IL CRIMINALE “TURISMO DI CACCIA” TURCO ANNUNCIA LA STRAGE PROGRAMMATA (A PAGAMENTO) DI SPECIE IN VIA DI ESTINZIONE

In Turchia si apre la stagione della caccia a pagamento ai danni anche di specie in via di estinzione.Confermando che spesso il genocidio non è altro che la prosecuzione della caccia con altri bersagli.

Ne avevamo già parlato quattro anni fa quando era stato concesso a un cacciatore seriale statunitense di abbattere alcune delle rare capre selvatiche di montagna (simili allo stambecco e in via di estinzione) che vivono nella regione curda di Dersim.

All’epoca sembrava che la cosa dovesse finire lì. Ora ci risiamo e su scala direi “industriale”, vista la rarità della specie nel mirino.

Infatti, per fare cassa, la Direzione Provinciale di Van della 14° Direzione Regionale del Ministero dell’Agricoltura ha pubblicato l’annuncio ufficiale del permesso di vendita di quote per cacciatori stranieri nell’ambito del “turismo di caccia”.

Turismo e caccia. Due fattori di degrado ambientale, due fonti di ecocidi se presi singolarmente.

Con effetti esponenziali in caso di abbinamento.

Così gli sparatori seriali potranno assassinare impunemente le rare capre selvatiche (dalle corna “uncinate”, adunche; simili al nostrano stambecco) pagando 480 mila TL (Türk lirası, lire turche). Nella lista delle specie abbattibili a pagamento da settembre a marzo anche alcune varietà di cervi (compresi esemplari di Cervus elaphus), pecore selvatiche (mufloni) etc.

Per partecipare alla squallida asta (“Procedura di offerta aperta”) che si svolge nella sede della Succursale di van della Direzione Provinciale occorre versare preventivamente 180 mila TL, mentre la garanzia provvisoria viene stabilita in 5.400 TL.

Dopo quella di Van altre aste di caccia verranno organizzate in una decina di province.

La Direzione Generale di Conservazione della Natura e Parchi Nazionali (DKMP, la stessa che annualmente organizza “Corsi di Formazione Cinegetica” ossia di caccia con i cani) in settembre propone (mette in vendita, a concorso) un calendario delle capre selvatiche da massacrare in varie località.

Tra cui: Mersin (39 animali il 23 settembre, altri 6 il 24), Adana (2), Hatay (9), Niğde (15), Kayseri (9), Sivas (10).
Se a questi massacri legalizzati aggiungiamo le capre selvatiche vittime di bracconaggio, possiamo ben comprendere la legittimità delle preoccupazioni espresse da varie associazioni protezioniste e animaliste.

Inevitabile andare col pensiero a quanto scriveva Marguerite Yourcenar:

“Ci sarebbero meno bambini martiri se ci fossero meno animali torturati, meno vagoni piombati che trasportano alla morte le vittime di qualsiasi dittatura, se non avessimo fatto l’abitudine ai furgoni dove le bestie agonizzano senza cibo e senz’acqua dirette al macello”.

Pensando al tragico destino di Armeni e Curdi, potremmo aggiungere che ci sarebbero meno genocidi di popoli e minoranze se non ci fosse stata l’azione propedeutica della caccia ( e non solo in Turchia naturalmente).

Gianni Sartori

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