INTERPRETAZIONE E AMPLIAMENTO DEL LIBRO DI ISAIA NEL NUOVO TESTAMENTO

L’uso dei versetti biblici citati nel libro di Isaia 6:9,10 “Egli disse: «Va’ e riferisci a questo popolo: Ascoltate pure, ma senza comprendere, osservate pure, ma senza conoscere. Rendi insensibile il cuore di questo popolo, fallo duro d’orecchio e acceca i suoi occhi e non veda con gli occhi né oda con gli orecchi né comprenda con il cuore né si converta in modo da esser guarito»”, vengono interpretati e ampliati nel Nuovo Testamento in una dimensione di particolare importanza della loro comprensione in quanto il loro significato evidenzia nello specifico la totale incapacità da parte dell’uomo di comprendere la verità se non ha la rivelazione da parte dello Spirito Santo di Dio.

Questi passi biblici vogliono, inoltre, conferire un incarico nello specifico e cioè quello di riferire al popolo della loro totale incapacità di comprendere a livello delle facoltà esteriori (ascoltate, guardate) e quelle interiori (capire, discernere) e le ordina in una struttura circolare (cuore, orecchi, occhi….occhi, orecchie, cuore).

Possiamo capire meglio il passaggio di questi versetti chiedendoci come abbia fatto il profeta Isaia a comprendere ciò che gli era stato ordinato da parte di Dio e dunque il passaggio al suo ministerio successivo. Troviamo questa risposta in Isaia 28 9,10 “«A chi vuole insegnare conoscenza? A chi vuole far comprendere il messaggio? A quelli appena divezzati, a quelli appena staccati dalle mammelle? Poiché è un precetto su precetto, precetto su precetto, regola su regola, regola su regola, un pò qui, un pò là»”, questi passi biblici dicono che il profeta Isaia presentava la verità, al suo popolo, con molta semplicità per fare sì che “gli uomini di mondo” la potessero capire senza alcuna difficoltà, quindi il suo era un messaggio semplice ma chiaro.

L’intera letteratura isaniana si distingue per la sua semplicità che è allo stesso tempo sistematica e ragionata. Quella verità che viene offerta in modo sobrio agli “oppositori” e li mette dinnanzi ad una scelta e chi la rifiuta si spinge oltre il “punto di non ritorno”, i loro cuori e le loro menti vengono rese irrimediabilmente dure (Ebrei 6:4,8 “Perché quelli che sono stati una volta illuminati e hanno gustato il dono celeste e sono stati fatti partecipi dello Spirito Santo e hanno gustato la buona parola di Dio e le potenze del mondo a venire, se cadono, è impossibile rinnovarli da capo a ravvedimento, poiché crocifiggono di nuovo per conto loro il Figliuol di Dio, e lo espongono ad infamia”), questi passi biblici ci fanno capire come l’uomo nella sua cecità spirituale non è in grado di vedere lo stato di perdizione nella quale versa a differenza di Dio che lo conosce in anticipo e nella sua sovranità lo decreta nel suo presiedere, in perfetta giustizia, ai processi psicologici umani che egli ha creato.

Isaia venne chiamato, dal Signore, al ministerio profetico. Egli comprese i termini della sua nomina: “aveva la responsabilità di portare la parola di Dio in modo chiaro al popolo che versava nello stato di perdizione e raggiungere con la verità i loro cuori solo così li poteva indurre a cambiare”. Isaia capì che dalla comprensione della sua proclamazione della verità dipendeva la salvezza o il giudizio del suo popolo, capì l’importanza di raggiungere i suoi ascoltatori con un messaggio semplice ma chiaro perché la recezione di questo messaggio cambiava la loro posizione dinnanzi a Dio che avrebbe dato loro la salvezza o il giudizio.

Questa stessa responsabilità c’è l’abbiamo oggi noi, quale popolo del Dio vivente, dalla nostra proclamazione della verità dipendono la salvezza o il giudizio dei nostri interlocutori ecco perché va presentata in tutta la sua integrità della sana dottrina in modo semplice ma chiaro così come ci è stata tramandata prima dai Padri della chiesa e poi dai Padri della fede, così come ci è stata fatta pervenire dal Signore nostro Dio in tutta la sua integralità. Essa non può essere annacquata per adattarla alla società contemporanea in quanto la Parola del Signore rimane immutabile nel corso dei secoli e coloro che camminano con integrità e fedeltà nei suoi sentieri di giustizia e di rettitudine vi si affidano integralmente seguendo i suoi comandamenti, statuti e precetti e rinunciando di seguire coloro che per comodità (così che hanno sempre le chiese piene e non si svuotano) si affidano a quei culti incentrati sull’Evangelo facile o annacquato.

Per questo motivo di fondo non è la verità che deve essere adattata alla società contemporanea ma sono coloro che vogliono riconciliarsi a Dio Padre che devono adattarsi alla Scrittura in ogni suo aspetto. La Parola del Signore non scenderà mai a compromessi e Dio in primis non permetterà mai a nessuno di annacquarla.

Ritornando all’interpretazione e all’ampliamento del piano previsto, del libro di Isaia, è quello di una tragedia che sfocia nella distruzione completa, nella deportazione di tutto il popolo ebreo e in ulteriori perdite. In quel periodo storico l’Assiria aveva introdotto la politica della “deportazione” (II Re 17) e Babilonia che era l’Impero che successe agli assiri non solo continuò su questa linea ma addirittura distrusse la città di Gerusalemme incluso il Tempio (Isaia capitoli 38-48).

La fine era giunta quando si levò il giudizio divino con la parola “espiato”, con la promessa della venuta del Messia per redimere la discendenza santa e con la garanzia della propria continuità fino al suo arrivo.

Da qui ha origini il “seme santo” quel popolo che un giorno godrà dell’adempimento delle promesse (Isaia: 41:8 “Ma tu, Israele, mio servo, Giacobbe che io ho scelto, progenie di Abramo, mio amico”; 43:5 “Non temere, perché io sono con te; farò venire la tua progenie dall’est e ti radunerò dall’ovest”; 45:25 “Nell’Eterno sarà giustificata e si glorierà tutta la progenie d’Israele”; 53:10 “Ma piacque all’Eterno di percuoterlo, di farlo soffrire. Offrendo la sua vita in sacrificio per il peccato, egli vedrà una progenie, prolungherà i suoi giorni, e la volontà dell’Eterno prospererà nelle sue mani”; 59:21 “«Quanto a me, questo è il mio patto con loro», dice l’Eterno: «Il mio Spirito che è su di te, e le mie parole che ho posto nella tua bocca non si allontaneranno mai dalla tua bocca né dalla bocca della tua progenie né dalla bocca della progenie della tua progenie», dice l’Eterno, «da ora e per sempre»”; 66:22 “«Poiché come i nuovi cieli e la nuova terra che io farò sussisteranno stabili davanti a me», dice l’Eterno, «così sussisteranno la vostra progenie e il vostro nome”) perché “iscritto tra i vivi” (Isaia 4:3 “Ed avverrà che chi sarà rimasto in Sion e chi sarà superstite in Gerusalemme, sarà chiamato santo, cioè chiunque in Gerusalemme sarà iscritto tra i vivi”) nella Sion del futuro che è la Gerusalemme celeste (Ebrei 12:22 “ Ma voi vi siete accostati al monte Sion e alla città del Dio vivente, che è la Gerusalemme celeste e a miriadi di angeli”).

Luisa Lanzarotta | Notiziecristiane.com

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