Il potere di una maledetta “bestia”

SnakeLeggiamo in Apocalisse dal cap. 12 al 19 e dopo, in Ecclesiaste 3:18,21: “Io ho detto nel mio cuore intorno alle condizioni dei figli degli uomini, ch’egli sarebbe da desiderare che iddio li chiarisca, e che essi vedessero che da loro stessi non sono altro che bestie,

perché ciò che avviene ai figlioli degli uomini è ciò che avviene alle bestie; v’è un medesimo avvenimento per essi tutti; come muore l’uno, cosi muore l’altro, e tutti hanno un medesimo fiato; e l’uomo non ha vantaggio alcuno sopra le bestie; perché’ tutti son vanità, tutti vanno in un medesimo luogo; tutti sono stati fatti di polvere, e tutti ritorneranno in polvere. chi sa che lo spirito de’ figlioli degli uomini salga in alto, e quello delle bestie scende in basso?

In questi versi la parola “TUTTI” riferita ai figlioli degli uomini è ripetuta sei volte. Il sei è il numero attribuito all’uomo creato da Dio il sesto giorno dalla polvere della terra. Dio gli alitò un fiato vitale e fu fatto anima vivente;  fu fatto perciò diverso dalle bestie. Fu fatto per la sua gloria a sua immagine e somiglianza. Malgrado l’uomo dimentichi il creatore, Dio invece si ricorda sempre dell’opera delle sue mani, per condurla allo stato primiero, quando la vita di Dio fluiva liberamente senza ostacoli in tutta la sua potenza. La superbia ha mutato la natura dell’uomo, e non Dio. L’uomo voleva essere come Dio, ma solo dopo la disubbidienza si accorse che la vita eterna procede solo da Dio e non dall’uomo. Egli la da e la toglie.

“Che cosa è l’uomo che tu ne abbi memoria? E che cosa è il figliol dell’uomo, che tu ne prenda cura? E che tu l’abbia fatto poco minor degli angeli, e l’abbi coronato di gloria e d’onore? e che tu lo faccia signoreggiare sopra le opere delle tue mani, ed abbi posto ogni cosa sotto i suoi piedi?” (salmo 8:4,6). L’amore di Dio è abbastanza evidente anche in questo salmo; e si compie in Cristo, il secondo uomo del cielo.

Non tutti credono, ancora oggi, non è una novità, che l’uomo vuole essere indipendente da Dio. Tutto ciò che è avvenuto in passato avviene al presente e avverrà nel futuro; l’uomo nel giardino dell’Eden anziché prendere il frutto dell’Albero della Vita, scelse il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male. La vera bestia è il serpente con la sua astuzia malefica. La donna prima e l’uomo dopo, “videro” e desiderarono di avere intelletto, insuperbirono e si resero complici di una maledetta bestia. Quando se ne accorsero la loro natura era stata modificata perché non più in grado di ricevere la vita eterna di Dio. L’uomo, dice l’ecclesiaste, da se stesso è una bestia, perché diviene complice del principe della morte ed è destinato a scendere in basso. Ma notiamo che sia Adamo che Eva e una parte dei suoi discendenti desiderarono per secoli il giorno della liberazione della morte; il giorno che la discendenza della donna avrebbe tritato il capo del della bestia.

“Chi sa che lo spirito dei figlioli degli uomini salga in alto, e quello e quello delle bestie in basso?”. Questo verso non intende dire che nessuno lo sa, perché alcuni lo sanno e altri no. I versi dell’Ecclesiaste lasciano intravvedere due tipi di figlioli degli uomini. Di alcuni figlioli degli uomini è detto: “Da loro stessi non sono altro che bestie il cui spirito scende a basso”. Di altri figlioli degli uomini è detto: “Il loro spirito sale in alto”.

Ai tempi di Salomone non si parlava ancora del marchio, o del nome della bestia, o il numero del suo nome, ma in questi versi sono evidenti due linee di uomini che procedono in due direzioni diverse. Non bisogna sottovalutare il potere della bestia, chiamata anche Serpente Antico e Dragone. Il suo inganno è sottile. Si mimetizza come il camaleonte, pronto sempre a colpire la preda ignara. La sua falsità è resa cosi simile alla verità che tanti ne restano sedotti.
“E le fu dato, di far guerra ai santi, e di vincerli; le fu parimenti data potestà sopra ogni tribù, e lingua e nazione. E tutti gli abitanti della terra, i cui nomi non sono scritti, fin dalla fondazione del mondo, nel libro della vita dell’Agnello, che è stato ucciso, l’adorarono” (Apoc. 13:7,8).

