Intervista della Dr.ssa Ciotoli al Presidente del CBI sulle origini del Battismo

  1. Due correnti storiografiche si contrappongono a proposito delle origini delle Chiese Battiste . Quali sono e perché?

Io non parlerei di contrapposizione dei due gruppi, ma di una  genesi e di uno  sviluppo storico complesso di un unico movimento cristiano evangelico, che è rappresentato da due compagini ecclesiali che agiscono in diversi periodi storici  e sostenuti da una diversificata comprensione teologica della salvezza divina, ma apparentati da una stessa prassi ecclesiale che è il battesimo dei credenti, dei quali la chiesa è formata. Stiamo parlando dei “Battisti Generali” e dei “Battisti Particolari”.Essi  hanno  la loro  gestazione all’interno della Riforma Anglicana, nell’azione religiosa dei Puritani inglesi.

E’ ragionevole chiedersi: chi sono queste strane persone, che danno vita a tal movimento, persone molto lontane dalla cultura e dalla religiosità italiana?.

Si definiscono “Battisti Generali” una serie di chiese nate dalle idee della Riforma Protestante, in particolare dalla Riforma Anglicana. Gli antecedenti vanno ricercati all’inizio del XVII secolo, in cui si afferma la predicazione e l’azione dei suoi pionieri, l’ex prete anglicano John Smyth e l’avvocato  Thomas Helwys. La data di nascita della prima chiesa oscilla tra il 1609 e il 1612-1613, a seconda dell’interpretazione che gli storici danno a tali avvenimenti. Personalmente, abbraccio la tesi storica che la prima chiesa battista nasce a Spitalfields, a nord-est di Londra nel 1612-1613 grazie alla testimonianza coraggiosa di Thomas Helwys e di un gruppo esiguo  di esuli inglesi che rimpatriarono dall’Olanda, in cui si erano rifugiati per la persecuzione dell’Establishment  della Chiesa Anglicana e dopo essersi staccati dal gruppo più numeroso guidato da John Smyth. Ma qual è la fede di questa gente che ha messo sottosopra la loro tranquilla esistenza? Essi credono in una salvezza divina offerta a tutto il genere umano, insegnando che la morte espiatrice di Cristo raggiunge tutti coloro che credono in Lui, testimoniandola con il rito battesimale dei credenti. Dunque, una fede responsabile e consapevole.  Si può parlare di una influenza concettuale della teologia arminiana nella spiritualità dei Battisti Generali , sebbene Thomas  Helwys respinga l’accusa di arminianesimo in un’epoca in cui dominava la teologia calvinista,affermando che la salvezza è opera di Dio in Cristo , respingendo  il concetto di predestinazione  di uomini  destinati  dal volere di Dio alla dannazione:  secondo Helwys vi sono uomini che non entrano nel Regno perché si autoescludono,  rifiutando il dono della salvezza e non perché Dio li predestina alla dannazione.

Oltre alla universalità della salvezza, I Battisti Generali sostenevano la perdita della salvezza di coloro che abiuravano. La Chiesa è formata di santi , che testimoniano  la loro conversione e appartenenza a Cristo con il Battesimo dei credenti.

I Battisti Particolari  rappresentano la seconda anima del movimento battista. Anch’essi  scoprono il principio evangelico che la Chiesa è formata di credenti, che hanno esperimentato la conversione e che la testimoniano con il rito battesimale . Ma, al contrario, dei Battisti Generali essi abbracciano la teologia calvinista della espiazione limitata e della doppia predestinazione. Inoltre, affermano che la salvezza è un dono di Dio, che contraddistinguerà la vita del cristiano e da cui non si staccherà mai.

L’origine dei Battisti Particolari può essere datata intorno al 1638, emergendo da comunità separatiste moderate o semiseparatiste in contrasto con il separatismo rigido dei Battisti Generali(John Smyth richiese una totale separazione dalla Chiesa d’Inghilterra, considerata come L’Anticristo; al contrario, i semiseparatisti che più tardi divennero Battisti Particolari, accettarono la Chiesa d’Inghilterra come la vera Chiesa, nonostante le sue imperfezioni).

I loro antecedenti sono individuati nella chiesa semiseparatista indipendente di Southwark, Londra, nel 1616, guidata da Henry Jacob, uno degli esponenti  di spicco dei Puritani più radicali , rifugiatosi a Leyden, in Olanda, sotto l’influenza di John Robinson.

A lui successero, in ordine, John Lathrop, Henry Jessey e William Kiffin, che in seguito, divenne uno stretto battista e membro della comunità di John Spilsbury, separatosi dalla chiesa di Jacob nel 1638. Questa chiesa divenne  la prima chiesa  Battista particolare, dovuta alla sua dottrina della espiazione limitata. E’ in questa comunità che iniziò la pratica del battesimo per immersione( i Battisti Generali praticavano il battesimo per aspersione), una prassi battesimale probabilmente suggerita da quella praticata da un gruppo di Mennoniti, i Collegianti, a Rhynsbury, nell’Olanda meridionale.

