IL LAVORO NASCOSTO

di DON MALLOUGH – “Andrea, fratello di Simon Pietro, era uno dei due che avevano udito Giovanni e avevano seguito Gesù”. Giovanni 1:40 – È strano come lo scrittore di questo versetto si riferisca ad Andrea: due delle tre volte in cui Giovanni parla di lui, specifica che è il fratello di Pietro. Andrea era in realtà anche lui uno dei dodici apostoli, e quindi sarebbe stato nel suo diritto di essere conosciuto come tale, eppure lo scrittore pensò che sarebbe stato più facile individuarlo come fratello di Pietro, il più illustre dei discepoli di Cristo. I parenti di personalità famose spesso si seccano di essere sempre presentati col nome dei loro fortunati congiunti che hanno saputo imporre il loro nome: senza dubbio questa è stata anche la prova di Andrea. Pietro non è stato mai presentato quale fratello di Andrea, anzi può darsi che molti abbiano pensato al fatto strano che Pietro, un uomo così grande, abbia avuto un fratello tanto comune. Ecco come pensiamo si svolgesse la presentazione di Andrea: «Certo tu conosci l’illustre oratore che ha predicato il grande sermone del giorno della Pentecoste; ebbene, questo è suo fratello Andrea». Fu così che Andrea si trovò sempre immerso nella scia di popolarità lasciata dal fratello.

È interessante notare l’opera svolta da Andrea. Non era certo un grande predicatore e la Bibbia non riporta alcun suo sermone; tutto ciò che sappiamo di lui è che in tre occasioni ha presentato qualcuno a Gesù. Se cercate personalità brillanti o dirigenti famosi, non troverete certamente Andrea fra questi: egli, però, fu il primo discepolo di Giovanni Battista: poi lasciò Giovanni per seguire Gesù; fu, anzi, dei primi a seguire il Maestro. Andrea non ebbe un posto direttivo nell’epoca della chiesa apostolica, non fu una stella di primo piano, non fu un oratore brillante, non ebbe il dono e l’abilità della guida. Per ogni attore che sta sotto le luci della ribalta e che riceve gli applausi della folla, ci devono essere molti altri che lavorano dietro le quinte: anche Andrea, senza dubbio, fu un uomo che lavorò dietro le quinte. È poco conosciuto per la sua capacità personale, perciò lo scrittore, riferendosi a lui in questa e in altre circostanze, nel timore che non sarebbe stato riconosciuto, chiarisce le sue generalità con le parole: «Andrea, fratello di Simon Pietro».

È confortante sapere che Iddio ha nel suo piano un posto anche per l’uomo comune. Gli uomini sono spinti ad acclamare solo gli eroi e pensano che soltanto coloro che sono pieni di spirito riescono nella vita. Lo stesso ragionamento si nota qualche volta nel lavoro del Signore. Eppure è lo stesso Dio che crea le cose piccole come le grandi, le grandi intelligenze e gli uomini semplici; davanti a Lui chi lavora nel nascondimento è uguale a chi predica i grandi sermoni o compie grandi miracoli. È confortante sapere che per il Signore, Andrea era tanto importante quanto lo era il suo illustre fratello.

Vi erano due coppie di fratelli che errano cresciuti assieme in un piccolo villaggio di pescatori della Galilea: Pietro ed Andrea e i due figlioli di Zebedeo, Giacomo e Giovanni. Tutti e quattro erano cresciuti nella stessa località, avevano partecipato agli stessi giuochi, e, all’età di scegliere un lavoro, avevano deciso di fare i pescatori: ed erano stati sempre insieme, sia nel lavoro che nel riposo. E quando ricevettero il comando di Gesù, tutti e quattro

lo seguirono e divennero pescatori di uomini. Bisogna notare, però, che Andrea fu il primo a seguire Gesù e che gli altri vennero dopo. Quando essi si approfondirono nelle cose del Vangelo, Pietro, Giacomo e Giovanni apparvero come i capi naturali del gruppo dei discepoli del Signore; Andrea, che evidentemente non ne aveva i requisiti, fu lasciato da parte. Non si conosce alcuna sua predica degna di attenzione, o qualche suo miracolo spettacolare: sembra che egli se né stesse dietro le quinte, mentre suo fratello e i suoi due intimi amici compivano grandi cose. Il Signore aveva scelto tre dei Suoi discepoli e aveva costituito con loro un ristretto circolo; essi erano Pietro, Giacomo e Giovanni: Andrea ne era rimasto fuori.

Vi ricordate quando Gesù andò nella casa della fanciulla morta? Non poteva certo condurre con sé tutti i discepoli, perciò si guardò attorno e disse: «È bene che tre di voi mi accompagnino; Pietro, Giacomo, Giovanni, venite con me». E la stessa scena si ripeté ogni qual volta Gesù compì dei grandi miracoli: Andrea rimaneva fuori assieme agli altri discepoli, perché non faceva parte del circolo intimo. Così avvenne sul Monte della Trasfigurazione: pochi furono scelti a salire con Gesù sulla sommità del monte, dove videro la gloria di Dio.

