Greta, peccato e indulgenze

Nel dibattito sul clima si sprecano i riferimenti a concetti biblici e cristiani, citati a volte a sproposito.

(Nicola Mohler) “Finalmente sappiamo che Greta non è una santa”, hanno titolato vari giornali a metà agosto, quando Greta Thunberg era in viaggio in barca diretta a New York. A scatenare le critiche nei confronti dell’attivista ambientale, le discussioni su quanto fosse effettivamente rispettoso dell’ambiente il viaggio della sedicenne in barca a vela anziché in aereo alla volta di New York per prendere parte al vertice sul clima.

Vocabolario cristiano

Nell’ambito dell’attuale dibattito sull’ambiente, molti fanno ricorso a un vocabolario biblico: si parla di “Santa Greta”, di “peccatori climatici”, si evoca l’“apocalisse”, e si rispolverano le “indulgenze” quando si parla di emissioni di CO2.

Greta, peccato e indulgenze

La teologa Silvia Schroer sostiene che “tali concetti non siano biblici in senso stretto, ma facciano riferimento alle nostre tradizioni cristiane”. Per la docente dell’università di Berna, “il sistema delle indulgenze, che fu uno dei motivi scatenanti della Riforma, ha fatto in un certo senso ritorno, in forma secolare, sottoforma di compensazione climatica”.

Ritorno delle indulgenze

La compensazione climatica concede la possibilità di riscattarsi. Oggi non è più possibile salvare l’anima, ma versando un tributo a un’istanza superiore che gestisce la transazione, si può perlomeno riacquistare una buona coscienza. È questa l’indicazione che la teologa coglie nell’utilizzo di concetti come indulgenze, peccato e santità nel dibattito sul clima. “Si tratta in tale contesto”, dice Schroer, “della propria condotta, di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, di colpa o assenza di colpa”.

Greta, peccato e indulgenze

Il sistema delle indulgenze ha fatto ritorno sottoforma di compensazione climatica

Santa o non santa

Il professore di Nuovo Testamento all’Università di Berna, Benjam Schliesser, da un lato vede in modo positivo il ricorso al linguaggio teologico in un contesto secolare. “Ma che cosa vuol dire davvero la parola santa quando parliamo di santa Greta? Che cosa significa il termine peccato quando si parla di peccato climatico?” Nel linguaggio comune con questi concetti si intende prima di tutto un operato moralmente corretto o riprovevole. Ma a livello teologico l’espressione peccato climatico lascia anche intendere che ogni persona – e persino Greta – causa danni alla creazione di Dio.

Un paragone forte

La politica tedesca Katrin Göring-Eckardt, deputata del Bundestag e capogruppo dei Verdi, ha paragonato Greta Thunberg addirittura al profeta Amos dell’Antico Testamento: “I profeti sono persone che sanno guardare particolarmente bene nel presente. Sono loro che esprimono ciò che tutti reprimono. Guardano in faccia ciò davanti a cui chiunque altro chiude gli occhi”.

Greta, peccato e indulgenze

La biblista Silvia Schroer rileva: “Bisogna andarci cauti con paragoni così forti. Nella maggior parte dei casi è soltanto in seguito che si capisce se un profeta era davvero tale”. Ma anche Schroer inserisce l’operato di Greta in una tradizione profetica. Le sue accuse sono rivolte ai potenti e ai responsabili di questo mondo così come ai singoli individui. Analizza spietatamente passato e presente. “Compito della profezia non è predire il futuro, bensì mostrare causa, impatto e responsabilità in riferimento alla situazione”, dice Schroer. (da reformiert.; trad. it. G. M. Schmitt; adat. P. Tognina)

Voceevangelica.ch

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