Il cielo si è aperto, tutto è compiuto…

P1190252“Il cielo si è aperto. Tutto è compiuto” disse il Cristo in punto di morte dopo una lunga e atroce agonia sulla croce.

E’ un grido di vittoria che ha riempito l’universo intero. Sulla croce è il mondo con tutta la sua concupiscenza che viene maledetto in pubblico spettacolo. Muore l’uomo e non Dio, e con lui anche noi, in spirito, riconosciamo di essere maledetti con lui. E’ una maledizione che si trasforma in benedizione.

 Il mondo non riesce ad accettare questo grido di vittoria di un uomo che sta per morire, gli sembra pazzia. Lasciare il mondo, la sua superbia , il proprio egoismo, i soldi e il potere? Impossibile a chi è attaccato a queste cose. Gesù Cristo ha vinto il mondo. Mai il Cristo parlò dell’opera da lui compiuta mentre era nel mondo come di ” Storia del fallimento di Dio”, eppure sono tanti che si lasciano possedere da tale pensiero deprimente e scoraggiante. E’ inutile giustificare frasi dette per sbaglio, in qualsiasi situazione siano state dette producono disorientamento tra i credenti . Sì, il grido di vittoria di un moribondo sulla croce suona veramente strano al mondo assetato di potere e ricchezza terrena.

Anche in ambito religioso purtroppo si fa a gara chi deve occupare il primo posto, per assumere il potere. Pochi accettano di essere schiavi di Cristo. Dio si serve di uomini che si umiliano, che parlano al cuore e guidano altri a dare gloria all’Onnipotente. La bibbia è piena di testimonianze di profeti che hanno parlato secondo la volontà di Dio (bocca di Dio), secondo il suo Spirito. Il loro parlare in verità, spesso gli è costata la perdita della loro vita.

Per capire perché “tutto è compiuto” bisogna conoscere bene il Figlio di Dio e la sua ubbidienza perfetta al Padre. Solo allora si può dare un significato al suo Grido di Vittoria. Tutto è collegato alla richiesta da parte di Dio di un sacrificio perfetto per la disubbidienza, (già preordinato fin dalla fondazione del mondo). La disubbidienza di Adamo doveva essere sostituita dall’ubbidienza dell’ultimo Adamo. Terminata la vita adamica, il cielo si apre alla vita del secondo uomo del cielo. E’ Lui che guida verso il cielo ormai aperto con forza e potenza. Quest’ubbidienza è stata così potente che la morte e l’inferno non è riuscito a trattenere Gesù Cristo che sale vittorioso verso il cielo. “Dio non si può ingannare, l’uomo raccoglierà quello che ha seminato.” E’ una legge di natura che non può cambiare. E per raccogliere bisogna lavorare la dura terra e seminare, coltivare con fatica. Il pane costa sacrificio.

Oggi lo troviamo al panificio, ma tanti ancora, sanno cosa significa mangiare il pane col sudore della fronte ed essere soddisfatti della loro fatica, ristorati e col cuore allegro. Il pane prima di diventare tale è un chicco di grano sotterrato e abbeverato dal cielo, riesce a germogliare verso l’alto, per essere rinvigorito dalla luce del sole che lo fa maturare e produrre altri chicchi di grano. Dopo viene raccolto, macinato, liberato dalla crusca, impastato con acqua lievito e un po’ di sale. Si fa lievitare e si fa cuocere al forno. Dio VINCE SEMPRE e mai fallisce. Dire il contrario quello non è pane infornato.

Giovanni il battezzatore vero profeta di Dio, di cui il Cristo disse che mai era nato un profeta come lui, quando lo vide arrivare lo riconobbe subito e lo presentò al mondo dicendo. “Ecco l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo.” Dio gli aveva parlato e udì ed ebbe una chiara visione della volontà del cielo che è quella di ottenere la vittoria per mezzo di un uomo giusto, il Cristo che ubbidisce fino al punto di mettere la sua vita umana per far prevalere quella divina. Quando si parla di peccato, spesso ci si riferisce a quello degli altri, dimenticando che tutti siamo ancora in un “corpo di peccato e di morte che ha bisogno di essere vivificato e in seguito risorto.
La resurrezione di Gesù è reale, vera, con testimoni che hanno visto in prima persona. Testimonianze potenti in scritti sono arrivate fino ai nostri giorni.

Nel compimento del tempo è nato Gesù Cristo, da una donna, simile all’esteriore a tutti gli altri uomini. Spuntato come un germoglio in una radice da terra arida. Oggi il credente ha la certezza che da che esiste il mondo, mai è nato uno come lui, e non ne nascerà un altro simile.
La sua sapienza immortale è quella del cielo che l’ha mandato. L’odio dei superbi si è accanito contro di lui subito dopo la sua nascita, ed è continuato nella sua età adulta con i capi religiosi che non potevano sopportare la sua sapienza. Il Cristo sapeva in anticipo la sua sorte, spinta dai superbi religiosi, che lo accusarono falsamente fino a farlo condannare da Pilato. Disse al Padre: “Non la mia volontà ma la tua sia fatta” e disse ai suoi discepoli: “Il mio cibo è che io faccia la volontà di chi mi ha mandato, e che io adempia l’opera sua.”

Questo non piacque all’inferno. Allora fu disprezzato con sputi, infamato, flagellato da uomini crudeli che gli hanno strappato la barba e anche le carni. Molti hanno dubitato del Cristo e della sua opera. Ancora oggi è cosi. Ma lui si è caricato dell’iniquità di tutti noi, senza discutere. Ha preso il castigo di Dio e la maledizione di essere inchiodato e innalzato su una croce. Indescrivibile a parole la sofferenza del suo corpo squarciato dal flagello romano, con una corona di spine conficcata sul capo, e inchiodato su una croce piena del suo sangue che colava fino a terra, e assorbito dalla terra.

Chi si lascia attirare dal Cristo? Venduto al prezzo di uno schiavo, trenta denari. Non ha aperto la bocca davanti ai suoi oppressatori che lo umiliavano e lo affliggevano. E’ stato come una pecora muta davanti a quelli che la tosano, e condotto come un agnello allo scannatoio. L’anima sua si è posta per sacrificio per la colpa di tutti noi.

“Figlie di Gerusalemme, non piangete per me; anzi piangete per voi stesse, e per i vostri figlioli.” cosi disse Gesù alle donne che lo seguivano per la via verso il Golgota. Esse facevano cordoglio e lo lamentavano. Questa parola va benissimo anche per quelli che pensano al fallimento di Dio. Gesù fa capire chiaramente che tutto ciò che lui fa e per l’umanità fallita e caduta.

E credo che quelli che piangono, si rivelano spesso increduli all’opera che Dio compie tramite il sacrificio di Cristo e per questo sono da compiangere. Ci si potrebbe piuttosto commuovere davanti a tanto amore e ubbidienza, perché il seme di grano per dare il suo frutto deve prima entrare nel cuore della terra. E’ una legge di natura alla quale nessuno può sottrarsi e allora dopo tanti sacrifici si potrà raccogliere il frutto prezioso per ottenere il pane. Gesù Cristo per la sua ubbidienza ha vinto, è risorto dai morti, il cielo si è aperto accogliendolo, e ogni potestà gli è stata data in cielo e in terra. Amen!

Giuseppe Liotti | notiziecristiane.com

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