La Cai ammette «numerose irregolarità» sulle adozioni

La Commissione ha riconosciuto la mala gestione dell’ex vicepresidente Della Monica. «Dobbiamo ridare fiducia alle famiglie» dice Griffini, presidente AiBi.

Dopo ben tre anni e tre mesi, la Commissione per le adozioni internazionali (Cai) si è nuovamente riunita il 12 settembre. Il prolungato silenzio, dai motivi tutt’ora inspiegati, è frutto della linea dell’ex vicepresidente Silvia Della Monica, da tempo accusata da alcuni enti delle adozioni di mala gestione, monopolio e irregolarità. Della Monica ha terminato il suo mandato lo scorso febbraio ed è stata sostituita dalla nuova vicepresidente Laura Laera, ma il suo operato ha bloccato per un intero triennio il sistema delle adozioni. A riconoscerlo è stata la stessa Commissione, alla presenza anche del presidente Paolo Gentiloni: nel comunicato si parla di «numerose irregolarità» compiute da Della Monica, come per esempio le modalità con cui l’ex vicepresidente sottoscriveva gli accordi bilaterali tra l’Italia e alcuni paesi da cui provengono i bambini dati in adozione. C’è inoltre un grande caos burocratico, tra documenti originali dispersi, mancata corrispondenza con i numeri di protocollo o assenza di allegati.

SI RICOMINCIA. La Commissione ha quindi deciso di riprendere in mano la situazione e apportare delle migliorie. Innanzitutto, si legge nel comunicato, è necessario verificare l’attuale validità degli accordi con gli altri paesi d’adozione (in caso negativo, si dovranno ricominciare da capo tutte le procedure, con i relativi tempi di attesa lunghissimi a danno di famiglie e bambini). Si prevedono poi una serie di interventi per semplificare l’iter di adozione, come l’attivazione di un fascicolo digitale che contenga tutti i documenti e gli eventi relativi all’adozione. Ed è stato sottoposto all’esame della Commissione un piano di attività che prevede la riattivazione della linea telefonica Cai, l’attività di monitoraggio e analisi e il supporto tecnico alle attività internazionali. Infine, si è deciso di sottoporre a verifica tutti gli enti autorizzati, con l’intenzione, forse, di ridurli.

RECUPERO FIDUCIA. Marco Griffini, presidente di AiBi, si dichiara a tempi.it «positivamente sorpreso della decisione della vicepresidente Laera di esprimere in quel comunicato anche gli aspetti negativi della precedente amministrazione. È un ottimo segnale di trasparenza e di ritorno alla legalità che fa ben sperare per il futuro». L’impegno ora mostrato dal governo per rilanciare le adozioni internazionali «deve però concretizzarsi nella fornitura delle strutture necessarie, da quella del personale, oggi mancante, a quella finanziaria». I segnali positivi non mancano, soprattutto per le famiglie, racconta Griffini, che stanno recuperando la fiducia persa: dopo il crollo delle adozioni internazionali negli ultimi tre anni, «i telefoni stanno tornando a squillare, gli uffici informativi e i corsi formativi si stanno riempiendo».

OPERATO DISASTROSO. I danni a cui rimediare, provocati dalla mala gestione di Della Monica, dice Griffini, «sono impressionanti». Le carte del processo a Savona, riprese dal Fatto Quotidiano, fanno emergere la volontà dell’ex vicepresidente di creare un regime di monopolio da lei gestito e un sistema parallelo di enti autorizzati a lei fedelissimi, danneggiando chi si opponeva e facendo sparire numerosi documenti compromettenti. «Il suo operato è stato disastroso. Ci sono paesi come la Cambogia e la Bolivia che aspettano ancora di aprire accordi bilaterali per le adozioni con l’Italia. L’Africa invece ha chiuso le adozioni, ma lì i bambini abbandonati sono tantissimi e nostro compito è anche quello di porre il problema a livello europeo».

RICORSO AL TAR. La domanda che rimane ancora senza risposta però è «perché si è dovuto aspettare la fine del mandato per cacciare Della Monica? Queste irregolarità, come gli abusi di potere, l’omissione di atti di ufficio o la sua irreperibilità alle famiglie, erano già note da tempo nell’ambiente, anche se nessuno di noi sospettava la gravità dei reati». Allo stesso modo, «ci chiediamo perché, alla luce di tutte queste rivelazioni, non si prendano provvedimenti nei confronti di Della Monica, che ancora riveste la carica di magistrato». L’ex vicepresidente invece non demorde e ha presentato ricorso al Tar del Lazio per ottenere un secondo mandato e chiedere la sospensione di Laera.

BAMBINI ABBANDONATI. Ma ormai quello che è stato è stato, conclude Griffini, e la priorità ora, dopo tante incertezze e problematiche, è quello di riaprire alle adozioni, ridare fiducia alle famiglie e una nuova casa ai bambini. «Al di là dell’aspetto giuridico, questi eventi hanno dimostrato la piccolezza umana di Della Monica, che in fondo suscita compassione e chiede perdono. Il fulcro del nostro lavoro è il destino di bambini abbandonati in tutto il mondo. Un dramma del genere dovrebbe toccare la sensibilità e l’umanità di chi lavora in questo ambito, e spronarlo a portare aiuto».

Francesca Parodi | Tempi.it

Foto Ansa

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