Kyoto scaccia Kyoto

Se, come pare, siamo entrati in un’epoca in cui i governi mondiali vogliono prendersi cura delle popolazioni con uno zelo e una sollecitudine mai viste prima, è curioso che effetti lampanti come i 228 morti del mese scorso in Germania e Belgio in seguito a frane ed alluvioni non sembrino destare molta premura. Eppure tale emergenza da quasi 30 anni rimbalza da continente a continente, da Rio de Janeiro a Kyoto passando da Berlino: il cambiamento climatico.

Ogni giorno se ne parla nei vari Tg e giornali, ma il mondo sembra inerme, arreso, come se fosse in uno stato terminale, senza speranza, in dipendenza clinica.

Non si tratta più di supposizioni: proprio pochi giorni fa, il 24 agosto, uno studio pubblicato da esperti e ricercatori nella rivista World Weather Attribution ha confermato il nesso tra il riscaldamento globale e gli eventi catastrofici del mese scorso in Belgio e Germania.

Come dimostrato dal Atlantic Meridional Overturning Circulation, in uno studio pubblicato sulla rivista Nature Climate Change, il sistema di ricircolo delle acque oceaniche che da sempre permette alle calde acque tropicali di risalire verso i mari del nord regolando così anche l’atmosfera e quindi le condizioni climatiche, ovvero la Corrente del Golfo, adesso è inceppato a causa del riscaldamento e del cambiamento della densità delle acque del nord.

Ma se di tutto ciò già si parla e straparla (ma mai abbastanza), meriterebbe particolare attenzione un quesito raramente posto: ma chi ne pagherà più di tutti le conseguenze?

La risposta è quella che ci aspettiamo tutti da un mondo così corrotto e ingiusto: quelli che hanno meno colpe, gli ultimi degli ultimi. Infatti in uno studio recentissimo pubblicato da UNICEF (25 agosto 2021), quasi la metà dei bambini di tutto il mondo, circa un miliardo, vive in Paesi classificati come a “rischio estremamente elevato” per effetto dei cambiamenti climatici. La rivista Altraeconomia informa che “circa un miliardo di bambini è esposto a livelli eccessivamente alti di inquinamento dell’aria mentre per 920 milioni la quotidianità è segnata dalla mancanza di acqua potabile. Ci sono poi 815 milioni di bambini che devono fare i conti con inquinamento da piombo, 400 milioni che vivono in aree ad alto rischio di essere colpite da violenti cicloni e 330 milioni vivono in aree ad alto rischio inondazioni. I cambiamenti climatici stanno avendo (e avranno un impatto crescente in futuro) anche sulla diffusione di zanzare e altri insetti che trasmettono malattie come la malaria e la dengue. Oggi sono circa 600 milioni (uno su quattro a livello globale) i bambini che sono altamente esposti al rischio di contrarre queste malattie e il loro numero è destinato a crescere con l’estendersi delle aree in cui gli insetti portatori di malattie trovano un clima adatto per vivere e riprodursi. Queste condizioni spesso si sommano anche tra loro: si stima che circa 850 milioni di bambini (uno su tre a livello globale) vivano in aree in cui si presentano almeno quattro di questi shock climatici e ambientali”.

Greta Thunberg, che ha dichiarato: “il cambiamento climatico rappresenta la più grande minaccia che i bambini e i giovani devono affrontare”.

Sono sempre gli Ultimi a pagare il conto, aspettando nel frattempo nuovi cieli e nuova terra con umiltà e speranza, per diventare eternamente Primi.

https://www.missioneparadiso.it/notizie-dal-fronte.php?id=175#leggi

Ti è piaciuto l'articolo? Sostienici con un "Mi Piace" qui sotto nella nostra pagina Facebook