In definitiva, si può ragionevolmente dedurre dalla vicenda dei due gruppi separatisti inglesi l’importanza storica e biblico-teologica della scoperta del battesimo dei credenti che si impone in due passaggi storici: primo, essi affermano che il battesimo si applica solo ai credenti e non agli infanti. I Battisti Generali insegnarono ciò nel 1609 e i Battisti Particolari negli anni trenta del ‘600. Esso era amministrato per aspersione. In una seconda fase  i Battisti riesumarono l’antica prassi del battesimo per immersione , che essi credevano che veniva insegnato nel Nuovo Testamento. I Battisti Particolari adottarono la prassi battesimale per immersione nel 1640-1641, mentre i Battisti Generali introdussero tale prassi nelle loro chiese non prima del 1660.

Mi permetta una nota finale, riguardante proprio la definizione di queste chiese con il nome di “Battisti”. Esso fu affibbiato a loro dai loro oppositori nel 1640, mentre tali comunità si definivano “Fratelli” o “Chiese dei battezzati”.

2). A quale delle due appartenete? Come vi siete costituiti e organizzati?

Oggi parlare di Battisti Generali e di Battisti Particolari è un anacronismo. Certamente, le loro idee religiose influenzano molte chiese battiste odierne, ma si è lontani dal riprodurre siffatte etichette denominazionali.  E’ doveroso aggiungere anche che nel complesso universo delle Chiese Battiste si registra la presenza di una cospicua  componente liberale, sostenendo un biblicismo infarcito di modelli culturali secolari. Ciò ha determinato l’uso di nuove definizioni come i Battisti Conservatori e i Battisti fondamentalisti.

Il CBI si configura tra i Battisti Conservatori. Esso è caratterizzato da un corpus dottrinale ereditato dalla Riforma Protestante e dai Battisti Generali ,sebbene confluiscano anche alcuni elementi concettuali dei Battisti particolari.  Nasce dall’iniziativa di due pastori battisti, Luciano Leoni e Paolo Brancè il 15 Maggio 2010 durante la prima assemblea tenuta a Roma.  Inizialmente il movimento si chiamava UBEIC(Unione Battisti Evangelici italiani  Conservatori), le cui linee programmatiche vengono espresse nel loro Manifesto(cfr. il sito: www.chiesebattisteitaliane.it).E’ il quarto polo della presenza battista in Italia, stando alla definizione data dal CESNUR di Massimo Introvigne, considerandosi alternativo al liberalismo teologico dell’UCEBI(Unione delle Chiese Evangeliche Battiste in Italia), al fondamentalismo dell’AEBI(Associazione Evangelici Battisti Italiani) e a quella riformato del CERBI(Chiese Evangeliche Riformate Battisti d’Italia). All’UCEBI il CBI rimprovera una perniciosa teologia liberale che porta a conseguenze etiche devastanti, mentre tra il CERBI e il CBI si è sviluppato un dibattito storico sulle origini e radici del Battismo, che il CERBI vede anche nella tradizione anabattista e non solo nel calvinismo. Ai Fondamentalisti dell’AEBI il nuovo polo battista contesta l’esclusivismo e la feroce avversione al Cattolicesimo considerato non cristiano, rischiando di emarginarsi sia in campo religioso che sociale e culturale.

Il CBI persegue l’obiettivo ambizioso di rilanciare in generale l’Evangelismo evangelico e, in particolare, l’identità battista attraverso i principi costitutivi  del Cristianesimo delle origini in base alla rilettura attenta e scevra di preconcetti dogmatici delle Scritture, evidenziando l’importanza del binomio fede-ragione secondo lo slogan agostiano “fides quaerens intellectum”,e rilanciando quello bonhoefferiano della grazia a “caro prezzo”,  “a caro prezzo perché chiama a seguire, e grazia perché ci chiama a seguire Gesù Cristo”.

Il CBI è presente sul territorio nazionale a Venezia, ed è in contatto con altri gruppi disillusi dal sistema evangelico odierno.

  1. I Battisti sono stati influenzati da correnti della Riforma radicale , in particolare dai Mennoniti, da cui oggi sono però distanti nella teologia e nello stile di vita. In che cosa si differenziano concretamente?

