IL SIGNORE E LE BEGHE DEGLI UOMINI

Beh! Alla fine non penso che Dio, il Signore, sia preoccupato delle nostre vicissitudini quotidiane terrene. Egli non ha un limite nell’ordine delle cose così come noi le conosciamo, quindi nemmeno se ne preoccupa.

Se ha potuto resuscitare un uomo, non si preoccuperà della morte! Se può moltiplicare pani e pesci, non si preoccuperà di aver fame… se dall’acqua ha tratto vino non morirà certo di sete!

Di tutte le mille vite che gli uomini vivono, Dio non può che avere compassione. Gli uomini vivono grandi tragedie, tutti i nostri pesi, le nostre “disgrazie” non riguardano molto il Signore, se non… per avvicinarci alla comprensione del suo pensiero, del Suo Regno.

Vediamo nel libro di Giobbe come Dio concede il permesso a Satana di agire nella vita di Giobbe… Non roba da poco! La casa, i beni, la famiglia… la salute. Giobbe viene distrutto in tutto ciò che ha, senza per altro perdere un bel nulla. Dio, dopo che Giobbe fu tornato all’umiltà e ebbe conservato la sua fede gli restituì ogni cosa.

Egli vede in fondo al nostro cuore, ci conosce, come noi non ci conosciamo, sa cosa abbiamo di prezioso che al male interessa per allontanarci da Lui.

Una scintilla, una piccola fiamma che è vera vita, l’anima nostra. Quella parte vera e vitale del nostro essere con la quale il Signore ama comunicare attraverso lo spirito. Da cui ama ricevere lode e adorazione.

Quell’anima che l’uomo poco conosce o riconosce, che ha perso la sua identità mischiata alla carne, alla volontà, allo spirito, alla coscienza, al misticismo e al perbenismo, e ad altro ancora.

Quell’anima che è la nostra vera identità che Dio vuole a vita eterna e che Satana vorrebbe a morte eterna. No! Dio non si preoccupa delle bassezze della nostra vita, se non per correggerle affinché non paghiamo un prezzo eterno.

Gli uomini dal canto loro hanno, mediamente, con il Signore un rapporto privo di riverenza e sopratutto di timore (Salomone nel libro dei proverbi lascia scritto che il timore di Dio è l’inizio della scienza).

Essi nelle loro preghiere avanzano richieste futili, inutili o arroganti, cercando di fare fronte ai propri bisogni di salute, economici, di cuore e persino a velleità di successo in ogni campo.

Egli delle beghe umane del vivere degli uomini, errori compresi, non può che provare compassione e avere misericordia, allora, per Amore concede e si concede avvicinando l’uomo, che prontamente dopo aver ricevuto torna alla sua endemica arroganza.

Dio è al di sopra di queste brulicanti bassezze umane, Il suo amore guarda giù in profondità nel cuore, dove vive un noi, che noi stessi non conosciamo, quell’uomo che non sappiamo di essere che Egli stesso ha creato (dandoci del Suo).

Quel noi che un po’ per volta impariamo a conoscere studiando le profondità della Parola (la Bibbia), quel fratello che impariamo ad amare nella nostra Comunità, quella moglie che in fondo, anche dopo molto tempo non conoscevamo, quei figli che finalmente, abbiamo compreso come amare. Dio, il Signore, è il Dio dei miracoli e non ha limiti di bontà nei nostri confronti. Ogni giorno ci chiama ad una nuova vita, ad una risurrezione che ci rende simili a Lui.

Grida il nostro nome invitandoci ad uscire dal sepolcro, Francesco! come Lazzaro! Ma l’uomo no non desidera veramente questo, egli vuole vedere risolti i propri problemi e Dio con il cuore contrito da’, sapendo che sarà tutto ciò che avrai.

Alcuni viceversa ascoltano la chiamata, riconoscono la propria paternità, rinunciano al cibo del mondo come il figliolo prodigo, per tornare alla casa del padre. Per essi il Padre dispone un gran festa nel cielo, c’è grande gioia tra gli angeli, riveste i figli santità.

Egli per amore scioglie i nostri legami facendoci liberi di volare nei cieli dei cieli per sempre.

Disegno che ne verrà: “Svetta un cuore nel cielo, un cuore dipinto in modo molto realistico. È disegnato a mo’ di mongolfiera. Avendo rotto le funi della zavorra esso si eleva nel cielo allontanandosi dalla terra”.

Francesco Blaganò | Notiziecristiane.com

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