Ci giungono dall’Iran molti aggiornamenti sulla situazione dei cristiani detenuti a causa della fede in Gesù. La Chiesa iraniana ci chiede di pregare con lei per la situazione di coloro che sono in carcere e per i cristiani che emigrano a causa della pressione crescente.
Generalmente, in Iran, chi viene arrestato per la sua fede in Gesù è accusato di crimini contro la sicurezza nazionale. Tuttavia, il 3 agosto, un leader della denominazione “Chiesa dell’Iran”, Abdolreza (Matthias) Haghnejad, è stato accusato di “moharebeh”, inimicizia contro Dio, reato che può portare alla condanna a morte. Abdolreza è stato arrestato il 5 luglio così come molti altri responsabili della stessa denominazione. I funzionari della sicurezza hanno fatto irruzione in casa sua a Rasht e hanno confiscato tutto il materiale cristiano, tra cui le Bibbie.
Il 23 luglio Mehdi Ameruni, un altro membro della stessa denominazione, è stato chiamato dalle autorità a scontare tre anni di carcere nella prigione di Adel-Abad, a Shiraz. Il 12 ottobre 2012 sette cristiani, tra cui Mehdi, erano stati arrestati durante un incontro di preghiera a Shiraz. Furono poi rilasciati il 19 marzo 2013, ma il 16 luglio 2013 Mehdi è stato condannato a tre anni di carcere. E’ rimasto in libertà in attesa del processo d’appello, respinto recentemente.
I cristiani in carcere non devono solo affrontare i disagi “normali” e la pressione di guardie e di funzionari statali, ma spesso sono esposti anche a minacce provenienti dagli altri detenuti. Saeed Abedini sta scontando nel carcere Rajai Shahr una condanna a otto anni per “attività cristiane”. Ci ha riferito che altri prigionieri lo hanno avvertito del fatto che alcuni islamisti radicali detenuti nello stesso piano della prigione vogliono ucciderlo. Saeed ha deciso quindi di rimanere all’interno della sua cella nei momenti in cui potrebbe essere esposto a maggiore rischio.
Recentemente un certo numero di prigionieri cristiani sono stati trasferiti di prigione o spostati in sezioni differenti all’interno della stessa prigione. Farshid Fathi, per esempio, è stato spostato dalla famigerata prigione Evin di Teheran a Rajai Shahr, carcere di Karaj. Farshid sta scontando una condanna a sei anni per reati contro la sicurezza nazionale. Saeed e Farshid sono ora detenuti nella stessa struttura. Tuttavia, i prigionieri cristiani a Rajai Shahr, così come in altre prigioni, lamentanol’impossibilità di contattare gli altri cristiani detenuti.
Inoltre la Chiesa iraniana è preoccupata per il recente aumento del numero di fedeli, tra cui diversi responsabili di chiesa, che emigrano a causa dell’aumento della pressione su di loro. Nelle ultime settimane la MEC (Middle East Concern, fonte principale delle informazioni contenute in questo articolo) ha ricevuto la segnalazione di diverse famiglie che hanno lasciato il paese a causa dei pericoli che devono affrontare in Iran.