Il movimento battista può essere definito come un rampollo del Puritanesimo inglese più che una costola dell’ala sinistra della Riforma. Non nego che esistono alcune interpretazioni storiografiche, che tendono a focalizzare la genesi del Battismo all’interno della complessa e controversa spiritualità dell’Anabattismo.(1)

Sebbene siano rilevate alcune affinità tra i due gruppi  sulla base della fede in una chiesa-setta formata soltanto da credenti rigenerati, testimoniata attraverso il rito battesimale per immersione

(ma i primi Battisti adottarono il battesimo per aspersione), tuttavia, è molto difficile stabilire una connessione storica tra i due gruppi, anche perché vi sono diverse divergenze storiche. La maggioranza degli studi storici più recenti, invece, evidenziano la connessione storica dei Battisti con il Puritanesimo inglese, in particolar modo, con i separatisti inglesi La vita di John Smyth e di Thomas Helwys, pionieri del protobattismo si dipanò lungo gli anni cruciali dell’affermazione della tradizione separatista inglese.(2)

L’incontro dei Battisti con i Mennoniti si ebbe alla fine della prima decade del XVII secolo, in Olanda. Fuggiti dalla terra madre a causa delle leggi restrittive promulgate dalla Corona Inglese in materia religiosa, si rifugiarono ad Amsterdam, dove ebbero rapporti conflittuali con altri gruppi di esuli inglesi e anche, inizialmente, con gli stessi Mennoniti. Ciò è attestato dall’evento cruciale, che definì la loro identità ecclesiale: il battesimo dei credenti.

Affermando Smyth la vacuità del battesimo amministrato nella Chiesa d’Inghilterra, privo di validità scritturale, Smyth supera la difficoltà morale del rischio che il gruppo neobattista a cui incorre nell’essere confuso con gli Anabattisti, essendo molto forte in lui la convinzione ad abbracciare un modo radicale di comprendere la fede cristiana a tal punto da superare anche la notevole difficoltà di trovare una comunità cristiana che potesse amministrare il battesimo, battezzando prima se stesso e poi  Helwys e il resto della comunità.(3)

Si può ragionevolmente parlare di dialogo teologico con i Mennoniti verso la fine del 1609.

Già con la Dichiarazione di fede in latino in venti articoli, titolata “Corde Credimus”, redatta non più tardi dell’Aprile del 1610, John Smyth negozia il suo ingresso nelle chiese mennonite, determinando di fatto una spaccatura all’interno della neonata comunità battista, avendo il suo accanito oppositore l’amico di sempre e finanziatore della migrazione in Olanda, Thomas Helwys.  I Mennoniti olandesi sono gli eredi dell’Anabattismo piantato in Olanda tra il 1529 e il 1530 da Melchior Hofman. Smyth sposa le convinzioni mennonite dell’armianesimo, rigettando la teologia calvinista della predestinazione e dell’elezione.  Inoltre, fa sua la Cristologia eterodossa di Melchior  Hofman, caratterizzata da un semidocetismo in cui prevale l’idea di un corpo celestiale incarnatosi nella Vergine Maria,  e anche rigetta il concetto biblico del peccato originale.

La chiesa protobattista di Smyth si spacca, causando una insanabile divisione, in cui prevale nel tempo l’ortodossia e la spiritualità battista del gruppo più esiguo, quello guidato dall’Avv. Thomas Helwys , da cui nasce di fatto il movimento battista, mentre il gruppo più numeroso guidato da Smyth  viene assorbito dalla Chiesa mennonita dissolvendosi nel 1615.

Credo che Smyth, grazie alle sue scelte coraggiose , abbia avuto un ruolo importante per la nascita del movimento battista, ma il merito della sua continuità va riconosciuto a Thomas Helws, il quale caparbiamente portò avanti le intuizioni teologiche di Smyth, irradiando la spiritualità battista nella storia del Protestantesimo e in generale, nella storia del Cristianesimo.

  1. Torbet Robert J.- A History of the Baptists- Valleyforge Judson press, USA 15^ Rist., pag. 18
  2. White B.R.- The English Separatist tradition- Oxford University Press, 1971, pag.116
  3. Burgess W.H.-John Smyth, Thomas Helwys and the planting of the first Baptist Church of England- J. Clarke, London, 1911, pag. 23
  4. La corrente dei “Battisti Generali” influenza certamente la nascita dei primi “Battisti Particolari”. Quali sono le differenze e le analogie?

Le due correnti di Battisti nascono e si sviluppano nel prima metà del 1600, ma in un arco di tempo distante l’uno dall’altro e in diverso contesto storico-sociale, sebbene ambedue i gruppi derivino dal dinamico movimento puritano inglese: i primi, i Battisti Generali, provengono da un gruppo di esuli puritani separatisti inglesi di Amsterdam, nato nella prima decade del 1600 e i secondi, I Battisti Particolari, si affermano alla fine degli anni trenta dello stesso secolo, sostenuti  dalla teologia riformata calvinista, a Londra.

