Guarito dalla sclerosi multipla

TESTIMONIANZA DI GIOVANNI VERZILLI

Care sorelle e cari fratelli in Cristo, scrivo in prima persona per facilità d’esposizione, ma ciò che dirò appresso, è anche il pensiero di mia moglie e dei miei figli.

Perdonatemi se questa testimonianza vi viene partecipata in forma da me scritta, ma ho scelto questa forma perché ciò di cui desidero rendervi partecipi è per me talmente forte, coinvolgente ed emozionante che non riuscirei a trasmettervi esattamente quello che ho nella mia mente e nel mio cuore.

D’altro canto ritengo giusto che voi siate informati degli sviluppi e dell’epilogo della malattia che ha colpito mio genero John per il quale le vostre preghiere sono arrivate al trono di Dio e sono state esaudite.

Tutto ebbe inizio nello scorso mese di maggio, quando per una polmonite non diagnosticata e quindi mal curata, tutte le difese immunitarie di John (dissero dopo i dottori) vennero a mancare.

Nel mese di luglio quando ormai John si reggeva a malapena in piedi, gli diagnosticarono una cosa terribile, la sindrome di Guillain-Barré, ovvero neuropatia cronica demielinizzante, in altre parole l’anticamera della sclerosi multipla.

Da quel momento la vita di John cambiò radicalmente in quanto non poteva camminare, quindi non era autosufficiente e non poteva lavorare. Potete immaginare tutte le implicazioni di natura pratica che questo può portare in un uomo giovane e in una famiglia con due bambini e impegni economici per la casa e quant’altro occorre per lo svolgersi della vita quotidiana. Nel mese di settembre mi recai a Los Angeles dove appunto vive mia figlia Simonetta, sia per riaccompagnare i bambini che avevano trascorso l’estate con noi, sia per rendermi conto della situazione.

Oh miei cari, non potete immaginare l’angoscia che provai nel vedere John in quello stato, da uomo giovane e vigoroso come lo avevo lasciato in occasione del nostro ultimo incontro soltanto nove mesi prima, in un uomo ridotto ad uno stato che non oso descrivere, mi cadde il mondo addosso.

I medici o non si pronunciavano o, quando lo facevano, tentavano di preparare John e mia figlia ad un futuro diverso da come era stato fino ad allora.

Tanto per farvi immaginare come stavano le cose, mentre Simonetta era al lavoro, per distrarlo a volte lo portavo con me in macchina in giro per la città (questo l’ho detto dopo a Simonetta e a mia moglie per non allarmarle ulteriormente), ma ogni volta che uscivamo, John cadeva per terra due o tre volte. Ricordo un episodio che non dimenticherò mai: ero sceso dalla macchina per acquistare degli alimenti in un fast-food e al mio ritorno, forse nel tentativo di raggiungermi, lo trovai per terra vicino alla ruota dell’automobile, rannicchiato come un cagnolino, impossibilitato a muoversi. Quel poco che riusciva a fare era muoversi con il deambulatore e con il bastone, a volte era costretto a dormire nel piano inferiore della casa non essendo in grado di salire le scale.

Nella nostra totale impotenza, sia la mia famiglia che i genitori di John chiedemmo a diverse comunità evangeliche di unirsi a noi nelle preghiere per la sua guarigione, quindi alcune chiese evangeliche della Finlandia, dell’Olanda, della California, oltre a quelle di Bari, di Cesano Boscone (MI), di Teramo, di Roma-Aurelio, la nostra (Roma, Via Dei Bruzi) e forse qualche altra, elevarono preghiere con la precisa richiesta di guarigione.

Nel frattempo mia moglie si recò a casa di mia figlia ed ha avuto un ruolo grandissimo nel far sentire tutto l’amore, la dedizione e quant’altro anche di natura pratica una madre può dare nei casi bui della vita.

La mia personale preghiera era: “Signore fa che quando ritornerò a Los Angeles sia John da solo a venirmi a prendere all’aeroporto e che sia autosufficiente”.

L’8 dicembre scorso sono ritornato a Los Angeles e… la mia gioia è stata talmente grande nel constatare il letterale adempimento della mia richiesta al Signore che, anche adesso a distanza di tempo che sto descrivendo quest’incontro, le mie guance sono rigate da lacrime di gioia e d’emozione.

John è stato miracolosamente guarito da Dio, ha ripreso la sua normale attività, tutti i suoi lavori gli sono stati assegnati di nuovo, come prima.

Una menzione ed un ringraziamento particolare desidero fare per la chiesa delle Assemblee di Dio di La Crescenta (CA), sia il pastore Erik Dodd e la sua famiglia, sia tutta la comunità sono stati e sono vicini a John e a Simonetta in un modo assolutamente fraterno, incoraggiandoli in ogni circostanza: il Signore li benedica.

Miei cari non vado oltre ma questa vicenda ha avuto l’epilogo che ho descritto anche grazie alle vostre intercessioni e per questo ve ne sono assieme a mia moglie estremamente e fraternamente grato.

A Dio tutta la gloria, e la Sua benedizione sia sopra ciascuno di noi.


Nota

Mercoledì 17 gennaio 2001, John si è recato alla consueta seduta di fisioterapia. Alla visita preventiva gli è stato comunicato che i muscoli e i nervi delle gambe rispondevano normalmente, pertanto non aveva più alcuna necessità di sottoporsi alla fisioterapia ed è stato mandato di nuovo a casa!

Giovanni e Lina Verzilli

 

TESTIMONIANZA DI JOHN KUNST

 

Cari fratelli, vorrei approfittare di questa opportunità per esprimere tutta la mia profonda gratitudine per tutti i pensieri d’affetto e le preghiere che fatto per me. Come avete saputo, sono stato colpito da una polineuropatia demielinizzante, forma cronica della sindrome Guillain-Barrè, una attacco del mio sistema immunitario al sistema nervoso periferico che mi ha procurato un’intensa debolezza agli arti, soprattutto alle gambe. Sono stato inabile per un lungo periodo di tempo, passando dal camminare con il bastone, all’aiuto del girello fino a finire sulla sedia a rotelle. Il dolore e la sofferenza dei miei e della mia famiglia sono stati grandi. È stato un passaggio per la valle, durante il quale mi sarei potuto sentire molto distante dal mio Signore; ma il sapere che voi tutti fratelli eravate proprio dietro di me, sostenendomi con le vostre preghiere, ha reso questo passaggio possibile. Sei mesi dopo la mia prima ospedalizzazione, cammino senza assistenza, posso giocare normalmente in giardino con i miei figli. Ora vedo che cosa ha significato tutto questo per la mia vita e per il mio cammino con il Signore. Egli mi ha nuovamente insegnato a fermarmi, a guardare, a riflettere, a godere le Sue benedizioni nella mia vita. Mi ha mostrato come dedicare del tempo a Lui e per Lui, per crescere, per leggere e soffermarmi sulla Sua Parola. Perciò vi ringrazio con tutto il mio cuore, poiché so che se non fosse stato per il vostro sostegno davanti al trono dell’Eterno, tutto ciò non sarebbe accaduto. Vi ringrazio, con la preghiera che le benedizioni di Dio siano sopra di voi in ogni tempo e sopra le vostre famiglie, perché in ogni momento possiate sentire la dolce voce del Redentore che parla al vostro cuore. Con amore nel Signore, il vostro fratello, oltre l’oceano ma vicino nello spirito.

John A. Kunst

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