LA CONCEZIONE DEL PECCATO SULLA SOCIETÀ ATTUALE

Nella società attuale la concezione del peccato è un tema non conosciuto e per niente tenuto in considerazione e questo lo si può spiegare in termini che essendo “il peccato in relazione tra il Creatore e la creatura e nell’ordine del creato costituisce l’opera di salvezza”, dato che la società non cerca le cose spirituali, non cammina nei sentieri di giustizia e di rettitudine del Signore, non conosce l’opera di salvezza perché vive separata dal proprio Creatore, nella non conoscenza della sua Persona, della sua Parola e del suo messaggio biblico di conseguenza non è cosciente dello stato di peccato nella quale versa e non riesce a comprendere e a concepire il peccato in questi termini. Inoltre l’estensione del peccato possiede un senso geografico in quanto tutti gli uomini hanno peccato e sono peccatori, questo aspetto viene registrato con sistematica regolarità dalla Scrittura (Salmi 14:1,3 “«Al maestro del coro. Di Davide» Lo stolto ha detto nel suo cuore: «Non c’è DIO». Sono corrotti, fanno cose abominevoli; non c’è alcuno che faccia il bene. L’Eterno guarda dal cielo sui figli degli uomini per vedere se vi sia qualcuno che abbia intendimento, che cerchi DIO. Si sono tutti sviati, si sono tutti corrotti; non c’è alcuno che faccia il bene, neppure uno; Salmi 143:2 “E non entrare in giudizio col tuo servo, perché nessun vivente sarà trovato giusto davanti a te”; Ecclesiaste 7:20 “ Non c’è infatti alcun uomo giusto sulla terra, che faccia il bene e non pecchi”; Isaia 53:6 “ Noi tutti come pecore eravamo erranti, ognuno di noi seguiva la propria via, e l’Eterno ha fatto ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti”; Romani 3:10 “ Come sta scritto: «Non c’è alcun giusto, neppure uno”; Atti 17:26 “Or egli ha tratto da uno solo tutte le stirpi degli uomini, perché abitassero sopra tutta la faccia della terra, avendo determinato le epoche prestabilite e i confini della loro abitazione”). Il peccato è una condizione universale e il giudizio divino non conosce attenuanti: “Nessuno può sussistere davanti alla santità di Dio perché tutti gli uomini sono indegni, nemmeno uno è stato trovato giusto”.

Il peccato domina la società attuale nel suo modo di vivere, di pensare e di agire infatti dalle continue notizie di attualità possiamo comprendere come il mondo giace nelle mani del maligno che impedisce alle persone di realizzare l’obiettivo dello scopo per il quale sono stati creati tenendoli prigionieri in una condizione di “cecità” e li fa vivere nello stato di degrado più assoluto. Oggi la meta che prevale nella società e nella maggioranza delle persone è l’arrivismo e il dio denaro entrambi aspetti in netta contradizione con le cose spirituali e che nascono dalla schiavitù della volontà di riconoscere la rottura intenzionale della comunione con Dio. Con queste attitudini la società attuale sceglie di camminare secondo le proprie vie (Isaia 53:6 “Noi tutti come pecore eravamo erranti, ognuno di noi seguiva la propria via, e l’Eterno ha fatto ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti”) che la portano a deviare dalla via dritta abbandonando il proprio Creatore con il risultato inevitabile che si perde e vive in uno stato di penosa incertezza oltre allo stato di smarrimento totale e di tenebre questo fenomeno fa dell’uomo un estraneo al suo luogo ontologico, un essere senza mete corrette, un essere abbandonato (Geremia 31:22 “Fino a quando andrai vagando, o figlia ribelle? Poiché l’Eterno crea una cosa nuova sulla terra: la donna che corteggia l’uomo”). Questo quadro della situazione evidenzia come il peccato è caratterizzato dalla debolezza

umana, ha colpito l’originale integrità e impregna tutto l’essere dell’uomo rendendolo cieco (Giovanni capitolo 9,1,3 “Mentre passava, vide un uomo che era cieco fin dalla nascita. E i suoi discepoli lo interrogarono, dicendo: «Maestro, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?». Gesù rispose: «Né lui né i suoi genitori hanno peccato, ma ciò è accaduto, affinché siano manifestate in lui le opere di Dio”) e portandolo verso la morte (Efesini 2:1 “Egli ha vivificato anche voi, che eravate morti nei falli e nei peccati”).

Il tema del peccato sulla società attuale simbolizza l’erranza, la malattia, l’idolatria e l’impurità e fa passare a quello del soffio. C’è l’idea del nulla e della vanità, infatti “tutte le genti sono come nulla per Lui, sono meno che nulla e vanità” (Isaia 40:17 “Tutte le nazioni sono come un nulla davanti a lui e sono da lui ritenute un nulla e vanità”). Con l’attuale stile di vita gli uomini lasciano libertà alla “concupiscenza” e attribuiscono a Dio l’intenzione di limitare la propria libertà. Quando si riflette su se stessi e sulla realtà che ci circonda, ci si rende conto che c’è una sfasatura tra ciò che esiste e ciò che si suppone che dovrebbe essere dunque il tema del peccato e della perdizione dell’uomo davanti a Dio non appartiene alla natura umana ma è posteriore e va collocato all’origine della storia anche se non va confuso con le origini in quanto tali. Il peccato si presenta ancora oggi sull’attuale società come una drammatica turbativa nella relazione fra Creatore e creatura ed è avvertita in misura più o meno profonda da ognuno qualunque sia il suo retroterra culturale.

La spiegazione di questa frattura è spiegata dalla rivelazione biblica che la colloca in una drammatica narrativa al punto che Dio stesso si deve fare carico della sua soluzione.

Dio ci ha provveduto un “Mediatore” come soluzione, per appartare il suo popolo ma dato che la società attuale, così come quella storica, non lo riconosce il problema del “peccato” permane e domina così come anche le sue conseguenze (Galati 3:19,20 “Perché dunque fu data la legge? Essa fu aggiunta a causa delle trasgressioni, finché fosse venuta la discendenza a cui era stata fatta la promessa; essa fu promulgata dagli angeli per mano di un mediatore. Or il mediatore non è mediatore di una sola parte, ma Dio è uno“; 1 Timoteo 2:5 “Vi è infatti un solo Dio, ed anche un solo mediatore tra Dio e gli uomini: Cristo Gesù uomo”; Ebrei 8:6 “Ma ora Cristo ha ottenuto un ministero tanto piú eccellente in quanto egli è mediatore di un patto migliore, fondato su migliori promesse”; Ebrei 9:15 “E perciò egli è il mediatore del nuovo patto affinché, essendo intervenuta la morte per il riscatto dalle trasgressioni commesse sotto il primo patto, i chiamati ricevano la promessa dell’eterna eredità”; Ebrei 12:24 “E a Gesù, il mediatore del nuovo patto, e al sangue dell’aspersione, che dice cose migliori di quello di Abele”).

Luisa Lanzarotta | Notiziecristiane.com

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