Il mio popolo perisce per mancanza di conoscenza (Osea 4:6).

Dio non dice: il mio popolo perisce perché è un popolo ignorante, o perché la mia Parola è difficile da comprendere. Egli sostiene che il suo popolo muore perché non conosce. Dio parla di morte spirituale, una morte che si riflette anche nel cammino della vita terrena. L’uomo, troppo preso dalla quotidianità e da tutte le cose che gli vengono proposte, invece di ricercare conoscenza, preferisce trascorrere il suo tempo sui social o su certi programmi televisivi che fanno regredire cerebralmente, innestando, a livello inconscio, modi comportamentali e pensieri devianti e tendenti al frivolo: mi riferisco “Al grande fratello e trasmissioni simili”. Nel consigliare di leggere la Bibbia per accrescere il sapere, spesso sento affermazioni contraddittorie del tipo: “Io credo in Dio, in Gesù, però non credo nella Bibbia piena di incoerenze; che è un libro come un altro scritto da uomini, quindi pura leggenda.” A volte si annaspa nelle risposte senza rendersi conto che sembrano frasi scopiazzate e senza logica, mancante di certezze; frasi che non rivelano conoscenza e nemmeno convinzione di quel che si sta dicendo. Dico questo perché, se si sostiene di credere in Gesù e poi non si crede agli scritti su Gesù, una anomalia di pensiero c’è, perché è proprio negli scritti che si viene a conoscenza del soggetto in cui si dice di credere. Non c’è un altro libro affidabile da cui abbiamo notizie dell’esistenza di Cristo, della croce, della salvezza attraverso la crocifissione. Credere, in Dio Padre e Gesù Figlio, che senso ha se i loro nomi provengono proprio dalla Bibbia: un testamento, un curriculum vitae di Dio stesso e del suo progetto sull’uomo? Sostenere la contraddizione della Bibbia, pur senza mai averla meticolosamente letta, è perché si pretende di leggerla come un libro qualunque, e mentre le parole cominciano a operare dentro l’intimo, creando turbamenti, è più facile dire che essa si contraddica, o impossibile che Dio abbia fatto simili cose, pur sostenendo che Dio, essendo onnipotente, tutto può. L’unica contraddizione è nel cuore dell’uomo, nel suo pensiero, nella sua pochezza di non guardare oltre il suo naso, perché quello che non comprende l’uomo lo rifiuta. Eppure, la Bibbia, racchiude il presente e il futuro dell’esistenza umana. Nella Bibbia si parla di cecità spirituale, e Gesù fa degli esempi:

“Può un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso?” Quindi se qualcuno è spiritualmente al buio come pensa di poter insegnare, guidare lungo il cammino della salvezza qualcuno cieco allo stesso modo? L’uomo si fa scortare da ciò che le è stato tramandato dai genitori, dalla chiesa dove è stato battezzato da piccolo, quella stessa chiesa di cui si fa uso al bisogno. Mia madre per mezzo della guerra, per mezzo della fame di allora, fu messa da mia nonna in un collegio per suore. Però grazie a Dio, e per diverse ragioni, non si fece suora, altrimenti nessuno leggerebbe questo mio messaggio! Mia madre sapeva recitare le preghiere e la messa in latino, però non capiva nulla di quel che diceva. Lei, come molti, era cieca guidata da altri ciechi. Un giorno chiesi a mio padre del perché mi avesse battezzato e della prima comunione, (e me la scampai con la cresima) lui mi rispose che non lo sapeva, non conosceva nemmeno il significato di quell’atto, una cosa che facevano tutti e che andava quindi fatta. Ho chiesto a mio nipote Andrea: “Hai fatto la comunione?” – “Si” mi ha risposto- ed io: “E hai avuto comunione con Dio?” Mi ha guardato muovendo gli occhi, perplesso, perché non ha saputo rispondermi nonostante la catechesi. La cecità comincia dal fanciullo, e non certo per colpa sua, ma colpa di coloro che credono di sapere e non sanno, e inculcano il niente nelle giovani menti creando cecità nel mondo. Io ho perso il conto di quante volte ho letto la Bibbia, infinite volte il Nuovo Testamento, però, quando ne discuto con i miei fratelli, loro, che non hanno una minima conoscenza biblica, credono di essere nella ragione mentre io nel torto: sembrano sappiano più di me a rigurdo degli scritti. La risposta sta nel fatto che la massa è cieca, non ha conoscenza, vive nel buio spirituale, e da che mondo è mondo, l’uomo segue sempre la folla, e se la massa la pensa diversamente si è convinti che la ragione sta da quella parte, quindi si segue la scia senza sapere dove essa porta realmente, ma semplicemente copiare il gruppo. Eppure Gesù disse di non farsi maestri sulla terra! Perché l’unica voce che le pecore conoscono è solo quella del vero pastore, e il buon pastore è uno soltanto, Lui stesso.

“Entrate per la porta stretta, poiché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa” (Matteo 7:13). Ecco dove va la massa.

