In Kazakistan, il governo sta diffondendo messaggi di allerta contro l’attività missionaria in modi insoliti, come pubblicandoli sui trasporti pubblici e sulle bollette.
Nell’estate del 2024, le bollette delle utenze in Kazakistan hanno iniziato a includere un insolito avvertimento: “ATTENZIONE se persone sconosciute per strada o in luoghi pubblici ti obbligano ad avere conversazioni su Dio e sull’esistenza, ti offrono di acquistare della letteratura religiosa a un prezzo simbolico o di riceverla in dono, o fanno strane domande come ‘La tua vita ti soddisfa?’ […] è possibile che tu sia di fronte a un ‘reclutatore’ e IL SUO OBIETTIVO È TRASCINARTI TRA GLI ADEPTI DI UN MOVIMENTO RELIGIOSO DISTRUTTIVO”.
Questi avvertimenti invitano chiunque si imbatta in persone che discutono di religione o offrono letteratura religiosa in luoghi pubblici a chiamare la polizia.
Messaggi di questo tipo vengono pubblicati anche sui social media; molti di questi post provengono da organizzazioni che ricevono sovvenzioni governative.
Il 7 giugno, in un post su Instagram, il Centro giovanile del distretto di Sarkan, nella regione di Almaty, avvertiva i lettori di non partecipare a eventi religiosi non registrati in quanto illegali. Aggiungeva: “Se vedete per strada o in una zona residenziale persone che distribuiscono libri, opuscoli o volantini religiosi, sappiate che si tratta di distribuzione illegale di letteratura religiosa!”
In un breve video su Instagram del 25 settembre, il Centro per lo Studio della Religione di Astana – che riceve ingenti sovvenzioni statali – avvertiva che coloro che condividono la loro fede sono soggetti a una multa (equivalente a 2 mesi di uno stipendio medio locale), ai sensi dell’articolo 490 del Codice amministrativo.
Il 27 settembre, l’agenzia governativa Religion in Atbasar District, con sede nella regione di Akmola, nel Kazakistan centrale, ha pubblicato lo stesso video di 8 secondi sulla sua pagina Instagram.
Il Kazakistan si trova alla posizione numero 47 della World Watch List. Come molti altri paesi dell’Asia centrale, il Kazakistan non è un luogo facile per i cristiani. La libertà religiosa è costantemente a rischio da quando nel 2011 è stata introdotta una legislazione che ha conferito al governo un controllo significativo sulla religione. Per i cristiani, questo significa maggiore sorveglianza, incursioni nelle riunioni, arresti e incarcerazioni. Qualsiasi chiesa al di fuori di quella ortodossa russa (tollerata finché non cerca di condividere il Vangelo con i musulmani) corre il costante rischio di intensi monitoraggi e repressioni da parte delle autorità statali.
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