Il gioco d’azzardo uccide!

Se dovessimo dare una definizione di gioco d’azzardo, potremmo dire che è il “rischiare dei soldi nel tentativo di farli moltiplicare su qualcosa che è assolutamente imprevisto o altamente improbabile che accada ma che se dovesse accadere in un tempo misero cambierebbe totalmente le proprie risorse”. A questa prima definizione possiamo poi asserire che, come è ampiamente e universalmente riconosciuto, crea dipendenza ed assuefazione perché, nel suo circuito chiuso, la perdita crea forte desiderio di riscatto proprio per la stessa definizione di Gioco d’azzardo che abbiamo dato prima. Quando mi vedo senza soldi, l’unica possibile strada è perpetrare il rischio e giocare anche quello che rimane perché non vi è altro mezzo per guadagnare subito e quantomeno mascherare alla famiglia la mia perdita stessa. Questo premesse, la Bibbia non condanna specificamente il gioco d’azzardo, le scommesse o la lotteria. La Bibbia ci avverte, però, di guardarci dall’amore del denaro:

I Timoteo 6:10 ” Infatti l’amore del denaro è radice di ogni specie di mali; e alcuni che vi si sono dati, si sono sviati dalla fede e si sono procurati molti dolori”

Ebrei 13:5 “La vostra condotta non sia dominata dall’amore del denaro; siate contenti delle cose che avete; perché Dio stesso ha detto: ‘Io non ti lascerò e non ti abbandonerò’”

 La Scrittura ci incoraggia anche a guardarci dai tentativi di “arricchire velocemente”

Proverbi 13:11 “La ricchezza male acquistata va diminuendo, ma chi accumula a poco a poco, l’aumenta”

Proverbi 23:5 “Vuoi fissare lo sguardo su ciò che scompare? Poiché la ricchezza si fa delle ali, come l’aquila che vola verso il cielo”.

Ecclesiaste 5:10 “Chi ama l’argento non è saziato con l’argento; e chi ama le ricchezze non ne trae profitto di sorta. Anche questo è vanità”.

E, infine, a non potere servire due padroni:

Matteo 6:24  “Nessuno può servire due padroni; perché o odierà l’uno e amerà l’altro, o avrà riguardo per l’uno e disprezzo per l’altro. Voi non potete servire Dio e Mammona”.

Il gioco, dunque, ancorché essere una cosa di per se “malvagia” è qualcosa che viene finanziata non per una necessità, ma per un capriccio, per uno spreco di soldi che andrebbero nel migliore dei casi utilizzati per aiutare chi, nostro prossimo, non sta bene. Quindi, in questo senso, limita le tue capacità di far del bene. E cosa dire dei posti di divertimento come i Casinò dove tutto concorre per istigare il giocatore non soltanto a giocare, ma a trastullarsi in piaceri che non servono a nulla. Qualcuno dice che in effetti non fa nulla di male nel giocarsi la schedina una tantum o nel grattare una scheda una volta ogni tanto, …., in fondo sono soldi in eccesso, i bisogni della famiglia sono stati messi al sicuro, ma anche i soldi in eccesso dovrebbero essere conservati per i bisogni futuri o dati all’opera del Signore, non sperperati al gioco.

Se poi qualcuno, molto sporadicamente, fa una fortuna con il gioco d’azzardo o con le lotterie, è anche vero che statisticamente coloro che arricchiscono facilmente diventano poveri altrettanto facilmente, proprio perché non avendo sudato il loro guadagno non lo apprezzano come dono di Dio ma piuttosto come loro bravura e determinazione.

Proverbi 13:11 – “La ricchezza male acquistata va diminuendo, ma chi accumula a poco a poco, l’aumenta”

Ho ascoltato diverse persone “legalizzare” il gioco o le scommesse, portando come esempio il fatto che anche nella bibbia si usa l’espressione “gettare le sorti”, (o, in inglese, “cast a lot”). Nel Vecchio testamento il gettare le sorti, espresso ben 70 volte, nel suo complesso, poteva anche essere giustificato dalla assenza dello Spirito Santo nel cuore di quegli uomini, ma nel Nuovo Testamento, la stessa espressione si ripete pochissime volte. Esaminiamole una ad una, per capire meglio.

Luca 23:34 – Gesù diceva: «Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno». Poi divisero le sue vesti, tirandole a sorte.

Giovanni 19:24 – Dissero dunque tra di loro: «Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocchi»; affinché si adempisse la Scrittura che dice: «Hanno spartito fra loro le mie vesti, e hanno tirato a sorte la mia tunica». Questo fecero dunque i soldati.

Marco 15:24 – Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirandole a sorte per sapere quello che ciascuno dovesse prendere.

Matteo 27:35 – Poi, dopo averlo crocifisso, spartirono i suoi vestiti, tirando a sorte;

In questi casi non sono cristiani a gettare le sorti, ma persone pagane. Soltanto nel verso che segue vediamo gli apostoli adire ad una pratica simile:

Atti 1:26 – Tirarono quindi a sorte, e la sorte cadde su Mattia, che fu incluso tra gli undici apostoli.

Si potrebbe argomentare che ancora quegli apostoli non avevano ricevuto lo Spirito Santo, che fu elargito nel giorno della Pentecoste e in ciò stesso giustificare quegli uomini nella loro azione, visto che poi, ad esempio in Atti capitolo 6, la scelta dei diaconi non avvenne riutilizzando questa espressione, ma mettendo in mezzo proprio la guida dello Spirito Santo. Eppure in Atti 1:26 c’è ancora qualcosa da aggiungere a riguardo: il termine utilizzato è klḗros, (G2819), che significa una parte, una porzione. Come se la Parola stesse indicando che i discepoli avevano già scelti ALCUNI uomini,… e che lasciavano a Dio poi la facoltà di definire la loro scelta. Nel Vecchio Testamento, il termine utilizzato è per lo più goral, (H1486), che significa anche porzione, ma contiene anche la pregnanza di “scelta”, ma una scelta non casuale, ma determinata. Era un po’ come l’equivalente di dire: Se troverò la rugiada sul portone e non a terra allora capirò che tu eterno hai fatto questa scelta, … (vedi Gedeone per esempio).

Quindi, riassumendo, nella Parola di Dio non viene mai indicato una incitazione alla sorte, ma, soprattutto nel Nuovo Testamento, l’indicazione perenne è di cercare il Regno di Dio e la sua giustizia per vedere tutto il resto esserci accordato come ricompensa del nostro modo di comportarci dinanzi a Lui.

Accademiajeshuaeuropa.it

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