INDONESIA: LICEALE CRISTIANA SI BATTE PER LA LIBERTÀ RELIGIOSA
Jeni, studentessa cristiana di un liceo indonesiano, non ha voluto indossare l’hijab, il tipico velo islamico, nonostante la divisa scolastica lo prevedesse. Il rifiuto della ragazza è costato a lei e ai genitori una convocazione da parte della direzione dell’istituto.
Il governo combatte l’intolleranza
“Dove sono i nostri diritti religiosi? Questa è una scuola pubblica!” ha detto il padre della ragazza rivolgendosi al preside, mentre la moglie registrava e poi rendeva pubblica la conversazione, nel tentativo di combattere una battaglia non solo per la figlia ma anche per le generazioni future.
Gli sforzi di Jeni e dei suoi genitori non sono stati vani. Il ministro dell’educazione e della cultura si è pronunciato in loro favore, sostenendo che includere l’hijab nelle uniformi scolastiche è una forma di intolleranza e che lui non l’avrebbe più permesso. E così e stato. Il direttore scolastico ha quindi porto le sue scuse per l’incidente.
Abbattere i muri
Per i nostri partner locali, la dichiarazione del ministro abbatte un muro importante a beneficio dei cristiani: “Il governo sta spingendo le autorità locali a cambiare le loro politiche. È ora di abbattere i muri!”, ha affermato uno di loro, aggiungendo che “le scuole pubbliche dovrebbero permettere a chi non è musulmano di astenersi dalle lezioni di religione islamica”.
Mentre una parte di cristiani indonesiani desidera continuare la lotta per la libertà religiosa, altri ritengono che il caso di Jeni possa minacciare l’attuale convivenza pacifica della provincia di Sumatra Occidentale, luogo dove sono avvenuti i fatti.
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