Il ministero Facebook… un ministero fondato sui “mi piace”?

Credo fermamente che al giorno d’oggi, come credenti cristiani, anche e soprattutto con l’avvento e l’evoluzione di Facebook e dei vari social network, in parte abbiamo perso il punto focale dell’atteggiamento del vero cristiano di Cristo. L’evidenza che traspare è che tendiamo a desiderare così tanto di essere dei cristiani importanti, ignorando chi siamo veramente nel nostro intimo. Siamo così intenti a insegnare agli altri le cose di Dio, quando dovremmo comprendere che abbiamo un così grande, smisurato bisogno di insegnarle per primo a noi stessi. Perché accade ciò? La risposta è semplice: siamo caduti così tanto – come lo chiamo io – nel “ministero Facebook”. Ci siamo fatti prendere così tanto da questa voglia di apparire e di essere riconosciuti e onorati dagli uomini che “pare” stiamo usando il Cristianesimo non con il vero intento di portare il messaggio di salvezza ai perduti, ma come un mezzo per innalzare noi stessi, la nostra persona, la nostra reputazione, e questo grazie anche e soprattutto a Facebook che ci dà continuamente l’errata opportunità di poter assume tale atteggiamento. Foto e video che ci ritraggono in momenti che dovrebbero restare nel segreto con Dio perché sacri, vengono sbandierati pubblicamente come neanche fossero merce da bancone. Il nostro “io cristiano” è salito alle stelle, il nostro “ego” è uscito così incredibilmente fuori. Si è invertito tutto! Non siamo più noi che giriamo intorno a Gesù, è Gesù che ora gira intorno a noi. Non è più Dio il nostro centro, siamo diventati noi il centro di noi stessi. Stiamo utilizzando il Cristianesimo con frasi fatte per far credere agli altri di essere spiritualmente chissà chi, per lasciare negli altri la nostra apparente figura. Ardiamo così tanto in noi stessi che gli altri ci innalzino, piuttosto che essere al momento giusto innalzati da Dio, che ignoriamo ciò che dice la Bibbia: “quando il prossimo ci lusinga, ci tende una rete davanti ai piedi” (Prov. 29:5). 
Paolo dice che ci sarebbero stati cristiani che avrebbero fatto del Cristianesimo un mezzo per servire al proprio ventre. È così si è avverato oggi. Siamo diventati così vanagloriosi, in cerca di fama spirituale, di una figura alta. Probabilmente qualcuno dissentirà da questo ma è ciò che accade continuamente sui social, nella Chiesa e nei credenti. Certamente dobbiamo predicare il Vangelo, e i social sono un aiuto vantaggioso per questo, ma tutto sta girando intorno ai “Mi piace”. Certamente possiamo e dobbiamo aspirare a raggiungere un livello spirituale più alto. Ma ciò dev’essere fatto col cuore, con l’intento di scendere più in profondità con Gesù per conoscerlo e per crescere nella grazia, e non per ambire ad una posizione in vista, in cui giungiamo al nostro intento, essere innalzati dagli uomini.
Esaminiamo la nostra condotta e torniamo sinceramente al Signore. Scusatemi per questo sfogo. Dio ci benedica.
 
Alessio Sibilla | Notiziecristiane.com 
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