LA CHIESA SUICIDA

Mt 16:18 E anch’io ti dico: tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia chiesa, e le porte dell’Ades non la potranno vincere.

LA SOSTANZA DELL’AMORE, LA SOFFERENZA!

Mi capita così come una normale riflessione, a volte in momenti di particolare ispirazione (spesso durante la lode) che alcune rivelazioni mi “spieghino” le cose.

Passeggiando questa mattina pensavo alla chiesa… o meglio alla Chiesa, ovvero alla CHIESA!

Alla sua sostanza, al suo contenuto, alla sua consistenza e alla sua forma.

Che cosa è Chiesa? Una Comunità? Una congregazione o corpo che dir si voglia? Forse un’associazione o un gruppo di appassionati sostenitori di Cristo? Uno stato… un esercito… un impero?

O ancora: un luogo, un concilio, uno splendido edificio, una missione in terre lontane, Insomma che cosa è Chiesa?

Sono certo che la CHIESA non sia nessuna di queste cose, o forse, tutt’e queste cose con un “pizzico” in più.

Magari equivale a dire: un’insieme di persone che condividono una Fede, che seguono una dottrina, che applicano un etica conforme ai dettami della Parola?

In un certo senso ogni aggregazione con una finalità specifica può identificarsi come chiesa, infatti spesso di definisce tale. Essa non si scosta dai dettami che la propria regola impone.
Personalmente direi che il fondamento della CHIESA è contenuto in una parola che Gesù diede ai suoi discepoli.

“Conoscerete la verità e la verità vi renderà liberi.”

Spiritualmente liberi! Non soggetti a credenze o a idolatrie, fondamentalmente irreligiosi condotti da un’unica legge, la rivelazione di Gesù nel proprio cuore. Liberi di conoscere il vero Dio.

Mi sento di affermare che la Chiesa che si identifica come Sposa di Cristo non ha cambiamenti, era, è! e resta tale, fin da usando ricevette il proprio mandato dalla bocca stessa di Gesù.

Essa istruita dal Maestro, in vita prima in Spirito ora, entra nella pienezza dell’amore e non può né crescere, ne subire variazioni, poiché per essere tale si riconosce in un’identità definita e completa.

La Chiesa, la vera Chiesa, essendo ad immagine di Cristo dallo stesso viene resa perfetta. Il che non vuol dire priva di cadute ma ” conoscerete e sarete perfettamente conosciuti”.

Coloro che si riscoprono Discepoli in seguito alla predicazione, lentamente maturando nella fede subiscono una spirituale, personale, interiore TRASFIGURAZIONE che li accomunerà inevitabilmente a quel vincolo, l’amore universale che è colonna e fondamento del Vangelo.

Cristo ha pagato un caro prezzo per acquistare la Sua Sposa, liberandola dai vincoli della legge alla quale era sottoposta, imprimendo in essa il comandamento che tutto racchiude, l’amore!

Potente leva dell’universo l’amore si fortifica con l’ubbidienza e con l’umiltà formando un muro invalicabile sul quale, non ottenendo risposta, il male s’infrange distruggendosi autonomamente.

La verità vi farà liberi, liberi di appartenere a Gesù nel modo in cui Paolo si definisce seguace, “prigioniero” della Verità e non potrebbe essere altrimenti. La verità apre gli occhi e non si può non vederla!

Cristo sapeva bene che non è la regola che tiene insieme la chiesa ma l’appartenenza come vincolo del cuore.

Paolo Apostolo si diceva in catene per Cristo, sapeva che conosciuta la verità per opera della rivelazione di Gesù sulla via di Damasco, non avrebbe mai potuto tornare indietro.

Diversamente fece Giuda che pur vivendo al fianco di Gesù, pur conoscendolo intimamente non ebbe mai una rivelazione sincera.

Aveva compreso tutto, aveva visto è fatto miracoli nel nome di Gesù, sapeva esattamente chi fosse Gesù ma il suo cuore non era stato aperto alla conoscenza intimamente.

Pietro rispose correttamente alla domanda di Gesù, “e tu, chi dici che io sia?”… Tu sei il figliolo di Dio.

Che cosa è dunque la chiesa? La vera Chiesa.

La Chiesa reale è un concentrato di conoscenza e di comportamento, consapevole e totalmente anticonformista. In Cristo ciascuno è Chiesa, ogni uno nella sua perfetta autenticità.

L’identità del cuore è riconoscibile ai Fratelli, che nell’interiore si identificano con il corpo di Cristo, sapendo che non l’attenersi ad una regola o dottrina li renderà tali, ma la “forma” del proprio cuore.