Chi si sente invincibile, ancora non ha deciso chi vuole servire, e stia attento perché gli invincibili sono solo quelli eletti nei luoghi celesti, quelli che adorano Dio e non se stessi. E non chi è tra la terra e il cielo.

La Bestia è stata vinta dal Cristo e non ha alcun potere nel cielo. Ma è ancora libera sulla terra, di poter operare, finché giunge il suo tempo, quando sarà gettata per sempre nello stagno di fuoco e di zolfo. Il potere della Bestia è sugli uomini ben disposti ad adorarla. Chi l’adora ha già preso il marchio della Bestia ed è perciò un suo membro. Cercare il marchio, o il nome della Bestia, o il numero del suo nome potrebbe avere per alcuni una certa importanza, se questo è fatto con sapienza e intendimento. Il numero si riferisce all’uomo che adora la bestia, e la sua immagine, cioè che prende il suo carattere.

“Se alcuno adora la Bestia, la sua immagine, e prende il suo carattere in su la fronte, o in su la mano; anch’egli berrà del vino dell’ira di Dio, mesciuto tutto puro nel calice della sua ira; e sarà tormentato con fuoco, e zolfo, nel cospetto de’ santi angeli e dell’Agnello.” (Apoc. 14:9, 10).

Ora uno che adora l’immagine della Bestia e prende il suo carattere, agisce e opera con quel carattere contro l’opera di Dio. Ecco il motivo per cui si parla di carattere sulla fronte e sulla mano. La fronte riguarda il decidere, la mano riguarda l’operare.
La bibbia può essere soggetta a tante interpretazioni. Dai simboli descritti dall’apostolo Giovanni sembra evidente che vi è una sola Bestia presentata in un triplice aspetto.

Nel primo aspetto: Si trova in cielo nella forma di un gran Dragone rosso con sette teste, e dieci corna, con sette diademi sulle teste, nell’atto di trascinare la terza parte delle stelle del cielo. “il gran Dragone, il serpente antico che è chiamato Diavolo e Satana, il quale seduce tutto il mondo, fu gettato in terra; e furono con lui gettati ancora i suoi angeli.” (Apoc. 12) In questi versi è abbastanza chiaro che Satana con tutto il suo regno ha cambiato luogo. Si è trasferito sulla terra.

Nel secondo aspetto: Il gran Dragone rosso sale dal mare (popoli) nella forma di una bestia con sette teste, e dieci corna, con dieci diademi sulle corna. (Apoc. 13). Ha una aspetto simile al primo con la differenza che i diademi non sono sulle teste, ma sulle dieci corna. Questo potrebbe voler dire un mutamento dei poteri in seno al regno satanico che comincia a radicarsi tra i popoli, moltitudini, nazioni e lingue. (Apoc. 17:15)

Nel terzo aspetto: E’ una bestia che sale dalla terra con due corna simili a quelli dell’Agnello, ma parla come il Dragone. E’ evidente che si tratta sempre della stessa Bestia che si manifesta nella persona del falso profeta che si presenta come se fosse il messia. E’ Satana personificato che si pone a capo del suo regno di tenebre.

Scopriamo quindi che: Il dragone rosso è satana nel suo regno, il falso profeta è identificato come capo di questo regno, babilonia è la gran città di satana (Apoc. 17:18)

Babilonia è descritta così:

1) Siede sopra molte acque ( le acque che tu hai vedute dove siede la meretrice, sono popoli, e moltitudini, e nazioni, e lingue) (Apoc. 17:15)
2) Siede sopra una bestia di colore scarlatto (la Bestia è un regno, Daniele 7:23)
3) Siede sopra sette monti (sono sette re, sette nazioni Apoc. 17:10)
Decidiamo oggi se vogliamo essere figli della Bestia che è destinata nelle tenebre in basso, o figli del Regno di Dio dove abita la vera giustizia.

Oggi una nuova opportunità ci è stata donata. Con Cristo il Signore si è nuovamente aperta la porta che conduce verso l’Albero della Vita e tutti possono mangiare di quel frutto che da la vita eterna.

Giuseppe Liotti – notiziecristiane.com

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