Senza che i primi condizionano i secondi,  essi convergono in un principio evangelico fondamentale, quello riguardante l’ecclesiologia  e la soteriologia: la chiesa è formata da cristiani consapevoli e responsabili della propria fede. Essi sono motivati dalla conversione, come elemento teologico fondante la fede, espressa attraverso il rito formale del battesimo, che inizialmente fu amministrato per aspersione , e che in seguito ebbe la forma evangelica dell’immersione.

Concepire la chiesa come una comunione di santi, determina anche l’indipendenza della chiesa locale, auto amministrandosi sia nelle sue esigenze spirituali che economiche. La stessa comunità locale elegge i propri ministri o conduttori e attinge alle proprie risorse finanziarie per far fronte alle necessità economiche. Tuttavia, l’indipendenza delle chiese non causa isolamento e disinteresse l’una dall’altra, ma sovranità della chiesa locale, la quale si unisce con le altre in associazioni di interdipendenza tra le chiese della stessa denominazione, unite da una comune base di fede dottrinale, di uno stesso sistema di governo ecclesiale e della stessa politica di intervento missionario nella società.

Queste chiese a un tempo sovrane e interdipendenti sono guidate dalla Scrittura, intesa come la Parola di Dio rivelata all’uomo per la sua salvezza. Nelle loro confessioni di fede sono riportate come articolo di fede fondamentale  la centralità della Scrittura  come libro ispirato dal soffio di Dio. La confessione dei Battisti Particolari del 1644 con gli articoli 7,8,22 afferma che la regola della conoscenza  della fede  e obbedienza , riguardante la lode e il servizio di Dio, era determinata dalla Parola di Dio contenuta nelle Scritture canoniche. Sulla stessa falsariga è la confessione “Fede e Pratica” delle Trenta comunità del 1651 dei Battisti Generali. L’articolo 46 è un ammonimento per i pastori chiamati ad insegnare e predicare ciò che è sentito e letto nei Documenti di Dio, che sono dati per ispirazione dello Spirito Santo.

Un altro aspetto distintivo che caratterizza le due correnti è il “Sacerdozio universale”. In verità, l’idea religiosa del sacerdozio universale era già enucleata nel pensiero classico della Riforma. La novità sta nel fatto che, essendo le Chiese Battiste congregazionaliste, formate da persone confessante la fede, la responsabilità morale del  sacerdozio regale è rigorosamente e visibilmente ecclesiale. John Smyth nel suo scritto  “Le differenze delle Chiese della separazione” Dichiara: “la Chiesa visibile è chiamata a vivere un sacerdozio regale e i Santi sono Sacerdoti verso Dio. Essi sono i bambini del Regno , che accettano la sovranità di Cristo il Re di ogni comunità. Essi sono responsabili di tutti gli aspetti dell’amministrazione della Chiesa , sebbene gli Anziani  la guidino”.

Oltre ad essere “sacerdoti” i Battisti sono anche missionari. Ogni battista è un missionario. L’idea della missione o evangelizzazione era implicita nel pensiero di Helwys, che sottolinea la necessità di comunicare l’evangelo tra la sua gente. Tuttavia, il senso missionario vero e proprio è registrato tra i Battisti nel XVIII secolo , che era considerato un periodo di risveglio. Ciò che animò i Battisti di quell’epoca  fu la riscoperta del mandato evangelistico di Cristo di Matteo 28, che è quello di andare a predicare e a battezzare.

Infine, il concetto di libertà religiosa  e i basilari diritti umani erano concetti profondamente radicati nella vita dei Battisti, i quali auspicavano la separazione tra Stato e Chiesa. I Battisti credono che lo Stato non abbia nessun diritto a costringere  a uniformarsi a quello che è il conformismo religioso, ma ha il dovere di sostenere un pluralismo religioso nel consorzio sociale. L’autorità temporale ha il dovere di lasciare libera la coscienza degli uomini negli affari religiosi e intervenire solo nelle civili trasgressioni.

Thomas Helwys nel 1612-1613 sviluppò la richiesta di Smyth per la libertà di coscienza in un libro titolato “Una breve dichiarazione del Mistero dell’iniquità”. La sua era una rivendicazione per la libertà religiosa pubblicata in Inghilterra dove persisteva l’azione repressiva di una Chiesa di Stato , quella Anglicana, che insisteva sulla conformità religiosa.

Helwys dice:” Che il re giudichi, non è più giusto che gli uomini scelgono la loro religione, sapendo che solo essi devono stare davanti al giudizio di Dio nel rispondere per sé”.  Nel dedicare il libro al re Giacomo I, Helwys pronunciò parole dure nei suoi confronti che gli costò il carcere e la vita: “il re è un uomo mortale e non è Dio, quindi non ha alcun potere sulle anime immortali dei suoi sudditi ad emanare leggi e ordinanze per costringerli ad uniformarsi alla Chiesa di Stato”.

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