IL RUOLO DELLA BIBBIA NELLE CONFESSIONI DI AGOSTINO D’IPPONA

Giovanni 8:32 «Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi».

La Bibbia nelle Confessioni di Agostino è il perno di un modello esemplare del viaggio mondano delle vicende di un cristiano che ne fa il suo modello di vita e dove si confronta facendo continuamente riferimento a chi era prima e chi è dopo la conversione; è anche la risoluzione che rende giustizia alla Provvidenza che lo ha portato dallo stato di “perduto” a quello di “redento” (Giovanni 3:16Poiché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna”).

Agostino scrive le Confessioni dal 397 al 400, all’età di cinquantacinque anni.

Ripensa alle tappe sia esteriori che interiori del proprio passato: la nascita in ambiente cristiano, i primi abbandoni al peccato, gli studi sregolati, le ambizioni mondane, la ricerca affannosa e sempre delusa della verità fino all’improvvisa e travagliata illuminazione del messaggio cristiano che gli appare ora perfettamente coerente con la sua logica sul disegno salvifico. Questa è una conquista angosciosa, una scoperta ansiosa che lo fa piombare e risalire dalle tenebre alla luce, il frutto di un continuo indagare dove chiede conferme e trova risposte (Osea 4:6Il mio popolo perisce per mancanza di conoscenza”).

La sua conversione fu lo sblocco di un fluido ininterrotto tra una nervosa inquietudine e una natura estrema fatta di eccessi ed esasperazioni.

Agostino mette in rilievo gli eventi del suo passato ed evidenzia come la logica di prospettive è mutata da quando essi accadevano in un tempo in cui era totalmente estraneo a quella nuova fede che aveva prodotto in lui una conversione e dove la Bibbia era divenuta il suo specchio, si era affidato alla grazia di Dio che in quel tempo storico era un lontano bagliore in un cattolicesimo di punta. In questa nuova dimensione e prospettiva prende consapevolezza che l’uomo è meno di una particella nell’universo e altro non è che un misero peccatore creato al fine di lodare il Signore e che solo in lui trova pace e può riposare. Riconosce che Dio è la verità e dunque non vi può disputare a motivo di tutte le sue colpe e del suo stato di uomo peccatore, è anche consapevole di necessitare della grazia di Dio e del suo perdono. Su queste basi, su queste prese di coscienza e nuove consapevolezze la Bibbia diventa l’elemento di fondo, il pilastro portante nelle sue Confessioni.

Dinnanzi al Signore riconosce di essere “terra e cenere” cioè “meno di niente”, che tutti i suoi beni derivano da Lui così come anche la sua intera salute e che ogni cosa nella sua vita procedeva per mezzo e per volontà di Dio; il suo passato era morto perché adesso conosceva il Signore colui che ha creato tutte le cose e in cui ogni cosa permane stabile, si conserva immutabile e sussiste in eterno e dunque lo confessa il Signore del cielo e della terra rendendogli lode.

Attraverso la conoscenza della Bibbia, Agostino, vede Dio come un Dio misericordioso, un Dio che non muta, un Dio eterno, un Dio che ti ascolta, un Dio di grazia al quale si può rivolgere in preghiera per invocare il suo soccorso e chiedere rifugio, e anche quando non lo esaudisce egli riconosce che è per un fine ben preciso perché il Signore ha un cuore grande e ricolmo da uno straordinario amore e malgrado i propri peccati e falli con la sua misericordia, a queste cose incoerenti, Egli libera persino coloro che non lo hanno ancora invocato.

Agostino realizza della promessa sulla vita eterna mediante il sacrificio della croce (Giovanni 14:6Gesù gli disse: «Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”), mediante l’umiltà del Signore nostro Dio che è sceso fino alla nostra superbia per riscattarci dal nostro stato di peccato e di perdizione, per portarci dallo stato delle tenebre a quello della luce così come anche alla creazione spirituale e corporea attraverso la nuova nascita (1 Giovanni 4:9In questo si è manifestato l’amore di Dio verso di noi, che Dio ha mandato il suo Figlio unigenito nel mondo, affinché noi vivessimo per mezzo di lui”).

La domanda è: “«Ho piena consapevolezza di chi è Dio e di chi sono io al cospetto di Dio?»”.

Solo attraverso la giusta e corretta conoscenza della Bibbia posso conoscere Dio in tutta la sua essenza, i suoi propositi per l’umanità, le sue promesse e avere la giusta guida nel mio cammino di pellegrina cristiana.

Apocalisse 5:16 “«A colui che siede sul trono e all’Agnello siano la benedizione, l’onore, la gloria e la forza nei secoli dei secoli»”.

Luisa Lanzarotta | Notiziecristiane.com

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