Il Sessantotto e la comune protestante

Un originale esperimento a Cinisello Balsamo, alle porte di Milano, che ebbe stretti contatti con la Svizzera.

(Paolo Tognina) Poco dopo la metà degli anni Sessanta, un gruppo di giovani evangelici di Milano – valdesi, metodisti, battisti – decise di vivere un impegno sociale e di fede in concreta solidarietà con la classe operaia. Dopo un’accurata ricerca nella periferia milanese, quei giovani decisero di andare a vivere a Cinisello Balsamo. In quella zona, dove era forte la presenza di immigrati, diedero vita a una comune e aprirono una scuola serale popolare per permettere agli operai la preparazione agli esami di licenza media. La comune prese il nome di “Jacopo Lombardini”, un insegnante antifascista, protestante, morto nel campo di concentramento di Mauthausen nell’aprile del 1945.

La scuola serale
La scelta di avviare una scuola serale ebbe diverse motivazioni. Innanzitutto quella di creare dei legami con la popolazione e il quartiere tramite gli allievi. In secondo luogo quella di dare a tutti i componenti del gruppo la possibilità di un impegno concreto, come insegnanti nella scuola. Da ultimo, i corsi serali erano una reale esigenza: la scuola media dell’obbligo era stata istituita nel 1962, ma la maggioranza dei lavoratori adulti non aveva avuto l’occasione di prendere la licenza media, senza la quale era difficile trovare lavoro. Il gruppo di Cinisello si allargò presto e alla maggioranza degli evangelici si aggiunsero cattolici, credenti senza chiesa e atei.

Le chiese e il Sessantotto (Segni dei Tempi RSI La1)

La comune
All’interno della “comune” – quattro famiglie che diventarono presto sei per un totale di 17 persone, bambini compresi – ogni famiglia disponeva di un appartamento in affitto in cui continuare ad avere una propria vita famigliare. Al quarto piano dello stabile vennero affittati due appartamenti che, con abbattimenti di muri, permisero di avere degli spazi comuni per mangiare assieme, discutere, accogliere, permettere spazi di gioco per i bambini. Per coprire le spese del vitto e dell’alloggio, ogni componente adulto della comune versava il 30% del proprio reddito alla cassa comune.
I corsi serali, iniziati il 1. ottobre 1968, si svolgevano nello stesso edificio, in locali affittati appositamente per svolgere le attività della scuola, frequentata da una sessantina di “studenti”.
Accanto all’impegno nell’ambito della scuola, i membri della comune di Cinisello si impegnarono anche nelle lotte degli operai, partecipando attivamente ai picchetti nelle fabbriche.

Il Sessantotto e la comune protestante

Vita comunitaria
Quell’esperimento comunitario – nel quale non mancarono certamente momenti di tensione – fu caratterizzato da molti aspetti positivi, legati anche al clima e alle attese dell’epoca: promosse l’abitudine di discutere quotidianamente, insieme, i problemi della propria vita; permise di allacciare moltissimi contatti con l’ambiente esterno – soprattutto grazie alla scuola -, stabilendo una rete di rapporti diretti e frequenti, spesso culminanti in legami d’amicizia; tolse alle donne il peso della gestione di una “casa” e della cura dei figli: la preparazione dei pasti e le pulizie della comune venivano fatte a turno da tutti, donne e uomini, e la cura dei bambini era suddivisa fra tutti.

La crisi cilena
Nella prima metà degli anni Settanta, la comune di Cinisello si trovò ad affrontare un evento che la impegnò a fondo: l’accoglienza di rifugiati cileni in fuga dopo il golpe dell’11 settembre 1973. Si trattò di un periodo nel contempo ricco di rapporti umani arricchenti e molto faticoso sul piano del contatto con culture, abitudini, aspirazioni, storie nuove, coinvolgenti e tragiche. Molte delle oltre duecento persone transitate nei locali del “Lombardini” andarono poi in Svizzera, grazie all’Azione Posti Liberi che faceva capo al pastore Guido Rivoir, di Lugano.

Da: Voceevangelica.ch

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