Non si diventa ma ci si riscopre fratelli in Cristo, per via delle comuni caratteristiche interiori.

La Bibbia dice che Cristo è venuto ad abolire il velo di separazione tra noi e Dio Padre, ovvero: si ruppero le cortine del tempio.

Riscopriamo così un’antica appartenenza, un ordine al quale siamo sempre appartenuti, la celeste famiglia dalla quale proveniamo. Ed ecco che il cuore ritrova al sua nobile vocazione… inizia la sofferenza spirituale prodotta dal vincolo della carne. Trattenuti da essa nell’accostarci perfettamente a Cristo, gioiosi di appartenergli, sofferenti per essergli lontani.

Romani 7:24 Me infelice! Chi mi libererà da questo corpo di morte?

POLVERE, CONFUSIONE, RABBIA, SUICIDIO.

Nessuno di coloro che si lasciano attrarre dalla luce può perdersi se non i figli di perdizione…

Gv 17:12 Mentre io ero con loro, io li conservavo nel tuo nome; quelli che tu mi hai dati, li ho anche custoditi, e nessuno di loro è perito, tranne il figlio di perdizione, affinché la Scrittura fosse adempiuta.

Erroneamente pensiamo di Giuda che quello fosse il suo destino.

I meravigliosi progetti divini non sarebbero altro che un gioco già stabilito? Un divertimento crudele tanto per vedere che cosa farebbero gli uomini nelle situazioni difficili della vita? Non credo proprio, sarebbe un Dio banale no?

In realtà Giuda rifiutò ogni possibilità di redenzione, pur essendo chiamato ad un ministero importante al fianco di Pietro, di Giovanni e soprattutto di Cristo. Non volle e non seppe cambiare le proprie attitudini pur ricevendo un’eccezionale spinta iniziale.

Non c’è differenza tra allora e la situazione attuale, anche a noi è stato detto “venite a vedere, abbiamo trovato colui di cui parlano le scritture, il Messia, Cristo, Gesù”.

Anche per noi un giorno c’è stata risurrezione, abbiamo aperto gli occhi.

Immagino Giuda in quel giorno (come nel mio) non poteva contenere la gioia, l’emozione. Lo immagino andare per le strade della Galilea, di Gerusalemme di Betania… Predicando con fervore il nome di Cristo, e poi?

E poi… ecco che per lui Cristo diventa quotidiano, usuale, un amico, un confidente anche se un po speciale.

Il nemico è impegnato a copiare, mistificare, riprodurre, con l’intento di confondere i cuori. Il patibolo è pronto, Satana vuole sedersi sul tuo Altare.

Accadde anche a Mosè ogni suo prodigio per convincere il Faraone a lasciare partire Israele, veniva ripetuto dai maghi dell’Egitto questo per distrarre le menti.

Alcuni comportamenti ci convincono della Salvezza ma spesso non sono che “imitazioni” prive di autenticità.

Il problema non è il risultato, ma il modo in cui lo abbiamo ottenuto.
Una gara si può vincere con l’inganno o con la fatica… la ricchezza rubando o faticando, il successo con il talento o con la frode.

La differenza è che un esito sarà Benedetto e l’altro no! Una cosa ci porterà cambiamento, l’altra non farà che acuire il nostro malessere interiore.

Ecco che lentamente Cristo torna ad essere un uomo, perde l’essenza divina, si spoglia del Manto regale e torna nei nostri portafogli come immagine, sulle pareti morto e crocifisso, nei presepi per qualche giorno, insomma torna ad essere una divinità religiosa.

Abbiamo conosciuto la verità ma non abbiamo adattato la nostra vita alla verità, ci siamo sedati applicando alcune regole che fanno comodo agli uomini… Dio è buono… io sono buono… non c’è nessun giusto… sono salvo per grazia… ne esistono molte versioni, direi una per ogni uno di noi, ma si traducono tutte in un’unica parola “mi piace essere come sono anche se vivo nel peccato”.

Quel fervore, quello zelo, il primo amore diventa intellettuale, ormai fa parte del nostro bagaglio di informazioni.

Il vero è stato mistificato, corrotto, nascosto come una piccola scritta quasi illeggibile simile a quelle dei contratti truffa in fondo alla quale s’impone un piccolo asterisco*
* la lettera uccide, lo spirito vivifica!

Immagino una lunga fila di persone che camminano verso un’istintiva meta comune, non perdono l’orientamento attratti da un’unica pura luce. Essi sono un solo popolo pur se di razze differenti. Un’unica legge li conduce, non scritta su tavole in pietra ma plasmata nei loro cuori.

Irrevocabile, perfetta, sia come giustizia che come condanna!

Francesco Blaganò | Notiziecristiane.com

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