiché, se siamo stati uniti a Cristo per una morte simile alla sua, saremo anche partecipi della sua risurrezione, sapendo questo: che il nostro vecchio uomo è stato crocefisso con lui, perché il corpo del peccato possa essere annullato e affinché noi non serviamo più al peccato. Infatti, colui che è morto è libero dal peccato. Ora se siamo morti con Cristo, noi crediamo pure che vivremo con lui sapendo che Cristo, essendo risuscitato dai morti, non muore più; la morte non ha più alcun potere su di lui. Perché, in quanto egli è morto, è morto al peccato una volta per sempre; ma in quanto egli vive, vive a Dio. Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi a Dio, in Gesù Cristo, nostro Signore.” Ro 6:3-11

Per tutti i diciotto neofiti, sorelle e fratelli di diverse età, il dono del battesimo e la potenza dell’amore divino e fraterno suscitò il desiderio prima e la volontà poi, di far parte della famiglia dei Santi, dell’Esercito dell’Eterno.

Ognuno di loro, testimone credibile della personale realtà quotidiana dove spesso le esperienze pre-conversione  inflissero sofferenze e ferite. Alcuni di loro coinvolti in sfide particolarmente complesse, i cui risvolti riversarono nell’illegalità.  Per lungo tempo rimasero immobilizzati in un tunnel oscuro e deleterio sino al confine della morte eterna. L’incontro amorevole con Gesù li sconvolse nelle loro profondità umane rinnovandone capacità di discernimento in modo tale che i loro occhi si aprirono completamente.  Il Vangelo nella sua espressione in condizioni temporali molte poco favorevoli, scompigliò i cuori anche delle sorelle, una mussulmana e l’altra induista, recalcitranti sin dall’inizio del loro ingresso nella comunità.  Ma l’amore divino non conosce confini e i tempi di Dio non sono i nostri e dopo la dimora di Gesù nel loro cuore, il Padre amorevole fedelmente mostrò la Sua grazia nella loro vita affinché le sorelle potessero ricevere caratteristiche umanamente significative.

Domenica nella verde campagna lodigiana, un’atmosfera solenne intrisa di emozioni gioiose e commovente felicità ci strinse in un abbraccio fraterno, benché non vi sia stato contatto fisico per via delle restrizioni ma sul viso di ognuno il legame cristiano che permise di unire tante persone diverse tra loro.   Occhi attenti seguirono lo scorrere del Culto mente fazzoletti spuntarono dalle tasche o dalle borsette mentre il caldo estivo (nonostante il tardo pomeriggio) scompiglia capelli e abbigliamento. Fra cantici, inni di ringraziamento, di lode e adorazione ogni presente testimonia al mondo intero l’Opera grande del Signore nelle proprie esistenze. Il nome di Dio, un tesoro personale  depositato intimamente in un intreccio creativo con il nome degli uomini «Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe…». Lo stesso Gesù attesta la sua presenza e manifesta l’identità stessa di Dio dentro una storia contrassegnata da una trama di relazioni e di proclamazione di fede di dipendenza oltre alla gioia di poter essere unita alla chiesa.

 “… perché, se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore e avrai creduto con il cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato, infatti, con il cuore si crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fa confessione per essere salvati.” Romani 10:9-10

Lella Francese

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