La chiesa degli “Ultimi Giorni”

11406891_442167329289919_9056575281334158760_nLe parole belle ma vuote non impressionano Dio. Egli non lascia spazio all’esagerazione. Le orazioni imponenti non lo influenzano. Le proclamazioni sensazionali non lo ingannano. Gli interessa solo la verità. E’ mentre noi possiamo facilmente ingannare gli altri (e noi stessi), non inganneranno “mai” il Signore. Egli “ha occhi di fiamma di fuoco”, Egli “ha la spada affilata a due tagli”, Egli è il testimone fedele e verace” (Apocalisse 2:18-12; 3:14). Non dice “Io penso”. Dice soltanto “Io conosco”. Per ognuna delle chiese a cui è indirizzato il libro dell’Apocalisse le sue parole sono sempre le stesse: “Io conosco…”.

I credenti di Sardi avevano una fama. I loro nomi erano importanti nel Regno. Ma ciò non commuoverà Gesù: “Io conosco le tue opere; tu hai la reputazione di vivere, ma sei morto” (Apocalisse 3:1). Ciò che gli altri pensavano era completamente falso.

Quelli di Laodicea apparivano perfetti esteriormente. Sembravano capaci di tutto. Erano una chiesa “arrivata”, i più prosperi, i più benedetti, i più unti, (e probabilmente si vantavano anche si essere “la chiesa che cresceva più in fretta” in Asia minore). Ma Gesù vedeva oltre il luccichio e lo splendore. “Io conosco le tue opere… poiché tu dici: “Io sono ricco, mi sono arricchito e non ho bisogno di nulla”; e non sai invece di essere disgraziato, miserabile, povero, cieco e nudo” (Apocalisse 3:15-17). Le parole del Signore mettono a nudo le realtà. Egli vede. Egli parla. Egli conosce.

Cosa ci direbbe Gesù oggi? Se apparisse sulla TV cristiana nazionale, quale sarebbe il Suo messaggio? Quanto di ciò che attualmente abbiamo è reputazione, e quanto è realtà? Siamo una chiesa militante o una chiesa mutante? Gesù dice “Io conosco …” Siamo pronti ad ascoltare la verità?

“Siamo noi stessi, solo nel segreto; tutto il resto e reputazione. Dio guarda quello che siamo nel segreto, le fantasie della nostra mente, i pensieri del nostro cuore, le abitudini del nostro corpo; queste cose sono il marchio di distinzione agli occhi di Dio… La tua vera personalità è ancora nascosta” (Oswald Chambers). Qual’è la personalità della Chiesa contemporanea? Come siamo nel segreto?

Ricordiamo: Dio vede “dove” nessun uomo vede; Dio vede “quello” che nessun uomo vede; Dio vede “quando” nessun uomo vede. Ovunque… tutto… sempre. “Se dico: – Certo le tenebre mi nasconderanno – persino la notte diventerà luce intorno a me; le tenebre stesse non posson nasconderti nulla, anzi la notte risplende come il giorno; le tenebre e la luce sono uguali per te” (Salmo 139:11-12). I suoi raggi penetranti palesano e svelano. Corriamo verso la luce affinché possiamo vedere. “Noi siamo già stati visti”. Diciamo: “Siamo così ricchi! La nostra merce evangelica viene esportata in tutto il globo, le nostre videocassette e CD saranno presto guardate in ogni nazione, ed i nostri ministeri di guarigione stanno per raggiungere il mondo intero. Satana, stai attento! E’ giunta la Chiesa statunitense”. Ma Gesù dice: “Io conosco…” Come deve apparire patetico il nostro vanto. Qual era la maggior debolezza della Chiesa di Sardi? “Tu hai la “reputazione di vivere…” Avevano creduto a quello che gli altri dicevano di loro. Quale fu il maggior errore della Chiesa di Laodicea? “Non sai invece di essere disgraziato, miserabile, povero, cieco, e nudo…” Erano convinti di essere ricchi! E’ abbastanza brutto trovarsi in una condizione di disgrazia, miseria, povertà, cecità, e nudità. Ma non saperlo, questa è la vera tragedia!
Neanche noi sappiamo la nostra vera condizione. Anche noi abbiamo una bella reputazione. Ma Gesù conosce la verità. Cosa deve succedere affinché i nostri occhi si aprano? Considera queste parole oneste. Potrebbero ferirti, ma sono vere.

“Molte chiese lodano un Dio assente” (Leonard Ravenhill). C’è tanta disobbedienza e contaminazione, così tanta carnalità e corruzione, che abbiamo fatto scappar via la presenza di Dio. I credenti possono continuare a pregare, ad avere il culto familiare, a testimoniare, a cantare cori, a dare la decima e partecipare ai culti SENZA NEPPURE SAPERE CHE LO SPIRITO DEL SIGNORE SI E’ ALLONTANATO. Ci siamo così tanto abituati al superficiale che difficilmente sentiamo la mancanza del soprannaturale. Siamo ripieni di fronzoli, anziché ripieni di Spirito. Siamo così abituati alle “frange delle sue opere” (Giobbe 26:14) che spesso dimentichiamo la sostanza del Suo modo di agire.

Dov’è la gloria? Dov’è l’atteggiamento riverente? Dov’è la maestà di Dio? Con quale frequenza la Sua voce rimbomba in mezzo a noi? Che peccato! Crediamo nei nostri resoconti esagerati. Siamo stati gabbati dalle nostre parole favolose. Decine di ministri da ogni parte proclamano evidenti, travolgenti e sensazionali segni, prodigi, e miracoli. Raccontano spesso spettacolari azioni di Dio. Sentiteli parlare, si potrebbe pensare che in confronto a loro, gli apostoli erano dei novellini spirituali ( e non è il caso di ridere. Alcuni teologi asseriscono che se Paolo avesse avuto la “nostra” rivelazione, non avrebbe avuto la sua spina nella carne; e se Stefano fosse stato conscio della sua completa autorità, non sarebbe divenuto martire. Invece di ridere, dovremmo pingere). Forse gli apostoli proveranno ammirazione verso i santi contemporanei un giorno, ma quel giorno non è sicuramente oggi.

E’ ora di sentire parole oneste, parole che penetrino la nostra compiacente scorza esteriore e sconvolgono la nostra spiritualità egocentrica. Ciò che Paolo profetizzò si è avverato. Il tempo è venuto “in cui non sopporteranno la sana dottrina, ma, per prurito di udire, si accumuleranno maestri secondo le loro proprie voglie, e distoglieranno le orecchie dalla verità per volgersi alle favole” (II Timoteo 4:3-4). Il problema legato ai falsi profeti è che “essi curano alla leggera la ferita del mio popolo, dicendo pace, pace, quando non c’è pace” (Geremia 6:14). Non mettono alla luce la condizione terminale del paziente. Offrono false speranze e sicurezze e nazioni e popoli moribondi, dicendo: “Nessun male ci potrà capitare, dopo tutto siamo figli di Dio”. Ed è così che ingannano le masse, perché essi stessi sono ingannati.

Grazie a Dio, molti credenti di oggi si sono stancati delle parole belle ma vuote. Voci di successi non colmano il vuoto crescente. Nei nostri cuori, desideriamo la verità per quanto essa possa disturbare e snervare. Siamo stufi del parlare umano. Siamo determinati ad ascoltare il Signore.

Michael Brown

Francesco La Manna – notiziecristiane.com
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