La nonna di mia moglie, mamma Berta, ogni volta che andiamo in Guatemala, prima della nostra partenza piange: “Chissà se ci rivedremo un’altra volta vecchia come sono”. Ha 105 anni; le persone intorno a lei muoiono ma lei non ha avuto nessuna malattia, sostiene che è per mezzo del latte di capra, però ha le cataratte scese e non vede bene, vede ombre. Se andasse da un oculista e si facesse curare le cataratte, risolverebbe il problema. Lei preferisce stare nell’ombra, nelle tenebre: preferisce vedere male o non vedere, pur di non affrontare una operazione, un cambiamento.

Così è per chi non va dall’oculista per eccellenza, Colui che dà la vista ai ciechi: Cristo Gesù.

“La luce è venuta nel mondo e gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie” (Giovanni 3:19).

Immaginate una vecchia casa di campagna abbandonata e chiusa da anni, dove la vegetazione è alta fino a coprirla del tutto. Nell’entrare, non essendoci luce elettrica, difficile vedere tutte le ragnatele e tutta la sporcizia che si è accumulata nel tempo. Solo la luce esterna, nell’aprire le finestre, metterà in luce in modo evidente tutto il degrado. Così è il cuore dell’uomo, egli stesso non sa cosa c’è veramente radicato, solo quando Gesù, la luce del mondo, visita un cuore chiuso da sempre, l’uomo potrà rendersi conto di quante ragnatele, quanta sporcizia e confusione risieda nell’intimo umano. Finché l’uomo, il proprietario della casa, non aprirà la sua dimora, non capirà mai il bisogno che ha il suo cuore di essere purificato. Il bisogno impellente di un Salvatore. Gesù bussa, ma non forza mai un cuore per poter entrare, Lui non obbliga nessuno ad amarlo e a seguirlo, ma aspetta che quel cuore si apra a Lui.

“Ecco, io sto alla porta e busso: se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui…” (Apocalisse 3:20). Nessuno può aprire la porta del cuore se non il proprietario.

Dio rispetta la volontà dell’uomo, ma tutte le responsabilità saranno a carico dell’uomo, compresa la condanna dei suoi peccati, se l’uomo rifiuta un dono così grande. È chiaro che Dio non illuminerà all’istante chi ha vissuto sempre al buio. La luce entrerà gradualmente, e sarà sempre l’uomo a chiedere più luce affinché sia una bella lampada splendente. Inoltre con la luce entra anche la conoscenza, e più conoscenza l’uomo avrà, più sarà in grado di vivere appieno una vita spirituale. L’uomo illuminato dalla grazia di Gesù, non cesserà mai di ringraziare il Suo Dio e Salvatore per aver lavato un cuore indegno con il Suo sangue prezioso! Dal momento che l’uomo avrà aperto la porta a Cristo, sarà lo Spirito Santo a prendersi cura dell’uomo redento. Tuttavia, il cuore potrebbe tornare ad indurirsi e la sua crescita cessare, fa parte della debolezza umana, ma Dio che diventa Padre dell’uomo non lo rigetterà, come non si rigetta un figlio, ma lo si ama, lo si corregge, e si perdona.

Ritornando al principio del messaggio, riguarda alla conoscenza. Io personalmente, non mi misi a leggere la parola di Dio per far un dispetto ai Testimoni di Geova o ai Cattolici, né tanto meno pensavo che nella lettura avrei avuto favori da Dio,

Prima di conoscere Dio, la Bibbia per me era di una noia unica, tutto mi sembrava allegoria e fantascienza, ma perché leggevo male, non avevo predisposto il mio cuore a comprendere. Solo quando si accetta come parola realmente di Dio, essa diventa pane, e come il pane la si cerca per sfamarsi, per saziarsi, un cibo che diventa conoscenza, che fortifica la fede e che illumina il cammino. Dio dona un tutore perché l’uomo possa crescere in sapienza: il Parakletos, lo Spirito Santo, il Consolatore, lo stesso che ha ispirato la Bibbia a uomini che Dio stesso a scelto, per far sì che l’uomo non perisse senza avere conoscenza, e non incolpasse Dio del proprio libero arbitrio.

La Bibbia è il libro dei libri. Esso parla al tuo cuore e chiarisce ogni lacuna; risponde ad ogni domanda ed è come un pozzo di acqua inesauribile.

La Bibbia non ha un velo, il velo è sugli occhi chi non crede. Dio parla sempre, si serve degli uomini che hanno conoscenza della parola per dare conoscenza, e solo attraverso questa conoscenza si può capire da che parte andare, comprendere chi abbiamo seguito prima che Dio si rivelasse, e fare una scelta, una scelta di vita e non un seguire la massa, perché è anche scritto che molti sono i chiamati ma pochi quelli che rispondono.

“…Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!”… E Gesù, rivolgendosi a lui, gli disse: “Che cosa vuoi che ti faccia?” Il cieco gli rispose: “Maestro, che io ricuperi la vista”. Gesù gli disse: “Va’, la tua fede ti ha salvato”. In quell’istante egli ricuperò la vista e seguiva Gesù per la via (Marco 10:46-52). Chi ha in cuore di voler vedere, sapere, desiderare la luce, il pane della vita, e a Gesù che bisogna chiede l’indicazione, la cura, ed Egli non tarderà a rispondere. Il Signore illumini la via di chiunque desidera seguirlo per avere vita, vita in abbondanza.

Ferrentino Francesco La Manna | Notiziecristiane.com
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