La complementarietà genitoriale

E’ di questi giorni la notizia, riportata media, della registrazione all’anagrafe, del figlio di due mamme. Si tratta del primo riconoscimento di nascita di un bimbo ad una coppia omogenitoriale in Italia. 

Il crescente clima di cambiamento della società e della cultura ha portato ad una crescente evoluzione della struttura familiare, nucleo fondamentale, della società. Famiglie monogenitoriali e omogenitoriali. Il cambiamento pone una riflessioni su quello che un tempo la letteratura psicologica ha sottolineato circa il legame, il ruolo, la funzione e l’identità del genitore; era scontato che un bambino per crescere aveva bisogno di un papà e di una mamma. Caratteristiche inquadrabili in un’antropologia biblica: «siate fecondi e moltiplicatevi…» «maschio e femmina li creò» (Genesi 1,22-27). Tutta una cultura sociale e psicologica, fino al XIX secolo, si è strutturata sulla presenza dei genitori; padre e madre, che svolgevano un ruolo fondamentale nello sviluppo della personalità del figlio. Quest’ultima, secondo le recenti teorie psicologiche, è un sistema complesso di strutture affettive, cognitive e comportamentali interiorizzate dalla relazionalità della coppia genitoriale che diventa portatrice di cura, protezione e affetto, da parte delle funzioni materne e di norme e regole, da parte paterna. Entrambe le diversità contribuiscono ad apportare un significato psicologico. A partire dalla psicoanalisi di Freud si inquadrano nel “complesso di “Edipo” per il maschio e di “Elettra” per la femmina, elementi di psicologia del profondo atti a spiegare la maturazione del bambino attraverso l’identificazione col genitore del proprio sesso e il desiderio nei confronti del genitore del sesso opposto (Ellenberger H. F. La scoperta dell’inconscio, Bollati Boringhieri, 2001, Torino). Sia Freud, che gli psicoanalisti a seguire, vedono, nella teoria del complesso, le fasi del normale sviluppo della maggior parte dei bambini dai 2/3 anni in poi. Problematiche di arresto, “fissazioni”, in queste fasi del bambino provocano, secondo la scienza psicodinamica del profondo, problematiche di personalità. E’ chiaro che la scienza è in evoluzione e sebbene i postulati della psicoanalisi restano in evidenzia emergono anche nuove conoscenze a riguardo dello sviluppo evolutivo, come l’assenza o l’inadeguatezza di figure genitoriali nel rispondere ai bisogni del bambino. Tra i bisogni fondamentali compare quello di attaccamento del bambino alla madre e successivamente al padre, come teorizzato dallo psicologo Britannico Bowlby, che influiranno sulla vita psicologica e sociale dell’individuo, “dalla culla alla tomba” (J. Bowlby, Attaccamento e perdita Vol I, II, III ed Boringhieri 1999). In altre parole, ogni legame di attaccamento sano presuppone una genitorialità che si manifesti nell’attenzione e cura ai bisogni di ogni infante, di ogni bambino, di ogni figlio che si rispecchi nella funzione materna (archetipo della grande madre), e quella paterna (archetipo del grande padre). E’ nella sinergia delle due funzioni l’evoluzione della personalità. Così come è nella sinergia degli opposti la legge dell’evoluzione evidenziata nelle antiche culture orientali con il simbolismo del tao , il bianco e il nero, la notte e il giorno, il bene e il male, un poco di male nel bene e un poco di bene nel male. Nelle culture occidentali, ad orientamento cristiano, la croce come simbolo di vita e di morte, di bene e male, di orizzontale e verticale . La vita si esplica in un alternarsi di eventi e in essi si trova il senso (P. Riccardi Ogni vita è una vocazione, per un ritrovato benessere ed. Cittadella 2014). La realtà è fatta di dimensioni opposte e complementari tese all’armonia. Sancita dalla normativa della Convenzione Onu dei Diritti del fanciullo del 1959,: «II fanciullo, per lo sviluppo armonioso della sua personalità ha bisogno di amore e comprensione. Egli deve, per quanto è possibile, crescere sotto le cure e la responsabilità dei genitori». Per garantire lo sviluppo armonioso della sua personalità, il minore deve crescere in un ambiente familiare, in un clima di felicità, d’amore e di comprensione».

Emerge la relazione adeguata con i propri genitori tesa ad educare di quei principi e valori che orientano a vivere: “Insegna al ragazzo la condotta che deve tenere; anche quando sarà vecchio non se ne allontanerà (Proverbi 22, 6).

Pasquale Riccardi | Notiziecristiane.com

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