Andrea deve aver notato tutto questo e avrebbe potuto sentire in sé una certa amarezza. Non aveva egli seguito il Maestro con più prontezza degli altri? E per il diritto di anzianità non avrebbe dovuto avere un posto dì preminenza? Perché il Signore lo metteva da parte? Perché usava un certo favoritismo verso suo fratello e verso i suoi due intimi amici? Tutti e quattro erano stati sempre uniti durante la loro vita, ma ora Gesù aveva spezzato la loro unione. Se Andrea avesse fatto entrare nel suo cuore questi pensieri, certamente la sua vita sarebbe stata piena di amarezza e di dolore: l’atteggiamento di Gesù gli sarebbe apparso come un’ingiustizia verso di lui e ne avrebbe sofferto immensamente. Ma in tali circostanze la grazia del Signore addolcì la sua vita dandogli forza e vittoria e facendogli comprendere che ogni uomo ha un suo particolare lavoro da svolgere ed ha il suo angolo in cui risplendere. Andrea sapeva che non solo con opere grandi o con azioni eccelse si può servire il Signore, e perciò non permise all’invidia di entrare nella sua vita. Non seppellì i suoi talenti, perché suo fratello e i suoi amici avevano talenti maggiori dei suoi; il suo lavoro non appariva importante davanti all’uomo, ma era molto importante davanti a Dio; lavorava per il Signore e non per l’uomo e sapeva che doveva lavorare nel nascondimento lasciando agli altri l’occasione di compiere opere importanti nel nome del Signore.

Anche se Andrea possedeva doni poco appariscenti, la sua vita fu un successo davanti a Dio. D’altra parte, pur volendo, non sarebbe potuto diventare un grande oratore come Pietro, né coraggioso come i figliuoli del tuono: doveva rimanere Andrea e svolgere il lavoro che era stato affidato ad Andrea cioè le piccole cose che altri non potevano fare. Non c’era motivo di lamentarsi per il ministerio che gli era stato affidato. Perciò Andrea si manteneva umilmente al suo posto, realizzando che nel cospetto del Signore il suo piccolo lavoro era ugualmente importante quanto gli apparenti grandi lavori svolti dagli altri. Inoltre, non fu Andrea che portò suo fratello Pietro al Signore? Mentre il popolo acclamava Pietro il giorno della Pentecoste per il suo grande discorso, nessuno certo pensò che se non fosse stato per il lavoro personale di Andrea non vi sarebbe stato un sermone predicato da Pietro in quel giorno. Se non fosse stato per Andrea il mondo non avrebbe mai sentito parlare di Pietro. Se non fosse stato per Andrea, Pietro non sarebbe stato intimo del Signore.

Vi fu un’altra occasione in cui Andrea compì qualche cosa di inolio importante, ma che non ebbe nessuna risonanza davanti al mondo: fu il giorno in cui la folla affamata seguiva il Signore Gesù. Gli altri discepoli pensarono al prezzo del cibo e all’impossibilità di procurarlo per tutta la folla, ma se leggiamo con attenzione il Vangelo, ve-diamo che Andrea si mise immediatamente in contatto con un ragazzo che aveva alcuni pani e qualche pesce e lo condusse a Gesù aprendo la via al compimento del grande miracolo della moltiplicazione dei pani. In altra occasione alcuni greci desideravano vedere Gesù: l’uomo che si fece avanti per condurli al Signore non era che Andrea. Quest’atto non fu un lavoro im-portante da celebrarsi in tutto il mondo, e tuttavia fu lui a condurre quegli uomini al Salvatore. Fu un lavoro personale.

Tutto il ministerio di Andrea comprendeva solo piccole cose. Il suo servizio consisteva in contatti individuali per introdurre semplici persone presso il Salvatore: un lavoro di grande importanza davanti a Dio; un lavoro umile e nascosto, ma che rese possibile grandi risvegli, grandi sermoni, grandi miracoli e grandi opere.

Può darsi che tu sia un Andrea. Può darsi che Iddio non ti abbia chiamato a salire su pulpiti fastosi o a svolgere qualche altro spettacoloso lavoro. Dio non ti ha chiamato, forse, ad iniziare qualche grande risveglio o a presiedere grandi chiese. Dio non ti ha usato, forse, per compiere qualche opera spettacolare con la Sua potenza. Ma il tuo compito è lo svolgimento di un lavoro personale: quello di avvicinare gli altri.

Il tuo compito potrebbe apparire di quasi nessuna importanza per te e per gli altri; eppure la tua opera davanti a Dio è di grande importanza, forse della stessa importanza del più grande sermone che sia mai stato predicato. Nel piano di Dio la tua opera può essere una parte integrale, pari a quella del più grande predicatore. Se Dio non ti ha dato un compito di dirigente, ciò non significa che non ti abbia dato un lavoro da fare. Se non sei un Pietro o un Giacomo o un Giovanni, non significa che non puoi far nulla per il Signore. Anche se, come Andrea, lavori nel nascondimento, ricordati che Iddio sa quello che puoi fare e ti tiene responsabile solo di quello. Forse il tuo nome non sarà conosciuto, forse non sarai reputato un grand’uomo nel lavoro del Signore, ma quello che conta è che tu rimanga fedele al compito che il Signore ti ha affidato.

Il mondo deve molto a uomini preminenti come Pietro, Giacomo e Giovanni. Credo però che il mondo debba di più agli uomini fedeli che lavorano nel nascondimento come Andrea, e a quelli che compiono il lavoro affidato loro dal Signore senza chiasso. Nella nostra chiesa usiamo un cantico che contiene un messaggio anche per te: «Non vincono la battaglia i più forti, né arrivano primi i più veloci, ma la vittoria promessa per grazia appartiene ai veraci fedeli».

Da: www.chiesadiroma.it

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